Luca, medico e discepolo di Paolo, si è rivolto ai "gentili" (non ebrei). Matteo, era un pubblicano cioè esattore delle tasse per conto di Roma, si è rivolto agli ebrei.
Il Vangelo secondo Luca è destinato ad ascoltatori gentili, cui garantisce che il cristianesimo è una religione internazionale, non una setta esclusivamente ebraica.
Il Vangelo secondo Matteo è destinato a una cominità di ebrei cristiani e quindi è pieno di riferimenti all'antico testamento e al Messia atteso dagli ebrei.
Entrambi i racconti sono infarciti di simboli mitologici/teologici e di richiami all'antico testamento, di eventi magici (gli angeli, i segni etc)....ma qual è la realtà storica, ammesso e non concesso che esista?
La realtà storica è molto più semplice ed essenziale. Quasi scarna direi....come è scarna qualunque vicenda storica di chiunque.
Riguarda le vicende di due famiglie "del popolo" (Maria ed Elisabetta erano cugine)...e il viaggio "in terza classe" di Maria a Betlemme per il censimento Romano. Come era d'usanza all'epoca, Maria e Giuseppe alloggiarono presso una abitazione privata messa a disposizione dei viaggiatori, nella quale trovarono sistemazione nel piano terra dove di solito si tenevano gli animali domestici: asini, galline etc. Le case ebraiche, infatti, avevano il piano terra adibito a stalla e quello era, solitamente, la "foresteria".
Quindi è una vicenda di gente comune e umile....del "popolo" - diremmo noi oggi...Una vicenda assolutamente normale come ce ne saranno state a migliaia.
Ed è questa la forza del Cristianesimo. Il Cristianesimo non narra di un Dio che arriva dal cielo ricoperto d'oro, al seguito del suo esercito. Non è un Dio "ricco e potente"..."di successo" diremmo oggi. E' uno di noi, inserito nel nostro "quotidiano", è un uomo del popolo, che nasce e si muove nel contesto sociale della "plebe"...delle famiglie più umili e normali, del rumore dei bimbi, dei piatti da lavare, dei vetri da pulire, degli affetti e dei piccoli-grandi problemi quotidiani di ciascuno di noi. E in questa origine c'è tutta la forza del Cristianesimo....che non è una religione dei "ricchi", degli imperatori e della loro corte di sacerdoti, dell'alta borghesia e della aristocrazia....ma affonda le sue origini, il suo messaggio e il suo "pubblico" nella gente umile e normale....negli ultimi....nella "vita ordinaria e quotidiana delle anonime masse popolari".
Già nella Natività, quindi, si scorgono i caratteri essenziali del Cristianesimo:
1- una "religione" popolare nata e sviluppatasi nelle classi sociali più umili e povere
2- proprio a questo si deve il suo "successo" e la larga diffusione tra i ceti popolari (plebe) e tra gli schiavi
3- siccome i "poveri" e gli schiavi erano il 90% della popolazione dell'Impero e ovvio che a questo si deve il fatto che nel giro di 300 anni questa religione abbia SOVVERTITO il classicismo...che fondava la sua giustificazione su una relgione "elitaria" rivolta essenzialmente ai potenti (l'imperatore era dio) dei quali tutelava lo status di predominio sulle masse.
4- questo fatto pone a favore della autenticità dei fatti storici...infatti risulta assai improbabile che qualcuno, volendo inventare una nuova religione, abbia deciso di descrivere il nuovo dio come un figlio di una famiglia di poveracci, che nasce in uno scantinato adibito a stalla e che viene al mondo vestito di stracci. All'epoca infatti era molto più probabile che chi avesse voluto inventare un nuovo dio, lo avrebbe fatto inventando un personaggio di "successo"...un condottiero, un re o un grande profeta dotato di eserciti e di potere.
5- già nella Natività si distingue il carattere "universale" e di "riscatto dei più deboli" che la nuova religione aveva...e che è alla radice storica e culturale di tutti i movimenti politici e rivoluzionari di massa che sono nati in seguito in occidente (illuminismo, rivoluzione francese, socialismo e comunismo).
Il cristianesimo in sostanza appare come un novità assoluta, in termine di visione dell'uomo, nella umanità. E segna una rottura netta col passato che era sempre stato distinto da una divisione rigida delle fasce sociali: l'aristocrazia (depositaria del privilegio degli dei), la plebe (i sudditi) e gli schiavi (gli oggetti).