Egli interpretava la religione come un "tranquillante" che cercava di rendere la vita, di per sè dura e violenta, più sopportabile agli occhi dell' uomo.
Ecco allora che i fenomeni della natura venivano personificati dall' uomo primitivo, al fine di renderli un essere identificabile e con il quale si potesse interagire (ad esempio sacrificandogli cibo, ecc ecc). Grazie a questo espediente l' uomo assunse la forza per andare avanti, "umanizzando" la natura che lo circondava, e togliendoli quell' aurea miteriosa ed inquietante.
In questo senso la religione svolse quindi un ruolo assai positivo, ma col tempo finì per essere deleteria alla forza d' animo ed alla ragione umana: la religione é un narcotico con cui l'uomo controlla la sua angoscia, ma ottunde la sua mente .
Freud continuava nella sua discussione sostenendo che con il progredire della scienza Dio sarebbe diventato sempre meno necessario, ed anzi non sarebbe più riuscito a reggere il confronto, fino a presentarsi nuovamente per quello che era in origine: un' illusione; e quindi a dileguarsi.
Al tempo stesso Freud precisava che la scienza moderna, proprio perchè consapevole dei propri limiti, non era un'illusione come la religione e che sarebbe stato pernicioso pretendere di ottenere per vie alternative ciò che essa non era in grado di fornire.
Il messaggio che Freud ricavava da tali ragionamenti era "Se l'uomo distoglierà dall'aldilà le sue speranze e concentrerà sulla vita terrena tutte le forze rese così disponibili, riuscirà probabilmente a rendere la vita sopportabile per tutti e la civiltà non più oppressiva per alcuni".
Io trovo che questo libro sia molto profondo e lo condivido appieno.
Voi che ne pensate?