Non lo so. Il film l'ho visto tanto tempo fa, e nemmeno me lo ricordo più!
Il tempo, galantuomo con tutti, è generoso coi vecchi,
che nel tempo non credono più,
e il passato è una macchia su quel muro,
dove per rabbia lanciasti il caffè,
e non vale la pena a ripittare...
e in quanto al futuro,
una nuvola sciacqua di nebbia
che i tuoi occhi non vanno a forare,
che nemmeno ne vale la pena.
Mi dispiace, che il film non lo ricordo più,
ma in vero ne sono contento: un pensiero,
cioè un peso,
che ti è risparmiato di trascinare
con gli altri.
Con quegli altri che ormai sono troppi.
Con l'età si diventa fragili, pure
se la scorza più esterna appare di legno,
e l'emozione ti lacera dentro in silenzio.
Leggevo stasera, l'ho scoperto per caso,
il discorso su Fabrizio de André, con molto interesse.
E non ci ho capito quasi niente, mentre piano
due lacrime tiepide mi venivano giù.
Fabrizio de André, il poeta, il giullare, il musico, l'istrione,
l'ispiratore di folle ispirate, l'eroe di plaudenti platee
incantate al suo canto, interdette al suo dire,
per me fu compagno quasi unico
delle mie giovanili solitudini;
quando non m'era concesso
di starmene da solo.
Lo conobbi molto prima di tanti,
quando ancora non era "qualcuno"
nel gota dei saltimbanchi che salgono sui palchi
per farsi vedere più grandi.
Me lo donò un amico che mi amava
perché amorevolmente accettavo
il suo essere solo, senza desiderarlo.
Un amico ora morto, da tempo:
che non ha fatto a tempo ad essere vecchio,
ma a entrare nelle mie preghiere, questo si.
Poi Fabrizio mi accompagno sempre, nelle mie fantasie artistiche,
e mi stava vicino suonandomi in sottofondo le sue ballate,
che spesso comprendevo e talvolta anche no, ma che ascoltavo
volentieri,
perché era lui a cantarle.
Poi, mi sono fatto vecchio, e Fabrizio
non mi è servito più.
Non sapevo cosa farne ormai
della mia solitudine
Forse Fabrizio se ne accorse... e morì.
Qualche volta ascolto ancora le sue canzoni, ma sono le canzoni
di un cantautore di un tempo passato
macchie sul muro, secche, come la macchia di caffè.
Scoprire qui in Valle che si parlava di lui, mi ha fatto emozione,
ma non so perché, non saprei dare nome,
a quelle emozioni, e,
nemmeno mi ricordo più perché stia parlando di lui.
Il tempo, che è galantuomo con tutti, ma
coi vecchi è davvero generoso.
Lucio Musto 22 ottobre 2012
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