So che non è in linea con lo spirito del post, ma volevo offrirvi un altro punto di vista. E cioè la particolare metrica di molte canzoni di Guccini, che oltre ad usare le classiche rime a fine strofa, introduce una quantità impressionante di rime ed assonanze interne che la rendono più musicale. Ma non si tratta di un marinismo, nè tantomeno di un marinettismo, perchè la qualità del contenuto e l'effetto poetico ed emotivo che ne deriva ne vengono accresciuti, e non sminuiti. Un piccolo esempio:
piccola città vetrate viola primi giorni della scuola la parola e il mesto odore di religione
vecchie suore /nere con che fede in quelle sere avete dato a noi il senso del peccato e di espiazione
gli occhi guardavano/ voi ma sognavano gli eroi le armi e la bilia
correva la fantasia lungo la prateria fra la via Emilia e il West...
Le rime ricorrono dunque all'interno di uno stesso verso e alla fine, ma anche da un verso all'interno di un altro. Un capolavoro di equilibrio e di maestria.
La stessa cosa si ripete in altre canzoni con anche maggiore ricchezza. Se vi interessa ne parliamo.
piccola città vetrate viola primi giorni della scuola la parola e il mesto odore di religione
vecchie suore /nere con che fede in quelle sere avete dato a noi il senso del peccato e di espiazione
gli occhi guardavano/ voi ma sognavano gli eroi le armi e la bilia
correva la fantasia lungo la prateria fra la via Emilia e il West...
Le rime ricorrono dunque all'interno di uno stesso verso e alla fine, ma anche da un verso all'interno di un altro. Un capolavoro di equilibrio e di maestria.
La stessa cosa si ripete in altre canzoni con anche maggiore ricchezza. Se vi interessa ne parliamo.