euvitt ha scritto:risponderei volentieri se solo capissi la domanda....
abbiamo una donna messa male e questa donna dovrebbe inviarmi i suoi stati mentali probabilmente negativi ed io dovrei rimanere impassibile ed inoltre rispondere con pensieri positivi coinvolgenti?
è giusto?
macchè, siamo alla fase precedente, quella dei cuoricini con l'idealizzazione.
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Sto facendo un tirocinio che poi è diventato volontariato in un ospedale di riabilitazione psichiatrica: un tempo li chiamavano manicomi ma con la Basaglia son cambiate tante cose.
Non è la mia prima esperienza e in un ambiente del genere ne succedono parecchie (e potrei raccontarne parecchie avvenute a me): abbiamo psicotici, borderline, disturbi vari di personalità, problemi di gioco compulsivo, problemi di depressione cronica o meno ecc ecc ecc... insomma un fantastico campo di battaglia per un giovane aspirante clinico.
Sono a contatto con i pazienti: meglio dire immerso.
Ho preso una sbandata per una paziente borderline di 26 anni (con problemi di abuso di sostanze, anoressia nervosa, promiscuità sessuale e le classiche tematiche border del senso di vuoto interiore e l’abbandono e gli aspetti relazionali pessimi con la figura paterna).
All’inizio mi ignorava poi, un giorno scambiando due parole generali con lei nell’area sociale dell’istituto ha cominciato in primis a punzecchiarmi con battutine e poi a porre in essere comportamenti seduttivi esplicabili in sintesi: ripetere più volte davanti in presenza di altri pazienti che sono identico a suo cugino (idealizzato con serie sterminata di qualità positive), frasi maliziose (es:cantare guardandomi “sex bomb”, allusioni all’uso migliore della “mazza” in attività di sport sempre rivolta a me), cercare il contatto fisico in alcune attività strutturate (tipicamente: voler fare un ballo di coppia con me), voler conoscere la mia provenienza ed età (alle quali non ho risposto) oltre ad altri miei aspetti personali e a cominciare a farmi complimenti diretti (uno su tutti: “sei carismatico”) sebbene io fossi a parlare con altri pazienti (sorta di pretesti per entrare in relazione con me)
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Ci son cascato e mi son preso questa mezza cotta per lei nonostante io non sia intenzionato ad andare oltre: so da quale parte della barricata sto.Ne ho parlato a un psicanalista della struttura il quale, prima si è limitato a dirmi “ti sta corteggiando” e poi è passato a un “devi vedere cosa c’è di lei in te” tutto atto a incentivare il mio insight su cosa può avermi attivato la paziente o su quale parte di lei ho fatto mia.
Ci sono dentro e vorrei capire come affrontare nella maniera più corretta la faccenda.