LA LINGUA DI CASSANO di Luca Serafini.
"Vogliono crocifiggere l'Inter, ma non passa, come non passava quando gli altri erano in crisi". "Qui c'è Moratti che non c'entra niente con questi falsi e fasulli". "La differenza tra me e Balotelli è che a lui piace finire sui giornali".
Come tutti i pavidi, Cassano denuncia senza fare nomi. Come tutti quelli che fanno a pugni con la lingua, la sua è criptata e comunque assai distante dalla grammatica italiana. Come tutti i livorosi, spara nel mucchio pensando di aver centrato Balotelli con una similitudine talmente bugiarda da smentire da sola la storia di Moratti che non c'entra niente eccetera.
Prima rivitalizzato, poi resuscitato dal Milan, Cassano non perde occasione per sfoggiare la sua signorile ingratitudine, ignorando le regole dei media che hanno tormentato (noi compresi) la società e l'allenatore rossoneri in autunno. Normale, visto che i giornali non li legge. Ignora che il suo presidente, il posto più frequentato del quale è il bar sotto l'ufficio, pur di vincere ha truccato passaporti e speso 1600 miliardi in 10 anni per vincere una Coppa Uefa, da Calciopoli si è salvato in primo grado grazie all'indirizzo politico di un magistrato, alla scomparsa del suo dirigente rappresentativo e in secondo grado grazie alla prescrizione.
Che parli di falsi e fasulli uno che ha dato del vecchio rincoglionito al suo presidente, salvo poi fare passerella al suo funerale, e uno che vomita nel piatto dove ha mangiato dopo il quinto fallimento della sua carriera, è esaustivo sullo spessore del personaggio.
(Nel caso, per conoscere il significato di esaustivo, se lo faccia leggere ad alta voce sul dizionario da qualcuno che lo sa fare).
"Vogliono crocifiggere l'Inter, ma non passa, come non passava quando gli altri erano in crisi". "Qui c'è Moratti che non c'entra niente con questi falsi e fasulli". "La differenza tra me e Balotelli è che a lui piace finire sui giornali".
Come tutti i pavidi, Cassano denuncia senza fare nomi. Come tutti quelli che fanno a pugni con la lingua, la sua è criptata e comunque assai distante dalla grammatica italiana. Come tutti i livorosi, spara nel mucchio pensando di aver centrato Balotelli con una similitudine talmente bugiarda da smentire da sola la storia di Moratti che non c'entra niente eccetera.
Prima rivitalizzato, poi resuscitato dal Milan, Cassano non perde occasione per sfoggiare la sua signorile ingratitudine, ignorando le regole dei media che hanno tormentato (noi compresi) la società e l'allenatore rossoneri in autunno. Normale, visto che i giornali non li legge. Ignora che il suo presidente, il posto più frequentato del quale è il bar sotto l'ufficio, pur di vincere ha truccato passaporti e speso 1600 miliardi in 10 anni per vincere una Coppa Uefa, da Calciopoli si è salvato in primo grado grazie all'indirizzo politico di un magistrato, alla scomparsa del suo dirigente rappresentativo e in secondo grado grazie alla prescrizione.
Che parli di falsi e fasulli uno che ha dato del vecchio rincoglionito al suo presidente, salvo poi fare passerella al suo funerale, e uno che vomita nel piatto dove ha mangiato dopo il quinto fallimento della sua carriera, è esaustivo sullo spessore del personaggio.
(Nel caso, per conoscere il significato di esaustivo, se lo faccia leggere ad alta voce sul dizionario da qualcuno che lo sa fare).