Un alto prelato, un funzionario dei servizi segreti con incarico presso l'Aisi e un broker finanziario, sono stati arrestati questa mattina dai militari del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza. L'alto prelato finito in manette è monsignor Nunzio Scarano, vescovo di Salerno. Gli altri arrestati sono Giovanni Maria Zito, funzionario dell'Aisi, il servizio segreto interno, e Giovanni Carinzo, un broker finanziario. Secondo quanto è emerso, l'inchiesta riguarda una serie di atti di corruzione per far rientrare in Italia dalla Svizzera 20 milioni di euro. Gli arresti sono avvenuti nell'ambito di un filone dell'indagine, autonomo rispetto alla principale, sullo Ior. Corruzione e truffa, sono i reati ipotizzati dal Gip Barbara Callari.
Due giorni fa, Papa Francesco aveva istituito una "commissione referente sull'Istituto per le opere di religione" (Ior), con un chirografo firmato 24 giugno e pubblicato appunto il 26 giugno, "per consentire una migliore armonizzazione del medesimo con la missione della Chiesa universale e della Sede Apostolica, nel contesto più generale delle riforme che sia opportuno realizzare da parte delle Istituzioni che danno ausilio alla Sede Apostolica". La commissione, che non commissaria lo Ior, è presieduta dal cardinale salesiano Renato Farina.
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Sesso e atti impuri nelle stanze Vaticane, traffici poco chiari di denaro nella Chiesa, due comandamenti violati dagli stessi esponenti religiosi: non fornicare, non rubare. Sarebbe questo il contenuto-choc del dossier che Papa Benedetto XVI aveva affidato a tre suoi fedelissimi nel pieno dello scandalo Vatileaks. Una inchiesta sul mondo della Chiesa, interviste, relazioni, profili, indiscrezioni, tutto nero su bianco e consegnato a Sua Santità lo scorso 17 dicembre: in quel documento, citato da Concita De Gregorio su Repubblica, si parla di crimini e misfatti talmente gravi da fiaccare la forza del Pontefice. Che, secondo la De Gregorio, avrebbe preso proprio quel giorno la decisione di lasciare la propria carica.