La fisica ci dice che il tempo è la quarta dimensione del nostro universo. Ci sono dunque le tre coordinate spaziali tradizionali, per intenderci altezza, lunghezza, spessore, e la quarta che è il tempo e risponde alla domanda quando?
Per dire: 1700 su (x), 800 destra (y), 300 la (z), individuano un punto esatto dello spazio, ma per incontrare l'evento che ci interessa, manca ancora di sapere quando.
Il tempo è dunque solo una delle quattro coordinate necessarie, tuttavia ha una particolarità evidente rispetto alle altre tre: al contrario di quelle, è percorribile in una sola direzione.
Un punto, un luogo, posso raggiungerlo e tornare indietro e per quanto possa essere lontano, sapere che esiste ancora esattamente li. Il tempo invece è diverso, si può percorrere in una sola direzione, non si può tornare indietro, raggiungere di nuovo quel medesimo istante.
Inoltre non ci si può fermare in un punto, come si fa nello spazio, ma occorre necessariamente andare, sempre nella stessa direzione e alla stessa "velocità", trascinati inesorabilmente.
Dato il senso unico, ne consegue che il passato ed il futuro non sono simmetrici: si viene dal passato, si va verso il futuro, si conosce il passato (si fa per dire), non si conosce il futuro.
Nella nostra concezione del tempo, almeno in quella prevalente, diciamo che il passato è fisso e immutabile. Fissato per sempre, perchè, appunto, "accaduto".
Il futuro, invece, è sostanzialmente differente, perchè ipotetico, non ancora scritto. Anzi i futuri possibili sono molti, sostanzialmente infiniti: dipende.
E qui viene la mia domanda.
Mi chiedo se il futuro sia veramente di natura così differente dal passato, che pure un giorno era futuro.
Ma i mille futuri possibili, si cristallizzano davvero nell'attimo che noi chiamiamo presente in uno e un solo passato? Oppure il passato ed il futuro sono li fuori da sempre, esattamente come lo spazio, sostanzialmente uguali, fatti della stessa sostanza ed il presente ci scorre sopra come fa il raggio di un faro sopra un paesaggio?
Pare strano, ma tra le tante perversioni umane, c'è anche chi si fa domande come questa.
Per dire: 1700 su (x), 800 destra (y), 300 la (z), individuano un punto esatto dello spazio, ma per incontrare l'evento che ci interessa, manca ancora di sapere quando.
Il tempo è dunque solo una delle quattro coordinate necessarie, tuttavia ha una particolarità evidente rispetto alle altre tre: al contrario di quelle, è percorribile in una sola direzione.
Un punto, un luogo, posso raggiungerlo e tornare indietro e per quanto possa essere lontano, sapere che esiste ancora esattamente li. Il tempo invece è diverso, si può percorrere in una sola direzione, non si può tornare indietro, raggiungere di nuovo quel medesimo istante.
Inoltre non ci si può fermare in un punto, come si fa nello spazio, ma occorre necessariamente andare, sempre nella stessa direzione e alla stessa "velocità", trascinati inesorabilmente.
Dato il senso unico, ne consegue che il passato ed il futuro non sono simmetrici: si viene dal passato, si va verso il futuro, si conosce il passato (si fa per dire), non si conosce il futuro.
Nella nostra concezione del tempo, almeno in quella prevalente, diciamo che il passato è fisso e immutabile. Fissato per sempre, perchè, appunto, "accaduto".
Il futuro, invece, è sostanzialmente differente, perchè ipotetico, non ancora scritto. Anzi i futuri possibili sono molti, sostanzialmente infiniti: dipende.
E qui viene la mia domanda.
Mi chiedo se il futuro sia veramente di natura così differente dal passato, che pure un giorno era futuro.
Ma i mille futuri possibili, si cristallizzano davvero nell'attimo che noi chiamiamo presente in uno e un solo passato? Oppure il passato ed il futuro sono li fuori da sempre, esattamente come lo spazio, sostanzialmente uguali, fatti della stessa sostanza ed il presente ci scorre sopra come fa il raggio di un faro sopra un paesaggio?
Pare strano, ma tra le tante perversioni umane, c'è anche chi si fa domande come questa.