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mente, psiche e religiosità

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Viandante Ad Honorem
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Partiamo da un esperimento condotto nel 1954 dallo psicologo Leon Festinger.

Festinger si era unito ai Seekers, una setta di Chicago, creata da una transfuga dei Dianetics che affermava di comunicare con gli alieni. La leader del gruppo, Dorothy Martin, aveva profetizzato la fine del mondo per la notte del 21 dicembre di quell’anno. Solo i seguaci della setta sarebbero stati salvati e trasportati su astronavi aliene verso un mondo migliore. I Seekers ci credevano fermamente, tanto che molti vendettero le loro proprietà e si licenziarono, aspettando tutti insieme il trasporto stellare che, ovviamente, non avvenne. Festinger era lì con loro, con l’intento di comprendere che cosa accade quando si dimostra a un individuo, con prove concrete, che ciò in cui crede è falso.

La reazione fu inaspettata: dopo qualche ora di smarrimento, arrivò qualcuno con un messaggio dagli alieni. Il mondo era stato salvato grazie alla forza spirituale del gruppo. Da quel momento in poi, racconta Festinger in When Profecy Fails (un superclassico della psicologia sociale), i Seekers, che inizialmente non facevano proselitismo, si lanciarono in una frenetica attività di reclutamento di nuovi adepti, ancora più rafforzati nel credo malgrado la prova della sua fallacia fosse davanti ai loro occhi. La loro storia è stata raccontata con molti particolari anche in Unscientific America (uscito nel 2009) scritto da due giornalisti americani, Chris Mooney e Sheril Kirshenbaum.

Dopo Festinger, molti studi di psicologia e neuroscienze hanno dimostrato che i nostri convincimenti preesistenti sono molto più tenaci di qualsiasi dimostrazione scientifica o persino di qualsiasi fatto che avviene davanti ai nostri occhi e ciò sia quando cerchiamo prove a sostegno sia quando cerchiamo smentite. È il cosiddetto “ragionamento motivato” che spiega perché le opinioni comuni riguardo alle questioni scientifiche sono così estremizzate. Il libro di Mooney è pieno di resoconti di esperimenti interessanti che dimostrano, anche alla luce delle neuroscienze, che siamo tutt’altro che esseri razionali. Giudichiamo principalmente con le emozioni e sulla base di pregiudizi: questo perché avere già una “giudizio preconfezionato” sulle cose è un vantaggio evolutivo (almeno secondo alcuni scienziati come Arthur Lupia, che studia le opinioni in politica , secondo il quale applichiamo la strategia del fuggi-o-combatti non solo davanti ai pericoli reali ma anche nei confronti di dati e opinioni, quindi abbiamo bisogno di capire in fretta che cosa pensare di un determinato argomento). È interessante notare che anche una eccessiva fiducia nei risultati scientifici, e una difficoltà a riconoscere la componente emotiva nei giudizi altrui (e quindi a farsene carico, come individui o come società) rientra perfettamente nel novero dei “pregiudizi”. Anch’io possiedo magliette per nerd comprate su siti per scientisti :-) ma cerco di mitigare la mia indignazione e di chiedermi perché la persona che mi sta di fronte pensa in un certo modo. Attribuire tutto all’ignoranza spesso è fuorviante, perché strettamente parlando non si tratta di individui che ignorano le prove che porto a sostegno del mio modo di vedere: semplicemente, non ci credono.

cliccare qui per leggere il resto dell'articolo:
http://ovadia-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/07/18/perche-non-riesci-a-crederci-e-scienza/

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se hai bisogno di credere ai marziani, a dio, al diavolo, all'assenza di dio, ad una chiesa, alla patria.....bè allora vedrai i marziani, il dio, il diavolo, l'assenza di dio, la chiesa e la patria che vuoi vedere.
ma se vuoi comprendere la realtà allora smetterai di inventarti delle favole a cui credere e aprirai finalmente gli occhi.
E non crediate che aprire gli occhi sia così facile e così scontato. Aprire gli occhi è un "lavoro"....e come ogni lavoro è faticoso.
SGHIGNAZZARE

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