...in una nostra precedente escursione presso l' orrida fenditura di Gorròpu, l' immensa gola del Supramònte, avevamo potuto osservare le evoluzioni di un magnifico avvoltoio grifone : nelle numerose nicchie naturali di cui la gola è piena trovano ancor rifugio gli ultimi esemplari di questi volturidi che abitano quegli inospitali luoghi rupestri, vivendo remoti ed immensamente liberi, in perenne lotta contro la fame, il gelo dei monti e l' insidia dei bracconieri.
Per studiare meglio il loro ambiente, i loro spostamenti e, possibilmente, per fotografarli, chiediamo informazioni in merito ad alcuni amici pastori, che abitano in un ovile alle falde del Supramònte di Dorgali. Risponde per tutti ziu Màuru, un vecchio capraro dorgalese, sulla cui esile figura, oltre che il segno degli anni, sono impresse le tribolate esperienze della dura esistenza di pastore nomade. Ziu Màuru è un uomo magro e minuto, che diffonde intorno semplicità e simpatia : "ho vissuto a lungo su quei monti che tu vedi da questa capanna - mi dice - è una vita aspra, da bestie, più che da uomini. Se non resisti ai disagi ed alle fatiche, che la vita del pastore ti impone, è meglio che cambi mestiere. In tanti anni che ho vissuto lassù non mi è mancata l' occasione di osservare sos gutturgios, gli avvoltoi che tu vai cercando, e che là sono di casa; anzi, una volta m è capitato di trovarmeli vicini molto più di quanto avrei desiderato... Ma, a questo proposito - continua il pastore nel suo stretto dorgalese - voglio raccontarti la mia avventura, anzi la mia disavventura... Erano gli ultimi del mese di novembre di tre anni fa; quel giorno, mi ricordo, era S. Andrea. Mi trovavo sul Monte Guttùrgios, una cima di questa dorsale che tu ora vedi, che è del Monte Oddèu. Conducevo al pascolo le mie capre. Alcune avevano appena partorito e gli avvoltoi perciò planavano intorno, in attesa di ingurgitarne la placenta. Ero tranquillo, sapevo per esperienza che i grifoni non attaccano esseri viventi, neppure i timidi capretti, subito dopo nati. La giornata era stata piuttosto piovosa, tirava un vento freddo dalla direzione di Orùne. verso sera raggruppai le mie bestie e m' avviai sulla via del ritorno, in direzione dell' ovile.
Per studiare meglio il loro ambiente, i loro spostamenti e, possibilmente, per fotografarli, chiediamo informazioni in merito ad alcuni amici pastori, che abitano in un ovile alle falde del Supramònte di Dorgali. Risponde per tutti ziu Màuru, un vecchio capraro dorgalese, sulla cui esile figura, oltre che il segno degli anni, sono impresse le tribolate esperienze della dura esistenza di pastore nomade. Ziu Màuru è un uomo magro e minuto, che diffonde intorno semplicità e simpatia : "ho vissuto a lungo su quei monti che tu vedi da questa capanna - mi dice - è una vita aspra, da bestie, più che da uomini. Se non resisti ai disagi ed alle fatiche, che la vita del pastore ti impone, è meglio che cambi mestiere. In tanti anni che ho vissuto lassù non mi è mancata l' occasione di osservare sos gutturgios, gli avvoltoi che tu vai cercando, e che là sono di casa; anzi, una volta m è capitato di trovarmeli vicini molto più di quanto avrei desiderato... Ma, a questo proposito - continua il pastore nel suo stretto dorgalese - voglio raccontarti la mia avventura, anzi la mia disavventura... Erano gli ultimi del mese di novembre di tre anni fa; quel giorno, mi ricordo, era S. Andrea. Mi trovavo sul Monte Guttùrgios, una cima di questa dorsale che tu ora vedi, che è del Monte Oddèu. Conducevo al pascolo le mie capre. Alcune avevano appena partorito e gli avvoltoi perciò planavano intorno, in attesa di ingurgitarne la placenta. Ero tranquillo, sapevo per esperienza che i grifoni non attaccano esseri viventi, neppure i timidi capretti, subito dopo nati. La giornata era stata piuttosto piovosa, tirava un vento freddo dalla direzione di Orùne. verso sera raggruppai le mie bestie e m' avviai sulla via del ritorno, in direzione dell' ovile.