Lentamente i suoi occhi si chiusero. La frenesia del giorno lasciò il posto alla quiete della notte e, finalmente, si addormentò. Scivolò in un sogno fatto di deserti e di palme e si osservò nuda mentre faceva il bagno nel Nilo. L’acqua che lambiva il suo corpo aveva iniziato un prodigioso viaggio settimane prima, in primavera, migliaia di chilometri a sud dell’Egitto. Nel sogno lei vide tutto come in un film, vide il tempo che passava veloce, il sole sorgere e tramontare decine di volte. Vide il fiume nascere, muoversi attraverso il deserto e giungere fino a lei per abbracciarla con le sue tiepide acque.
Le immagini la portarono nelle Terre Alte d'Etiopia dove tutto iniziava. L'estate era alle porte, la Somalia e l’Etiopia avevano preso ad arroventarsi sotto i raggi verticali del sole. Al contatto con il suolo infuocato, l’aria calda saliva in alto lasciando il posto a un vento proveniente dall’oceano Indiano.
Il vento, carico dell’umidità del mare, passò su quelle aride terre e non si degnò di far cadere nemmeno una goccia. Ma quando arrivò sulle Terre Alte dell’Etiopia a più di duemila metri, la corrente si raffreddò e pian piano l’acqua si condensò in goccioline così numerose da formare nubi grandi e nere, mostruosi cumulonembi la cui sommità si estendeva per chilometri. Alla fine i loro margini esplosero e si svuotarono dell’acqua con spettacolari temporali, accompagnati da fulmini che laceravano il cielo e da tuoni che facevano tremare le Terre Alte da est a ovest.
Mille e mille acquazzoni si concentrarono nella conca del lago Tana, la cui superficie ribolliva sotto i colpi violenti della pioggia. Qualsiasi altro lago sarebbe cresciuto fino a strabordare, ma il Tana no, perchè migliaia di anni prima le sue acque avevano scavato un varco di uscita nella parte sudorientale. Quel canale era l’origine del Nilo Azzurro e in quegli istanti la corrente si era impennata come una mandria di cavalli furiosi e si era fatta largo impetuosa tra le strette rocce.
Nei grandi cicli del Tempo, tutto aspira a tornare alle proprie origini, e per questo i fiumi cercano sempre il mare; eppure il Nilo, che risorge ogni anno da se stesso, non sarebbe più tornato nell’oceano Indiano, e avrebbe intrapreso il suo viaggio magnifico e tortuoso verso il nord Africa.
Milioni di anni addietro, dalle contrazioni della Terra era nato il mar Rosso, l’Arabia si era separata dall’Africa e i movimenti tellurici innalzarono le fertili rocce vulcaniche delle Terre Alte etiopi. Le piogge e i torrenti continuavano a erodere incessantemente quei basalti, a levigarli e a modellarli, e trascinavano con sè enormi quantità di limo scuro, che tingeva di marrone le acque del Nilo. Carica di tutta quella sostanza fertile, la piena descrisse un’audace curva verso nord e a millecinquecento chilometri dalle Terre Alte, dove si era originata, s’incontrò con il Nilo Bianco.
Questo, a sua volta, aveva compiuto un lunghissimo tragitto dai grandi laghi sulle Montagne della Luna, nel cuore palpitante dell’Africa. Giungeva alla confluenza con il suo fratello Azzurro notevolmente indebolito dal passaggio nel labirinto paludoso del Sud, dove i raggi del sole gli avevano sottratto più della metà della sua portata. L’incontro col Nilo Azzurro era perciò provvidenziale: se non fosse stato per il suo apporto, non sarebbe mai riuscito ad attraversare le roventi sabbie del Sahara e avrebbe patito la sete tra le dune per morire nel bacino di qualche pozza.
Al momento della loro unione, le acque torbide dell’Azzurro s’incresparono sopra quelle del Bianco, che s’immersero al di sotto, in segno di sudditanza. I due fiumi assieme, ora un unico Nilo, proseguirono verso nord, attraversarono il deserto della Nubia per entrare nell’Alto Egitto, il Paese dei faraoni, e puntare finalmente al loro destino finale: il Mediterraneo.
Le acque continuarono a salire verso Nord, dopo Tebe, scorrendo tra i due deserti, quello di Libia e quello di Arabia. E dopo aver lambito decine di città e centinaia di villaggi il Nilo arrivò nel Basso Egitto, dove si divise in sette bocche per creare la regione del Delta.
Qui lei stava facendo il bagno, era notte e il calore insopportabile del sole diurno aveva lasciato il posto al tepore dell’oscurità. Mentre la corrente le accarezzava la pelle nuda e la luna piena intesseva fili d’argento sull’acqua, lei chiuse gli occhi e immaginò le mani di lui che la toccavano. Sentiva le mani che l’accarezzavano disegnando piccoli cerchi sulla schiena. Poi si sentì prendere da dietro, il suo abbraccio l’avvolgeva completamente. Le mani di lui le stringevano i seni e poi scesero lentamente in mezzo alle cosce. Lei sentiva il suo tocco, sentiva le sue dita infilarsi dentro di lei e la sua eccitazione premerle i glutei.
Le immagini la portarono nelle Terre Alte d'Etiopia dove tutto iniziava. L'estate era alle porte, la Somalia e l’Etiopia avevano preso ad arroventarsi sotto i raggi verticali del sole. Al contatto con il suolo infuocato, l’aria calda saliva in alto lasciando il posto a un vento proveniente dall’oceano Indiano.
Il vento, carico dell’umidità del mare, passò su quelle aride terre e non si degnò di far cadere nemmeno una goccia. Ma quando arrivò sulle Terre Alte dell’Etiopia a più di duemila metri, la corrente si raffreddò e pian piano l’acqua si condensò in goccioline così numerose da formare nubi grandi e nere, mostruosi cumulonembi la cui sommità si estendeva per chilometri. Alla fine i loro margini esplosero e si svuotarono dell’acqua con spettacolari temporali, accompagnati da fulmini che laceravano il cielo e da tuoni che facevano tremare le Terre Alte da est a ovest.
Mille e mille acquazzoni si concentrarono nella conca del lago Tana, la cui superficie ribolliva sotto i colpi violenti della pioggia. Qualsiasi altro lago sarebbe cresciuto fino a strabordare, ma il Tana no, perchè migliaia di anni prima le sue acque avevano scavato un varco di uscita nella parte sudorientale. Quel canale era l’origine del Nilo Azzurro e in quegli istanti la corrente si era impennata come una mandria di cavalli furiosi e si era fatta largo impetuosa tra le strette rocce.
Nei grandi cicli del Tempo, tutto aspira a tornare alle proprie origini, e per questo i fiumi cercano sempre il mare; eppure il Nilo, che risorge ogni anno da se stesso, non sarebbe più tornato nell’oceano Indiano, e avrebbe intrapreso il suo viaggio magnifico e tortuoso verso il nord Africa.
Milioni di anni addietro, dalle contrazioni della Terra era nato il mar Rosso, l’Arabia si era separata dall’Africa e i movimenti tellurici innalzarono le fertili rocce vulcaniche delle Terre Alte etiopi. Le piogge e i torrenti continuavano a erodere incessantemente quei basalti, a levigarli e a modellarli, e trascinavano con sè enormi quantità di limo scuro, che tingeva di marrone le acque del Nilo. Carica di tutta quella sostanza fertile, la piena descrisse un’audace curva verso nord e a millecinquecento chilometri dalle Terre Alte, dove si era originata, s’incontrò con il Nilo Bianco.
Questo, a sua volta, aveva compiuto un lunghissimo tragitto dai grandi laghi sulle Montagne della Luna, nel cuore palpitante dell’Africa. Giungeva alla confluenza con il suo fratello Azzurro notevolmente indebolito dal passaggio nel labirinto paludoso del Sud, dove i raggi del sole gli avevano sottratto più della metà della sua portata. L’incontro col Nilo Azzurro era perciò provvidenziale: se non fosse stato per il suo apporto, non sarebbe mai riuscito ad attraversare le roventi sabbie del Sahara e avrebbe patito la sete tra le dune per morire nel bacino di qualche pozza.
Al momento della loro unione, le acque torbide dell’Azzurro s’incresparono sopra quelle del Bianco, che s’immersero al di sotto, in segno di sudditanza. I due fiumi assieme, ora un unico Nilo, proseguirono verso nord, attraversarono il deserto della Nubia per entrare nell’Alto Egitto, il Paese dei faraoni, e puntare finalmente al loro destino finale: il Mediterraneo.
Le acque continuarono a salire verso Nord, dopo Tebe, scorrendo tra i due deserti, quello di Libia e quello di Arabia. E dopo aver lambito decine di città e centinaia di villaggi il Nilo arrivò nel Basso Egitto, dove si divise in sette bocche per creare la regione del Delta.
Qui lei stava facendo il bagno, era notte e il calore insopportabile del sole diurno aveva lasciato il posto al tepore dell’oscurità. Mentre la corrente le accarezzava la pelle nuda e la luna piena intesseva fili d’argento sull’acqua, lei chiuse gli occhi e immaginò le mani di lui che la toccavano. Sentiva le mani che l’accarezzavano disegnando piccoli cerchi sulla schiena. Poi si sentì prendere da dietro, il suo abbraccio l’avvolgeva completamente. Le mani di lui le stringevano i seni e poi scesero lentamente in mezzo alle cosce. Lei sentiva il suo tocco, sentiva le sue dita infilarsi dentro di lei e la sua eccitazione premerle i glutei.