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Trauma da Narcisismo (TdN)

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Viandante Residente
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Il trauma da narcismo sarebbe la traccia che resta in chi ha avuto una storia con un narcisista. Nel parla Pier Pietro Brunelli nell'omonimo libro e qui sotto in blu riporto testualmente le sue parole. Vorrei sapere se avete vissuto questa esperienza, come eravate, come ne siete usciti e come siete ora.  Inoltre vorrei chiedervi se ritenete giusto definirla come una malattia specifica.

[...]Le vittime di un narcisista è come se fossero state contagiate da un virus psichico [...] Le persone infettate/intossicate da un narcisista attraverso una relazione perdono le loro difese immunitarie nei loro punti deboli, per cui i loro problemi psicologici si acuiscono pericolosamente. Vi è poi un forte crollo dell’autostima per cui ci si sente brutti, incapaci, insicuri in quanto appare inconcepibile di essere stati trattati con tanta violenza psicologica dalla persona amata. La sintomatologia della vittima – che io definisco come colpita da TRAUMA DA NARCISISMO (TdN) – può essere più o meno grave e va curata onde evitare peggioramenti. Va detto che quando si viene abbandonati si può subire un TRAUMA ABBANDONICO di maggiore o minore intensità, che è già di per sé assai doloroso e sconvolgente, ma se a questo si aggiunge il TdN TRAUMA DA NARCISISMO, la situazione diventa ancora più grave, in quanto il partner narcisista, oltre ad abbandonare, mira a distruggere, umiliare, ferire, offendere il partner che viene abbandonato. Quest’ultimo, cioè la vittima del narcisista, può sviluppare una vera e propria sindrome traumatica specifica, che negli Stati Uniti è stata già evidenziata da qualche anno, ma che in Italia non è ancora chiara. In pratica si pensa soltanto ad un trauma abandonico e non si riesce a capire a diagnosticare che è qualcosa di assai peggiore, un TdN, appunto.  La sindrome da TdN si caratterizza con un persistente stato d’angoscia e il pensiero ossessivo del fantasma del partner narcisista, del quale non si riesce a compredere la crudeltà. Ciò si accompagna con attacchi di panico, depressione, ansia, difficoltà a dormire, difficoltà ad alzarsi la mattina, sociofobia (paura degli altri), disturbi dell’alimentazione, comportamenti compulsivi (come guidare pericolosamente, o drogarsi o fare abuso di farmaci), pensieri suicidari, difficoltà a stare da solo ma anche a stare in compagnia, disturbi della sfera s*ssuale, deterioramento delle relazioni familiari e delle amicizie (in quanto molti non capiscono e credono si tratti di una semplice storia d’amore finita, per la quale non si dovrebbe soffrire più di tanto), difficoltà nella vita lavorativa e nella capacità di concentrarsi, paura di luoghi e oggetti che rievocano il narcista traumatizzante.
Queste sintomatologie possono protrarsi per molto tempo con il rischio di minare effettivamente anche la salute fisica, provocando quindi l’insorgere di patologie somatiche, funzionali ed organiche, che possono diventare anche gravi.

[...] Innanzitutto bisogna eliminare le nostalgie amorose verso il narcisista, che appariva come una persona un po’ difficile, ma tuttavia amabile, e bisogna capire che invece si ha avuto a che fare con un vero e proprio squilibrato, con un portatore di grave disturbo di personalità (classifficato dal DSM il più importante Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi mentali). [...] Per fare ciò innanzitutto va capito che si tratta di una malattia di cui si è stati vittima. Tuttavia l’oggetto interno alla vittima è duro da staccarsi, esso è come un fantasma persecutorio e angosciante che tiene costantemente viva l’immagine del narcisista amato. Si spera costantemente che esso/a guarisca e si crede che solo in tal modo si potrà guarire. Purtroppo non è così, il narcisista ha intaccato il nostro sistema immunitario psichico e ne ha compromesso le funzioni, anche se lui o lei guarisse (cosa come ho detto quasi impossibile), la vittima resterebbe comunque malata. [...]
E’ chiaro che anche la vittima ha a sua volta ha un problema latente, nel quale il narcisista è riuscito ad infiltrare i suoi influssi maligni, così tale problema latente si acuisce e viene fuori con maggior virulenza. Allora è importante differenziare la situazione e approfittare per capire che un conto sono i propri problemi personali venuti a galla (e sono da risolvere) e un conto sono quelli indotti dall’oggetto interno narcisista malato.
Quindi nei confronti dell’ex-partner narcisista bisogna cambiare atteggiamento emotivo, bisogna contenere il dispiacere di aver perso una persona amata, comprendendo che non ci si rendeva conto che quella persona era effettivamente una persona malata di mente.  
[...] Infatti il narcisista durante tutto il rapporto è stato costantemente ambivalente, faceva il bello e il cattivo tempo, minacciava continui abbandoni, li metteva in atto e poi tornava, a tratti faceva l’affettuoso e a tratti diventava cattivo, questo andamento ambiguo e malsano che si è sopportato nel tempo ha reso la vittima emotivamente instabile ed insicura; poi quando la vittima viene abbandonata il narcisista con malignità più o meno sottile, dopo averla indebolita, mira a distruggerla. Questo bisogno di distruggere la vittima deriva dal fatto che il narcisista sa di essere stato cattivo (seppure non lo può ammettere) e la vittima gli riflette la sua cattiveria in quanto ne è testimone e la ha subìta. Allora, poiché il narcisista non sopporta di essere cattivo (comunque di avere un lato cattivo, come tutti più o meno hanno), in quanto crede di essere un piccolo Dio in terra che, semmai gli altri cattivi e invidiosi, non comprendono- ha bisogno di distruggere le tracce, le prove ed anche il testimone della sua cattiveria; lo fa colpevolizzando la vittima, umiliandola, trattandola molto male. Infatti per il narcista essere amati vuol dire potersi specchiare in uno specchio (il partner) nel quale lui/lei può ammirarsi in tutto il suo potere e bellezza; quando lo specchio (cioè la vittima) incomincia a fare presente che qualcosa non va o comunque ad opporsi a quelle che invece sono cattiverie, mancanze, ambivalenze del narcisista, quest’ultimo si altera sempre di più, ed essendo incapace di riconoscere i suoi errori (ciò lo mette in una crisi inconcepibile) o di chiedere scusa, incomincia a credere che sia lo specchio cattivo, cioè la vittima, quindi fa un’operazione di ribaltamento proiettando la sua cattiveria sulla vittima, ed esercita tutta la sua cattiveria ed il suo odio per colpevolizzare la vittima (in certi casi, di maggior malignità, può persino criminalizzarla con denunce e querele e indurla al suicidio). Lo specchio che gli serviva per ammirarsi va distrutto, fatto cadere in mille pezzi. E così infatti avviene, la vittima cade a pezzi, mentre il narcisista se ne va in giro a testa alta credendo di essere nel giusto e riesce perfino a divertirsi e apparentemente a stare bene, incurante dei danni che ha fatto, ed anzi addirittura sentendosi come un giustiziere che ha fatto bene a rovinare quella persona che, sì lo amava, ma che non era degna di lui/lei in quanto ha osato rispecchiargli le sue parti negative. Lo specchio che ha osato tanto, va quindi distrutto senza pietà. [...] 

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