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Il velo nero

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Massimo Vaj
Massimo Vaj
Viandante Storico
Viandante Storico
Sapeva, per averlo sperimentato più volte, che si poteva vivere senza porsi troppe domande.
Forse non sarebbe stato un vivere entusiasmante, ma lui non cercava emozioni, e non gl'importava nemmeno di capire il mondo.
Gli bastava sfuggirgli.
In quanti si erano chiesti attorno alla vita, senza risolvere altro che l'essersi domandati cose che la vita non voleva rivelare?
Lui non aveva tempo da perdere in queste sciocchezze, aveva un lavoro importante da portare a termine.
Non ci fosse stato quel velo nero, oscuro e tetro, che opprimeva il suo spirito, sarebbe stato felice di vivere.
Un velo che avvolgeva altri che, come lui, facevano solo il proprio dovere.
—Il rispetto della legge— diceva sempre a chi gli chiedeva della sofferenza del mondo.
—Conta solo il rispetto della legge—
Eppure sapeva che non sempre la legge è voluta dal Cielo.
Il velo nero dal Cielo veniva, ormai non aveva più dubbi, perché se la legge degli uomini può essere elusa…
Il velo non si riesce a squarciarlo.
Ti copre senza proteggerti, ti soffoca l'anima, ti costringe a mentirti e a piangere di nascosto.
Il velo nero è impietoso, come l'abbraccio di un demone.
Pur non domandando mai ognuno sa che il velo non c'era, quando gli occhi si accecarono di luce per essersi aperti la prima volta sul mondo.
Era lì, piegato con ordine, al nostro fianco, pronto per essere svolto alla prima bugia.
Quale volontà ce l'ha consegnato, quale crudeltà ci dà la possibilità di scegliere il velo in un mondo dove la scelta è obbligata?
Chi decide di mentire, decide di coprirsi con quel velo nero.

Tutto l'esistere ne è imprigionato, appena muove un passo, mentre la felicità resta lì, ferma e impietrita, a salutarci.

L'uomo cacciò da sé questi angoscianti pensieri, ormai ricorrenti ogni volta che si apprestava a compiere il proprio dovere, e tirò verso di sé la leva della tensione.

La vita di uno sconosciuto vibrò per l'ultima volta, contorcendosi in convulsioni simili a quelle che fanno tremare una vita bugiarda, e si spense nel tanfo di carne bruciata.

L'uomo riaprì il circuito spostando ancora in alto la leva, soffermandosi sul lavoro fatto.

Un velo nero, esattamente come il suo, si era trasformato in un sudario, simile a quello che l'avrebbe accompagnato a casa dai suoi figli.

—Ciao papà, cosa ci hai portato oggi?—

Sapeva che gli sarebbero corsi incontro, che gli avrebbero abbracciato le ginocchia, e che ancora non potevano maledire il loro velo nero.

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