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Dalla "Carità romana alla Madonna del latte"

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altamarea
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Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Valerius Maximus fu uno storico di epoca romana. Visse  tra la fine del I sec. a.C. e la prima metà del I sec. d.C. Scrisse anche un manuale titolato “Factorum et dictorum memorabilum” (= Fatti e detti memorabili), con esempi retorico-morali e storici ad uso dei retori e degli insegnanti delle scuole.

Uno dei racconti, noto come “Caritas romana”, narra di una donna di nome Pero, che segretamente allatta il padre, Cimone, imprigionato e condannato a morte per fame.

Lei aveva il permesso di entrare nel carcere ma senza portare il cibo al condannato. La donna aveva partorito da poco tempo ed allattava il suo piccolo. Per non far morire il padre, di nascosto, offriva il suo seno lattifero anche  al genitore.  Venne scoperta in flagranza di reato ma non venne arrestata. Le autorità preposte commosse dalla generosità filiale (pietas)  concessero la libertà a padre e figlia.

Nei secoli il toccante racconto è stato raffigurato  frequentemente nell’arte. Ebbe diffusione in pittura tra  il XVII ed il XVIII secolo.

Caravaggio inserì il tema nel suo quadro “Le sette opere di misericordia”
Dalla "Carità romana alla Madonna del latte" 264


Pieter Paul Rubens Pieter ne dipinse alcune versioni, una è questa
Dalla "Carità romana alla Madonna del latte" Rubens
"Carità romana". In questo quadro Pero osserva a il volto del padre, mentre lo aiuta a bere il latte dal proprio seno.

di solito la giovane è ritratta con lo sguardo indirizzato all’esterno del campo visivo per percepire l’imminente ritorno del carceriere, come in questo dipinto di Bartolomeno Manfredi
Dalla "Carità romana alla Madonna del latte" Manfrediape-300x160

Anche Gian Lorenzo Bernini si dedicò  a questo tema: a Roma nella chiesa di Sant’Isidoro, in via degli Artisti, progettò per la nobile famiglia De Sylva una cappella barocca  dedicata all’Immacolata Concezione, realizzata tra il 1661 ed il 1663. All’interno c’è un monumento sepolcrale decorato con i simboli di alcune virtù, tra le quali quella dedicata alla carità, in questo caso  “romana. Ma nel 1860  il parroco considerò sconveniente l' immagine di quella donna che si tiene i seni tra le mani e venne “rivestita” con un camicione di bronzo.  
I restauri eseguiti nel 2002 hanno tolto la censura non solo alla statua dedicata alla Carità ma anche a quella della Pace. Bernini le aveva ideate in marmo con seni prosperosi, ed entrambe furono coperte con “camicie” di bronzo avvitate al marmo e dipinte in modo da sembrare originali. I restauratori, però, le hanno eliminate, restituendo alle virtù berniniane la loro originale nudità.

Dalla "Carità romana alla Madonna del latte" Bernini1a
la statua della Carità romana prima del restauro

Dalla "Carità romana alla Madonna del latte" Bernini1b
dopo il restauro

Dalla "Carità romana alla Madonna del latte" Bernini2a
la statua della Pace prima del restauro

Dalla "Carità romana alla Madonna del latte" Bernini2b
statua della Pace dopo il restauro

quando avrò tempo proseguirò il tema, ma dedicato alla "Madonna del latte"



Ultima modifica di altamarea il Ven 14 Apr 2017 - 20:52 - modificato 1 volta.

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silena
silena
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Molto bello ed interessante

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altamarea
altamarea
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Madonna del latte

Questa iconografia è molto antica.

E’ la Dea Madre l’archètipo, il primo esemplare. Col bimbo in braccio o appoggiato sul grembo, è spesso raffigurata nell'atto di allattare.
Dalla "Carità romana alla Madonna del latte" RL-Ph_Astarte1
Arte fenicia. Scultura antropomorfa in pietra calcarea. Rappresenta la Dea madre Astarte che allatta il figlio. La scultura è stata trovata senza testa.

In Egitto era invece Iside ad allattare il figlio Horus
Dalla "Carità romana alla Madonna del latte" Iside4Dalla "Carità romana alla Madonna del latte" Isish200

Questa immagine evoca i dipinti e le sculture dell’arte cristiana che raffigura Maria mentre allatta Gesù.

Le prime rappresentazioni iconografiche ufficiali della "Madonna del Latte" ci furono nell'Egitto ormai cristianizzato del VI o VII secolo dopo Cristo. Maria è ritratta mentre allatta il neonato  Gesù o in procinto di farlo. E’ una variante dell'iconografia della Madonna col Bambino.

Dall'Egitto copto la tipologia della Madonna galattifera  ebbe diffusione presso le chiese orientali nell'arte bizantina, con nome greco di Galaktotrophousa, conosciuta in Occidente col nome di “Maria Lactans” o "Virgo lactans".  In questa variante  Maria ha sul grembo il Bambino, di solito lo sorregge col braccio sinistro mentre con la mano destra gli porge il seno scoperto, oppure è rappresentata a seno scoperto, colta nell'atto di allattare il figlio.  

La tipologia è anche ispirata da un episodio nel Vangelo di Luca. Nella folla una donna alzò la voce e disse a Gesù: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte” (11, 27).

L’iconografia della “Virgo lactans” cominciò ad essere diffusa in Occidente dal XII secolo. Divenne popolare nella scuola pittorica toscana e nel Nord Europa dal Trecento. Un esempio è questa “Madonna del latte” dipinta da Ambrogio Lorenzetti nel 1324 circa

Dalla "Carità romana alla Madonna del latte" 220px-Maria.lactans.Lorenzetti.Ambrogio
Ambrogio Lorenzetti: “Madonna del latte”, 1324 – ’25, Siena, Palazzo Arcivescovile.

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silena
silena
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Molto interessante!

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altamarea
altamarea
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
La Vergine Maria si può considerare l’archetipo cristiano della protettrice delle partorienti e delle mamme.
Ma ci sono anche alcune sante considerate galattogoghe e che evocano determinate divinità pagane collegate alla fecondità ed alla nutrizione della prole.

Sant’Anna, viene festeggiata il 26 luglio.  
Che il nome della Madre di Maria di Nazaret fosse Anna a noi è noto soltanto dall’apocrifo “Protovangelo di Giacomo”.
Anna era considerata donna sterile, ma dopo molti anni Dio esaudì il suo desiderio di maternità con la nascita di Maria.
A Sant’Anna si rivolgono ancora oggi con devozione numerose partorienti, che chiedono l’intercessione affinché nasca loro un figlio sano. E’ considerata patrona delle madri e delle balie.

Sant’Agata, vissuta nel III secolo. L'agiografia di questa santa è arricchita di elementi laudativi, esaltatori. Secondo la leggenda era una giovane catanese di nobile famiglia che fu torturata ed uccisa per la sua fede cristiana. Con le tenaglie le furono recisi i seni, che però le ricrebbero durante la notte.  
Sant’Agata è la patrona di Catania e delle balie; protettrice delle donne  affette da ipogalattia,  taumaturgica per le affezioni al seno, in relazione allo specifico martirio subito.
Dal 3 al 5 febbraio Catania festeggia la patrona con solenni cerimonie religiose e dolci tipici, come le minne di Sant’Agata (le minne sono i seni in dialetto catanese)sono delle piccole cassate rotonde e bianche sormontate da una ciliegia rosa.  

Santa Scolastica, nata nel V secolo, è la sorella di Benedetto da Norcia.
Nel passato veniva invocata per far scendere il latte alle puerpere. L’agiografia dedicata a questa santa fa riferimento anche all’acqua, simbolo di vita, perciò nel passato le furono dedicate numerose fonti d’acqua, considerate miracolose per la discesa del latte nell’allattamento al seno.

Sant’Eufemia
, martire del IV secolo, venerata dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa. Nacque a Calcedonia, l’attuale Kadıköy, quartiere di Istanbul. Anche lei figlia di nobili, la sua agiografia narra che fu uccisa all’età di 15 anni (nacque nel 288 e morì nel 303) durante la persecuzione  ordinata da Diocleziano. Fu arrestata assieme ad altri quarantanove cristiani che avevano rifiutato di immolare una vittima ad una divinità pagana.
Nel 1970 la Congregazione dei riti ha tolto la festa di sant’Eufemia dal calendario romano, in quanto "le opere della vergine e martire di Calcedonia sarebbero completamente leggendarie".
In Abruzzo, nel Comune di Sant’Eufemia a Maiella, c’è una fontana che viene detta “fonte di Sant’Eufemia”, la cui acqua nel passato veniva considerata  miracolosa dalle donne in stato di gravidanza o divenute madri da pochi mesi. Bevevano quell’acqua considerata curativa, invocando protezione dalle patologie collegate alla maternità  e abbondanza di latte al seno per nutrire i loro neonati.  

Santa Puerpera: questa santa non è esistita. Nel passato la credulità popolare la considerava la protettrice della “lactatio senile” e a lei si rivolgevano le partorienti  “anziane”.
“Vergine puerpera” è solo un appellativo dedicato a Maria, la madre di Gesù.

Santa Margherita di Antiochia:in Oriente è conosciuta col nome di Marina (275 – 290).  La Chiesa ortodossa ne celebra la memoria il 17 luglio invece la Chiesa cattolica la festeggia il 20 luglio. A seguito della riforma liturgica la sua commemorazione è stata tolta dal calendario romano generale, pur rimanendo inserita nel Martirologio Romano.
L’agiografia di questa santa narra che la quindicenne fanciulla cristiana subì il martirio durante il governo di Massimiano, co-imperatore con Diocleziano. La Chiesa cattolica e quella ortodossa la considerano patrona delle partorienti.

Santa Margherita Maria Alacoque (1647 – 1690), monaca e mistica francese   protettrice delle gestanti, le quali pregavano la sua intercessione per avere il parto sicuro.

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