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Harakiri e Occidente

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NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
L' harakiri ( taglio del ventre) è il nome con cui è conosciuto il seppuku.
Si tratta di un rituale rigidamente codificato che assolve nelle culture orientali una duplice funzione:
- punizione della colpa
- evitamento del disonore
In entrambi i casi ha una funzione riparatoria, che secondo me è nettamente prevalente rispetto alla sua valenza punitiva.
Ad esempio chi ha commesso un'azione tale da andare incontro al pubblico disonore, dandosi da se la morte recupera il proprio onore senza perderlo, come avverrebbe se altri gli somministrassero la punizione della morte per il suo reato o peggio se fuggisse.
In altre parole, la cultura da alle persone uno strumento per gestire un conflitto,oltre ai parametri valoriali che pongono in essere quel conflitto. Questo strumento è una pratica informata ad un'idea di bene precisa. Essa presuppone che ogni essere umano non sia l'attore di infinite possibili trame d'esistenza, ma un personaggio unico che se non agisce bene la trama di scena viene bruciato senza rimedio.
Non è così all'interno di ogni cultura, chiaramente. Ci sono moltissimi modi di dare significato all'esistenza umana, e la nostra cultura permette da al personaggio sociale che corrisponde all'identità di ciascuno di noi maggiori possibilità prima che questo si bruci. Ma arriva quel punto anche per noi?
E se arriva, quando accade?
Forse anche questo confine, nella nostra cultura costruita intorno al culto dell'individuo, è personale e soggettivo?
In altre prole, è una nostra decisione personale il fatto che il nostro personaggio sociale sia bruciato?
E della colpa? Che possiamo dire?
Direi che la nostra cultura definisce molto bene cosa sia la colpa, pur lasciando a ciascuno di noi un buon margine creativo con cui escogitare modi artistici di farci del male. Però per questo male, la nostra cultura non indica alcun rituale auto - punitivo e riparatore. O forse è più giusto dire che non lo fa con tale sconcertante precisione.
non siamo forse la cultura del Cristo MORTO IN CROCE PER ESPIARE I PECCATI DEL MONDO? Non siamo TUTTI FIGLI DEL PECCATO ORIGINALE? E allora, pensiamoci bene.
Che caratteristiche ha il nostro Hara Kiri?
E... tentando di un spertegare troppo... quanto è trans culturale il bisogno che esista un modo definitivo e risolutore di gestire la colpa?

2
BigBossStigazzi
BigBossStigazzi
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
in altre prole? Il figlio della colpa? rotolarsi dal ridere rotolarsi dal ridere

3
NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
BIGbossSTIGAZZI ha scritto:in altre prole? Il figlio della colpa? rotolarsi dal ridere rotolarsi dal ridere

Anche.
Prova a descriverlo.
A chi assomiglia?

4
Magonzo
Magonzo
Viandante Storico
Viandante Storico
boh... !? io il 31 ho perso il portafogli, con patente, carte di credito, d'identità e soldi, più forse qualche cimelio adorato...
non so per cosa mi sia punito;

vabbè, dai... noi occidentali abbiamo finito per elaborare il concetto del super-io, e le relative trasgressioni, ecc...
quelli meno prossimi alla cultura psicanalitica individuano il precetto genitoriale;
questo però è surrettiziamente comunicato in termini di livello di "felicità":
cioè, i genitori comunicano un certo livello consentito di felicità (essenzialmente sessuale, sublimata eventualmente in termini di realizzazione sociale, professionale, creativa, ecc...) il cui (anche semplice tentativo di) superamento genera un senso di colpa e l'esigenza ansiofuga di provvedere alla propria stessa punizione, piuttosto che attenderne angosciosamente una dal Destino.

5
xmarcox
xmarcox
Viandante Residente
Viandante Residente
ho letto o sentito che in oriente la morale è più incentrata sulla vergogna, mentre in occidente sul senso di colpa.

la vergogna colpisce solo quando gli altri sanno, mentre il senso di colpa ti colpisce anche quando sei il solo a sapere.

poi in Europa o quantomeno in Italia, avendo assorbito i tratti culturali da Cristo in poi con il nuovo testamento ecc... abbiamo dato particolare valore alla redenzione tramite il pentimento... questo in alcuni casi può essere positivo, in altri no, ad esempio quando magari il colpevole non è pentito e per coerenza non si dichiara tale (non riconosce le sue azioni come peccati/colpe/crimini) rischia di rimanere dentro (magari è una boiata ma è quello che mi ricordo), mentre negli USA essendo più vicini alla Bibbia che al Vangelo sono più propensi a pensarla in termini di punizione, invece che di pentimento, quindi ti fai i tuoi anni e via.

6
BigBossStigazzi
BigBossStigazzi
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
se defo parlare seriamente ke dire...la nostra kultura è basta sul senso di kolpa, ma io sono poko akulturato, non mi piace, la evito, penso prima: se faccio kvesta cosa poi mi sentirei in kolpa? se la risposta è sì evito di fare la cosa, se da essa dipende la mia sopravvivenza, anche se di solito mi sentirei in colpa, in quel caso no:

ci hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane,
ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame!

7
NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Magonzo ha scritto: i genitori comunicano un certo livello consentito di felicità (essenzialmente sessuale, sublimata eventualmente in termini di realizzazione sociale, professionale, creativa, ecc...) il cui (anche semplice tentativo di) superamento genera un senso di colpa e l'esigenza ansiofuga di provvedere alla propria stessa punizione, piuttosto che attenderne angosciosamente una dal Destino.

Non ci avevo mai pensato.
Quindi sarebbe questo il discrimine che decide della colpa e necessità di operare una punizione riparatrice?
Nello stesso modo verrebbe anche indicata la punizione?
Dal tuo punto di vista è quindi tutta una faccenda intima e privata?

P.s.
Io non so come fai con me a cogliere sempre nel segno.
Mi hai piazzato delle cimici in stanza?

xmarcox ha scritto:ho letto o sentito che in oriente la morale è più incentrata sulla vergogna, mentre in occidente sul senso di colpa.

la vergogna colpisce solo quando gli altri sanno, mentre il senso di colpa ti colpisce anche quando sei il solo a sapere.


Vergogna e colpa sono due sentimenti profondamente diversi, anche se possono sovrapporsi.
E' vero. Io però li interpreto diversamente.
La vergogna è legata ad un giudizio negativo che formuliamo su noi stessi registrando un fallimento reale o presunto rispetto a parametri esterni interiorizzati o a ciò che vorremmo essere. In altre parole riguarda il nostro rapporto con noi stessi ( autostima) e solo successivamente gli altri in quanto spettatori della nostra persona che abbiamo giudicato mancante.
La colpa invece è legata alla violazione di una regola interiorizzata e può sussistere a prescindere dal nostro giudizio negativo su noi stessi, anche se una volta commessa la colpa il nostro giudizio su noi stessi può diventare negativo e quindi può subentrare la vergogna. Gli altri entrano in causa da subito, perchè la norma violata riguarda modalità di gestione delle relazioni, anche se ciò avviene anche in questo caso all'interno di noi stessi. Inoltre anche se il nostro giudizio su noi stessi può divenire negativo una volta avvertita la colpa, non è detto che accada e non è detto che accada globalmente.


poi in Europa o quantomeno in Italia, avendo assorbito i tratti culturali da Cristo in poi con il nuovo testamento ecc... abbiamo dato particolare valore alla redenzione tramite il pentimento... questo in alcuni casi può essere positivo, in altri no, ad esempio quando magari il colpevole non è pentito e per coerenza non si dichiara tale (non riconosce le sue azioni come peccati/colpe/crimini) rischia di rimanere dentro (magari è una boiata ma è quello che mi ricordo), mentre negli USA essendo più vicini alla Bibbia che al Vangelo sono più propensi a pensarla in termini di punizione, invece che di pentimento, quindi ti fai i tuoi anni e via.

Eccoci. Il pentimento è una forma sottilissima di hara kiri se declinato in certe forme. Implica 'apparente rinuncia alla legittima vendetta e una forma perversa e auto svalutante di umiltà.
La differenza tra Europa e Usa in questo senso dipende dal ruolo assegnato a Dio. Nelle dottrine della predestinazione di stampo calvinista, la predestinazione è predeterminazione, ovvero dio ha già deciso dove finiremo a prescindere da cosa faremo. In quelle Luterane invece non tutto è scritto, cioè non c'è predeterminazione ma solo predestinazione, ma in ogni caso la grazia è un dono gratuito e imperscrutabile, non qualcosa che si può meritare o addirittura comprare ( vedi indulgenze). Ecco perchè l'accento negli Usa è sulla punizione e non sul pentimento. ed ecco perchè concepisco il pentimento cristiano come una forma perversa e auto svalutante di umiltà: l'apparente rinuncia alla legittima vendetta è in realtà una delega a terzi ( Dio) dell'onere di amministrare il bene e il male. Il pentimento in termini cattolici implica il farsi difendere da terzi senza sporcarsi le mani. L'aggressività si tramuta in vittimismo anzichè dirigersi in modo dignitoso verso la sua vera meta. E' inevitabilmente anche un atteggiamento masochistico, e quindi implica auto svalutazione e comporta sofferenza.

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Magonzo
Magonzo
Viandante Storico
Viandante Storico

NinfaEco ha scritto:Eccoci. Il pentimento è una forma sottilissima di hara kiri se declinato in certe forme. Implica 'apparente rinuncia alla legittima vendetta e una forma perversa e auto svalutante di umiltà.
La differenza tra Europa e Usa in questo senso dipende dal ruolo assegnato a Dio. Nelle dottrine della predestinazione di stampo calvinista, la predestinazione è predeterminazione, ovvero dio ha già deciso dove finiremo a prescindere da cosa faremo. In quelle Luterane invece non tutto è scritto, cioè non c'è predeterminazione ma solo predestinazione, ma in ogni caso la grazia è un dono gratuito e imperscrutabile, non qualcosa che si può meritare o addirittura comprare ( vedi indulgenze). Ecco perchè l'accento negli Usa è sulla punizione e non sul pentimento. ed ecco perchè concepisco il pentimento cristiano come una forma perversa e auto svalutante di umiltà: l'apparente rinuncia alla legittima vendetta è in realtà una delega a terzi ( Dio) dell'onere di amministrare il bene e il male. Il pentimento in termini cattolici implica il farsi difendere da terzi senza sporcarsi le mani. L'aggressività si tramuta in vittimismo anzichè dirigersi in modo dignitoso verso la sua vera meta. E' inevitabilmente anche un atteggiamento masochistico, e quindi implica auto svalutazione e comporta sofferenza.

fai attenzione, perché così fornisci una lettura denigratoria e parziale della peculiarità protestante in termini di rapporto con la Grazia e la Salvezza, nel senso che vi è una predestinazione, ma nessuno può esserne a conoscenza, nemmeno gli uomini di chiesa;

il vero punto discriminante in questo senso è l'assenza della Confessione/Assoluzione mediata da un officiante;
in questa condizione di assenza, vengono meno anche spazi di equivoco e/o sublimazione, dato che l'eventuale auto-indulgenza ha ovviamente uno scarsissimo potere liberatorio; è per questo che il protestante mostra una psicologia più severa, mentre nelle pieghe del rapporto col confessore si nascondono mille anfratti ove la coscienza è esonerata dal confronto con la realtà;

NinfaEco ha scritto:
Magonzo ha scritto: i genitori comunicano un certo livello consentito di felicità (essenzialmente sessuale, sublimata eventualmente in termini di realizzazione sociale, professionale, creativa, ecc...) il cui (anche semplice tentativo di) superamento genera un senso di colpa e l'esigenza ansiofuga di provvedere alla propria stessa punizione, piuttosto che attenderne angosciosamente una dal Destino.

Non ci avevo mai pensato.
Quindi sarebbe questo il discrimine che decide della colpa e necessità di operare una punizione riparatrice?
Nello stesso modo verrebbe anche indicata la punizione?
Dal tuo punto di vista è quindi tutta una faccenda intima e privata?

P.s.
Io non so come fai con me a cogliere sempre nel segno.
Mi hai piazzato delle cimici in stanza?
o videocamere; magari... così avrei nozione fondata delle virtù del tuo famoso posteriore Sorriso Scemo

non so, io faccio un banale conto della serva a partire dalle elementari pulsioni che ci accomunano tutti; il resto sono le diverse uniformi, i vestitini nevrotici coi quali quelle pulsioni vengono abbigliate e allora si tratta solo di spogliarle, strato per strato  Harakiri e Occidente 292615

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BigBossStigazzi
BigBossStigazzi
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
NinfaEco ha scritto:L' harakiri ( taglio del ventre) è il nome con cui è conosciuto il seppuku.
Si tratta di un rituale rigidamente codificato che assolve nelle culture orientali una duplice funzione:
- punizione della colpa
- evitamento del disonore

scusa ma non concordo, il seppuku non evita il disonore, lo ratifica "visto che sono stato disonorato l'unico modo per rientrarne in possesso è il sacrificio, a volte se il disonore è piccolo basta tagliare una falange del dito, se è un grande disonore con il quale non si può convivere allora conviene la rinuncia alla vita

In entrambi i casi ha una funzione riparatoria, che secondo me è nettamente prevalente rispetto alla sua valenza punitiva.
Ad esempio chi ha commesso un'azione tale da andare incontro al pubblico disonore, dandosi da se la morte recupera il proprio onore senza perderlo, come avverrebbe se altri gli somministrassero la punizione della morte per il suo reato o peggio se fuggisse.
In altre parole, la cultura da alle persone uno strumento per gestire un conflitto,oltre ai parametri valoriali che pongono in essere quel conflitto. Questo strumento è una pratica informata ad un'idea di bene precisa. Essa presuppone che ogni essere umano non sia l'attore di infinite possibili trame d'esistenza, ma un personaggio unico che se non agisce bene la trama di scena viene bruciato senza rimedio.
Non è così all'interno di ogni cultura, chiaramente. Ci sono moltissimi modi di dare significato all'esistenza umana, e la nostra cultura permette da al personaggio sociale che corrisponde all'identità di ciascuno di noi maggiori possibilità prima che questo si bruci.

così automaticamente inserisci un giudizio, che sia meglio per più libertà un sistema che ti consente di liberarti delle tue colpe senza ricorrere all'estremo sacrifico, ma non è detto che il fatto che si bruci il personaggio sia una cosa negativa (bisognerebbe forse agire sul cardine ossia svincolare la presona umana dal personaggio sociale)

Ma arriva quel punto anche per noi?
E se arriva, quando accade?
Forse anche questo confine, nella nostra cultura costruita intorno al culto dell'individuo, è personale e soggettivo?
In altre prole, è una nostra decisione personale il fatto che il nostro personaggio sociale sia bruciato?
E della colpa? Che possiamo dire?
Direi che la nostra cultura definisce molto bene cosa sia la colpa, pur lasciando a ciascuno di noi un buon margine creativo con cui escogitare modi artistici di farci del male. Però per questo male, la nostra cultura non indica alcun rituale auto - punitivo e riparatore. O forse è più giusto dire che non lo fa con tale sconcertante precisione.

sei una grande, la parte che ho evidenziato è molto carina, ma scusa "modi artistici per farci del male" non è meglio di "modi banali per farci del bene"?è una nostra decisione personale? molto ben detto...forse che il gay cattolico che si è dato fuoco davanti al vaticano ha scelto di avere dentro una dicotomia insanabile? Forse che i poveri che muoionO di fame e sete non si dovrebbero scusare per il disturbo che ci danno?

non siamo forse la cultura del Cristo MORTO IN CROCE PER ESPIARE I PECCATI DEL MONDO? Non siamo TUTTI FIGLI DEL PECCATO ORIGINALE?

questa è la genialata del cattolicissimo, indimostrabile peccato originale, anche solo per essere venuti al mondo! e riescono, summa di ipocrisia, a farlo convivere con "la vita è un dono" sono affranto, nulla di quel che posso dire può far capire la verità che io POSSIEDO, CHE HO NELLA MIA TASCA, E LI' MARCISCE COME OGNI COSA VIVA CHE RESTI TROPPO AL CHIUSO

E allora, pensiamoci bene.
Che caratteristiche ha il nostro Hara Kiri?

le stesse della mia mata hari, hara kiri, mata hari ghiri ghiri.....

E... tentando di un spertegare troppo... quanto è trans culturale il bisogno che esista un modo definitivo e risolutore di gestire la colpa?


il trans culturale esiste ma è definitivo e risolutore solo se operato (e giuro che se io volessi diventare un trans GIURO CHE MI FAREI LA VAGINOPLASTICA ORIZZONTALE!!!!!!!!!!!!!!)  Harakiri e Occidente 214252

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NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Magonzo ha scritto:


fai attenzione, perché così fornisci una lettura denigratoria e parziale della peculiarità protestante in termini di rapporto con la Grazia e la Salvezza, nel senso che vi è una predestinazione, ma nessuno può esserne a conoscenza, nemmeno gli uomini di chiesa;

il vero punto discriminante in questo senso è l'assenza della Confessione/Assoluzione mediata da un officiante;
in questa condizione di assenza, vengono meno anche spazi di equivoco e/o sublimazione, dato che l'eventuale auto-indulgenza ha ovviamente uno scarsissimo potere liberatorio; è per questo che il protestante mostra una psicologia più severa, mentre nelle pieghe del rapporto col confessore si nascondono mille anfratti ove la coscienza è esonerata dal confronto con la realtà;

Beh, diciamo che l'idea stessa di grazia non mi piace cattolica, calvinista o protestante che sia.
E tana per me su questo punto.
Per quanto riguarda il resto, sono cose collegate secondo me. La gerarchia ecclesiastica può esercitare il suo ruolo di mediatore ( anche nell'amministrare la possibilità che vi sia perdono) proprio perchè l'uomo può influenzare in qualche modo la grazia divina. Se non può farlo allora il fedele si sente oppresso da una cappa ancora più greve. Sbaglio?

NinfaEco ha scritto:
o videocamere; magari... così avrei nozione fondata delle virtù del tuo famoso posteriore Sorriso Scemo

Ho capito che devo guardarmi alle spalle rotolarsi dal ridere

non so, io faccio un banale conto della serva a partire dalle elementari pulsioni che ci accomunano tutti; il resto sono le diverse uniformi, i vestitini nevrotici coi quali quelle pulsioni vengono abbigliate e allora si tratta solo di spogliarle, strato per strato  Harakiri e Occidente 292615

Si, ma pochi ne parlano.

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NinfaEco
NinfaEco
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BIGbossSTIGAZZI ha scritto:
scusa ma non concordo, il seppuku non evita il disonore, lo ratifica "visto che sono stato disonorato l'unico modo per rientrarne in possesso è il sacrificio, a volte se il disonore è piccolo basta tagliare una falange del dito, se è un grande disonore con il quale non si può convivere allora conviene la rinuncia alla vita

Ma scusa de che? Sei il mio capo. Devi darmi torto e mortificarmi. rientra nel tuo ruolo istituzionale. BeautyfulSuina

e' vero che ratifica il disonore, ma è anche vero che, essendo quell'atto la via canonica per riparare, compiendolo ci si riscatta nell'unico modo rimasto possibile.

Hai visto il Trono di Sangue di Kurosawa?
Il vecchio padre imbecille non si uccide.
La nuora malefica è costretta a porgere la spada al marito codardo,
mentre lei, essendo troppo cattiva viene fatta decapitare dal regista prima di poter compiere il gesto.
Le concubine che sono donne devono uccidersi reciprocamente.

Gli eroi sconfitti invece si uccidono.

sei una grande, la parte che ho evidenziato è molto carina, ma scusa "modi artistici per farci del male" non è meglio di "modi banali per farci del bene"?

Purtroppo a volte e' molto difficile. Ed è questa una colpa per cui non trovo perdono.
Idee Capo?


il trans culturale esiste ma è definitivo e risolutore solo se operato (e giuro che se io volessi diventare un trans GIURO CHE MI FAREI LA VAGINOPLASTICA ORIZZONTALE!!!!!!!!!!!!!!)  Harakiri e Occidente 214252


Capo..... riciapesssss rotolarsi dal ridere

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Magonzo
Magonzo
Viandante Storico
Viandante Storico
NinfaEco ha scritto:
Magonzo ha scritto:


fai attenzione, perché così fornisci una lettura denigratoria e parziale della peculiarità protestante in termini di rapporto con la Grazia e la Salvezza, nel senso che vi è una predestinazione, ma nessuno può esserne a conoscenza, nemmeno gli uomini di chiesa;

il vero punto discriminante in questo senso è l'assenza della Confessione/Assoluzione mediata da un officiante;
in questa condizione di assenza, vengono meno anche spazi di equivoco e/o sublimazione, dato che l'eventuale auto-indulgenza ha ovviamente uno scarsissimo potere liberatorio; è per questo che il protestante mostra una psicologia più severa, mentre nelle pieghe del rapporto col confessore si nascondono mille anfratti ove la coscienza è esonerata dal confronto con la realtà;

Beh, diciamo che l'idea stessa di grazia non mi piace cattolica, calvinista o protestante che sia.
E tana per me su questo punto.
Per quanto riguarda il resto, sono cose collegate secondo me. La gerarchia ecclesiastica può esercitare il suo ruolo di mediatore ( anche nell'amministrare la possibilità che vi sia perdono) proprio perchè l'uomo può influenzare in qualche modo la grazia divina. Se non può farlo allora il fedele si sente oppresso da una cappa ancora più greve. Sbaglio?

beh, io direi che sbagli, perché inevitabilmente influenzata da una concezione remunerativa della Grazia, tipica della cultura cattolica (anche dei non credenti): se le mie opere saranno buone, otterrò la salvezza;

questo è un retaggio antropologico di un'Era della soggezione alla natura (col corollario paganeggiante del sacrificio, la transustanziazione, ecc...) ma non corrisponde alla condizione psicologica dell'Umanesimo e alla responsabilità che la centralità umana comporta nei confronti del Creato (e della Legge di Dio, per i credenti...)

ovviamente, la "solitudine" della coscienza ha in sé un connotato potenziale di angoscia, ma è inevitabile, a meno di una assoluzione reciproca tra fedele e potere ecclesiale, in frode della coscienza stessa;

un esempio che mi piace spesso citare è - per chi l'ha visto - il finale "a sorpresa" di Match Point, di W.Allen, di tenore tipicamente protestante:
al contrario di quanto ci si aspetterebbe dal Deus ex machina in un finale cattolico di espiazione, la sorte lascia l'omicida impunito dalla legge degli uomini, e solo con la sua coscienza di padre e mostro, con la sua famiglia di ignari, ove la sua punizione è semplicemente la condizione di inadeguatezza e scialo quotidiano del dono che ha ricevuto.

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hakimsanai43
hakimsanai43
Viandante Storico
Viandante Storico
rotolarsi dal ridere
50.000 Euro a chi mi spiega DA CHE COSA mi avrebbe salvato il Salvatore.
Altri 50.000 Euro a chi mi fa il nome di una persona salvata dal Salvatore.

rotolarsi dal ridere

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BigBossStigazzi
BigBossStigazzi
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
@haki il salvatore non ti ha salvato dall'unico pericolo che corri ogni volta che ti esprimi: renderti ridicolo e non ti ha salvato perchè Lui non c'è, e perchè anche ci fosse sarebbe impossibile salvarti dal ridicolo  Harakiri e Occidente 214252

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Shushan
Shushan
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
io adoro la filosofia orientale specie quella giapponese, sono totalmente affascinata dai samurai, ma fare "harakiri" era un atto di coraggio. Diciamo che l'harakiri è un qualcosa di particolare che a noi occidentali sfugge, difficile da capire.

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hakimsanai43
hakimsanai43
Viandante Storico
Viandante Storico
Shushan ha scritto:io adoro la filosofia orientale specie quella giapponese, sono totalmente affascinata dai samurai, ma fare "harakiri" era un atto di coraggio. Diciamo che l'harakiri è un qualcosa di particolare che a noi occidentali sfugge, difficile da capire.
cool
Hara-kiri = colpire il centro Hara con un pugnale per suicidasrsi in modo quasi indolore.
Dove si trova il centro Hara?
Due centimetri sotto l'ombelico ed è la sede della mente.
Dunque il cervello è la sede della memoria mentre Hara è la sede della comprensione,della saggezza ecc.
Dunque? Ragionare con la pancia?
Certamente sì e non solo per i Giapponesi ma per tutti.

scratch

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xmarcox
xmarcox
Viandante Residente
Viandante Residente
per me fare "harakiri" è un atto di debolezza... hai sbagliato? bhe sbagliere è umano, perdonati e vai avanti potrai fare tanto altro bene nella tua vita... per lo sdegno degli altri bhe basta cambiare zona o ignorarli e amen... questo è coraggio!

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Shushan
Shushan
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
In Giappone il senso dell'orgoglio e dell'onore è molto profondo...ecco perchè dicevo è difficile per noi occidentali capirlo..e poi al giorno di oggi non è che facciano harakiri. Quello lo facevano i samurai, ad esempio, o chi aveva portato disonore alla famiglia, ma parliamo di secoli fa. I giapponesi di oggi hanno dimenticato tutte queste tradizioni, non penso girino con le katane, almeno.

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Aleister
Aleister
Viandante Storico
Viandante Storico
In Occidente, secondo Lacan, le figure di Giona e del Figliol Prodigo sintetizzano i sintomi prevalenti nella contemporaneità: lo spegnimento, il voler morire da una parte, il voler godere freneticamente, il voler vivere e basta dall'altra. Sintomi accomunati dal venir meno della responsabilità etica e dunque del senso di colpa. Pentirsi è soggettivare il senso di colpa, e Giona evidentemente non lo fa. E il senso di colpa va sganciato dal senso del dovere: il soggetto è in colpa quando rinuncia al proprio desiderio, quando non ascolta la chiamata dell'inconscio. Venendo al perdono, non si può ignorare l'etimo che contiene la parola "dono". Perdonare è un donare, o condizionato (da un'immaginaria reciprocità) o incondizionato (a prescindere dall'altro, secondo l'asimmetria evangelica che invita ad amare i propri nemici). Perdono è vicino a gratitudine, ovvero al superamento simbolico dell'invidia: implica sia la forza della memoria sia un relativo oblio. In analisi, il vero alleggerimento (dal peso del passato, dall'attesa del risarcimento) avviene quando si assume il peso della propria responsabilità e si riconosce che - per certi aspetti - si è voluto ciò che si è subito.

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xmarcox
xmarcox
Viandante Residente
Viandante Residente
Shushan ha scritto:In Giappone il senso dell'orgoglio e dell'onore è molto profondo...ecco perchè dicevo è difficile per noi occidentali capirlo..e poi al giorno di oggi non è che facciano harakiri. Quello lo facevano i samurai, ad esempio, o chi aveva portato disonore alla famiglia, ma parliamo di secoli fa. I giapponesi di oggi hanno dimenticato tutte queste tradizioni, non penso girino con le katane, almeno.

bhe ancora oggi hanno qualche problema con i suicidi: http://it.wikipedia.org/wiki/Suicidio_in_Giappone

cmq per dire secondo me non è una cosa da ammirare... l'ammazzarsi per vergogna o comunque schiacciati da condizionamenti sociali...

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Shushan
Shushan
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
beh su questo ti do ragione...non ci si deve mai vergognare di ciò che si fa...quello insomma equivale un pò come il nostro suicidio. Poi ovviamente, ci sono situazioni che vanno oltre e non riusciamo a capire perchè una persona vuole porre fine alla propria vita, ci sono certi meccanismi della mente umana veramente strani, e io appunto non sono in grado di giudicare, perchè non posso sapere cosa passava nella mente di chi ha voluto togliere un bene prezioso come la loro vita.

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