VERSI CANTATI DA UN VENETO DA DODICI LUSTRI
1847(06/04/2014)
Qui nel Nord-Est della “Italia”
sono giunto che non avevo vent'anni
conobbi mia moglie a ventidue anni
donna alpina grintosa bonaria.
Mio suocero ultraottantenne
lui non si sentiva rappresentato
da Umberto Bossi troppo sboccato
ché pei veneti il garbo è solenne.
Insomma gli spaccon non son ben visti
e lo dimostra quel tanko di latta
che fa sboccare i lombardi leghisti.
Questo è un tanko di veneti angusti
semmai Salvini dentro ci salta
per dar da vivere ai suoi borsisti.
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Voglio dire, col sonetto in premessa,
che i veneti è gente da scommessa
non chiacchiera tanto ma fa i fatti
il tanko di latta po' sembrar da matti
qui si incomincia sempre dal basso
e poi andando avanti passo per passo
un laboratorio in fondo alla stalla
pian pianino emerge a galla
diventa 'na fabbrica fra le stelle
con operai che non si grattan le palle.
E' vero che la crisi tutti ci impasta
ma i politici vivono da casta
con leghisti dalle vacche magre
sempre pronti a cavalcare la tigre.
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Il sorriso alla vita è scontato
guai se non sorridi ogni momento
rischi di rimanere incastrato
nel giro vorticoso di un lamento