Vorrei esporre qui alcune considerazioni che ho dovuto tacere al colloquio. Del tipo: perché ‘sta gente non se ne va a fanculo?
(Sì, mi rendo conto che è un approccio poco scientifico al problema.)
Ci sono vari tipi di troll, ma con il tempo ci si fa l’abitudine, li si riconosce e li si nuclearizza a tempo di record. Addirittura, in community scafate , l’utenza è così abituata a stanare i troll che nel giro di tre nanosecondi, quando se ne presenta uno, ha già azzannato alla giugulare il tizio in questione, prima ancora che un membro dello staff veda la discussione. È bello sapere di aver fatto un ottimo lavoro con l’addestramento avere degli utenti così ligi alle regole.
Ah, già. Le regole.
Uno degli argomenti principali portati come vessillo dai troll (ci sono i troll anarchici che hanno come obiettivo rovesciare la dittatura e riportare la democrazia, il tutto in nome della Libertà) è che la tirannica direzione è la nemica di classe
Per quanto uno provi a scrivere un regolamento MOLTO lungo, MOLTO rigido e MOLTO preciso , c’è gente che riesce a inventare infrazioni nuove non previste dal regolamento Il che porta a una serie di problemi, del tipo che lo staff interviene, cazzia l’utente e questo insorge con “non è previsto dal regolamento! Il regolamento non lo vieta!”.
Ok, hai ragione, ma non è colpa mia se la tua fantasia criminale supera la mia, eh..
Tecniche di trollaggio
Appellatevi alla libertà di parola
Il che vuol dire insinuare nella persona che state trollando (e nei suoi lettori) il dubbio di essere stati privati del vostro diritto di esprimere opinioni. La strategia è sottile. Innanzitutto non dovete adoperare parolacce, minacce o insulti, altrimenti il vostro ban immediato sarebbe sacrosanto. Commentate dunque con saccenza e con sarcasmo, ostendando però un velo di (falsa) educazione che vi potrebbe mettere al riparo da una scacciata da parte della vostra vittima. Se siete bravi con le parole, il giochetto può andare avanti a lungo, a meno che la vittima non sia particolarmente democratica (io, per esempio, sono assolutamente dittatoriale).
Dannosità dell’attacco: 7/10
Fate battute a casaccio
Ci sono poche cose più irritanti che non ricevere commenti ironici o sarcastici ai vostri post più lunghi e documentati. Perfino un semplice smile è in grado di far saltare i nervi al blogger, se ricevuto al momento e al posto sbagliato. La strategia è questa: utilizzate stupidi giochi di parole per inventarvi battute idiote, da piazzare nei post più sentiti. Di solito è semplice intuire quali sono. Non utilizzate troppo frequentemente questa tattica, bensì solo nei momenti più importanti, saltando fuori come Vietcong dalla boscaglia.
Vi farete odiare, ve lo assicuro.
Dannosità dell’attacco: 6/10
Lasciate un commento lunghissimo
Prendete di mira un post da cui dissentite con l’autore, quindi premuratevi di lasciare un commento lunghissimo, farcito di ironia e di ammiccamenti falso-buonisti, in cui smontate per benino tutto ciò che la vostra vittima ha scritto. Fornite dati inventati di sana pianta, giusto per minare la fiducia degli altri lettori che intervengono nella discussione, siate ficcanti, ma non apertamente offensivi. Soprattutto siate prolissimi, divagando a casaccio, pur di allungare il brodo. Non è la sostanza, bensì la quantità del commento a dover irritare. Immaginatevi nei panni di Puffo Quattrocchi, vera icona di questo filone di trolling. Certo, non è una tattica semplice e veloce, ma è ammorbante come poche altre.
Dannosità dell’attacco: 8/10
Fate i moralisti
Tecnica d’attacco più brutale delle precedenti, ma molto efficace. Prendete un post frivolo scritto dalla vostra vittima, magari uno dove si parla di gadget elettronici, di moda, di fumetti, e saltatevene fuori con la frase moralista per antonomasia: “Con tutti i problemi che ci sono al mondo tu perdi tempo a parlare di queste cose?” Se poi si parla di donne, di sesso, di erotismo, buttatela sul femminismo ruspante, oppure sul fanatismo religioso, spargete ovvietà e demagogia, urtate i nervi della vostra vittima cercando di farla passare per uno scansafatiche viziato. Di solito interventi del genere sono in grado di scatenare tutti i lettori fedeli alla vostra vittima, causando irritazioni e mal di pancia assortiti.
Dannosità dell’attacco: 7/10
Spargete sfiducia
Ottima strategia d’attacco per tutti quei post riguardanti progetti, iniziative o sogni da realizzare. La trollata si innesca col classico “Bella idea ma secondo me non funzionerà!” Aggiungete magari “In Italia“, la classica ciliegina sulla torta di tutti i lagnosi. In più, cercate di avere buona memoria. Se la vostra vittima ne ha già parlato in passato, ribaditegli: “Ne avevi già scritto qualche mese fa. Com’è che da allora non hai combinato nulla?” Ovviamente della risposta non ve ne frega nulla, vi basta la certezza di aver causato un moto di sfiducia e rancore nel vostro bersaglio.
Dannosità dell’attacco: 8/10
Ostentate saccenza su argomenti che non conoscete
L’arma definitiva di tutti i troll di successo: pretendete di avere ragione su tematiche di cui la vittima è evidentemente più informata e preparata rispetto a voi. Se il poveraccio parla della Seconda Guerra Mondiale, che magari ha studiato per anni, intervenite più e più volte con osservazioni sbagliate, ma spacciate per vere. Mettete in dubbio la sua autorevolezza agli occhi dei lettori. Sostenete tesi antitetiche, cercando di farle passare per buone. Ostentate una cultura che non avete, studi che non avete mai fatto. Ci sono blogger libreschi che con questa tattica si sono costruiti una carriera (prima di beccarsi delle denunce che hanno stroncato i loro slanci creativi).
Dannosità dell’attacco: 9/10
Tipologie
Il venditore: ”Ciao! Sono un tuo fedelissimo lettore da anni!***seguono complimenti a random*** Senti, visto che oramai conosco i tuoi gusti, potrebbe forse interessarti il mio libro/film/fumetto. Di solito lo vendo a 30 euro, ma a te posso fare un prezzo vantaggioso. Se poi magari riesci a parlare bene, mi faresti un favore!“
Il poeta quasi estinto: “Ma come fai ad avere così tanti contatti? Perché i tuoi articoli vengono commentati e i miei no? Lo so di essere un depresso, di parlare di argomenti che interessano al massimo a 15 persone nell’intero Sistema Solare, eppure non capisco perché il tuo blog piace e il mio no!” PS: Probabilmente non si accorgono nemmeno dell’insulto sottointeso…
Il complottista: “Ecco! Hai fatto il solito complimento gratuito a uno degli amici della Cricca! Siete tutti uguali, buoni a fare le prediche ma poi vi leccate il culo a vicenda!” Perché, sappiatelo, stimare una persona e parlarne bene è un reato gravissimo!
L’infiltrato di basso livello: “Ciao, bello questo tuo post sugli zombie! Non c’entra granché, ma volevo segnalarti questo mio concorso di poesia dialettale, con iscrizione a solo 10 euro. Nella giuria ci sarà anche il famoso scrittore Teobaldo Scrotosanto, assoluta garanzia di serietà.” Sì, certo.
Il distratto: Di solito si fa vivo alla fine di un lunghissimo post di cui ha letto si è no dieci parole. Esempio banale: pubblico una recensione dettagliata de Il Signore degli Anelli. Il distratto può comparire così: “Bello questo post sul fantasy. Fossi in te io parlerei in particolare del Signore degli Anelli“.
Il comico: Pronto a ironizzare su qualunque cosa, sbagliando tempi e modi. E’ quello che dopo un lungo post commemorativo su Marthin Luther King può saltare fuori con un sagace commento del tipo “Sai come lo chiamavano in Africa? King Kong“.
Il fan: “Sei un mito, sei bravissimo, sei il mio idolo. Tutti gli altri sono stronzi!“. All’inizio può anche far piacere, poi inquieta man mano sempre più. Soprattutto quando apre a sua volta un blog e emula stile, post, perfino espressioni tipiche del suo oggetto di venerazione.
L’infiltrato di alto livello: “Bello questo tuo post. Mi piace il coraggio con cui ti schieri contro l’editore Tal dei Tali“. Nemmeno il tempo di inviare questo commento e l’infiltrato manda una mail a Tal dei Tali per avvertirlo che qualche imbecille parla male di lui. Se viene sgamato si trincerà dietro al classico “l’ho fatto per onestà“.
Il bidello. Lui preferisce farsi chiamare con un nome altisonante, tipo Custode. E’ il tizio che lurka per mesi e salta fuori per attaccare in stile Pearl Harbor. Individua quella mezza giornata in cui non potete moderare i commenti e vi riversa addosso accuse, sarcasmo e – ovviamente – la sua infinità sagacia. Nel mentre parla male di voi in mezza blogosfera e fa uno sfoggio di nozioni scopiazzate da altri blogger (sense of wonder, show don’t tell, etc etc).
Sheldon Cooper. E’ quello che se citate un prodotto elettronico di qualunque tipo si fa vivo per dirvi che, no, c’è il modello XDF878 che è migliore perché costa 0.30 centesimi in meno. E’ quello che vi dice che il trattino va usato lungo e non corto. E’ quello che conosce a memoria i titoli di tutti i libri steampunk dal 1890 a oggi. E’ quello che sa tradurre in Klingon le rune elfiche di Tolkien. E se tu sbagli a citare qualcosa, son cazzi amari.
Il troll che non sa di essere un troll. Quello che è solo in cerca di conferme e di attenzioni da parte di figure paterne, che sopporta ogni offesa con spirito masochistico del tipo “basta che si parli di me”.
Quello che apre in utilissime discussioni e quando vede che vengono ignorate si risponde da solo. Con lo stesso account o inscenando ridicoli discussioni con se stesso.
Infine il tipo:La voce nel deserto “Pentitevi!”
La presentazione è di questo genere:“Premetto che credo che Gesù sia il Cristo, il Figlio del Dio vivente.”
Poi fa interventi quotando tutti i precedenti post, sfinendo la rotella del mouse e pure le palle.
Per finire (forse) con tali amenità:“Con l’avvento di Gesù la salvezza passa solo attraverso di lui. Non ci sono altri mezzi per cui possiamo essere salvati. Chi non onora Gesù non onora Dio.
A noi è stato affidato un dovere che è quello di annunciare Gesù a chi non lo conosce. Poi a voi spettano le scelte.
Noi non costringiamo nessuno. Dalla vostra scelta dipende il vostro futuro.”