Lucio Musto ha scritto:
infatti "equidistanza" è esattamente quello che viviamo oggi in Italia e che alcuni vorrebbero stravolgere [...]
Sì certo, come no: non ne stiamo parlando da diversi
post?
Non puoi aggirare certi quesiti come se non esistessero, o li risolvi o ti comporti di conseguenza.
Rispondi a quelle semplici domande che ho più volte espresso.
Puoi appendere, vicino al crocifisso e permanentemente, in una scuola o in altro luogo analogo, il simbolo di altra Religione?
Possono le altre Religioni, sempre nelle scuole, veicolare il proprio «messaggio» con le medesime modalità, con le medesime tutele/garanzie di quanto avviene per quella Cattolica?
Hai una contraddizione in essere, sancita proprio in Costituzione.
La sua eliminazione è equilibrio ed equidistanza, non il contrario e il fatto che esista è – per inciso – uno degli aspetti negativi della Costituzione stessa, ma vi tornerò – forse - più avanti.
Lucio Musto ha scritto:
Francamente difficilmente si può immaginare uno Stato più "Equidistante" da tutto (a mio gratuito avviso anche troppo!) di quello italiano [...]
Come sarebbe a dire «difficilmente si può immaginare uno Stato più equidistante da tutto...»?
Come sopra: non hai forse qua, in questo thread, una manifestazione concreta di cosa facilmente si possa migliorare in termini di equilibrio? Ma ancora e più importante: ti risulta che il nostro Stato spicchi ed eccella in termini di diritti civili? Ti risulta che le ingerenze dirette ed indirette della Chiesa Cattolica siano assenti? Ti risulta che l’intimo desiderio di estendere «la propria verità, i propri valori» ad elemento vincolante e normativo delle vite altrui, sia cessato? Ti risulta che la collettività (ed anche qua si torna in Costituzione) abbia prodotto, nell’imperfezione e limitazione dello strumento democratico, ogni sforzo affinché la libertà individuale subisca meno contrazioni possibili?
Lucio Musto ha scritto:
Perché criticare?... la Assemblea Costituente della Repubblica Italiana fu un organo rappresentativo eccezionalmente equilibrato, ben rispecchiante
la realtà sociale del suo tempo. Raramente da allora, (forse mai) abbiamo avuto una voce più autorevole del popolo italiano, ed in effetti nessuno parla mai male della Costituzione.
Cosa vuol dire «parlare male»? Criticare?
Ma scherzerai… di critiche ve ne sono a bizzeffe. Saranno almeno tre-quattro lustri che da più parti si parla dell’esigenza di ristrutturala profondamente.
Personalmente, conosco diversi individui piuttosto scettici nei suoi confronti, io stesso sono uno di essi.
Potrei a questo punto, articolo dopo articolo, illustrare il mio dissenso che riguarda contraddizioni incongruenze, mancanze, termini e concetti.
Potrei recuperare quello che dicevo precedentemente riferendomi al discorso
referendum,
quorum, garanzie.
Potrei argomentare sempre in relazione all’articolo 75, come di fatto quello strumento di garanzia (parziale) che è il referendum, non si applichi in determinati campi.
Potrei poi riferirmi a quegli altissimi principi enunciati in Costituzione che non hanno trovato attuazione, piena trasposizione.
Potrei fare un sacco di cose ma non voglio tediarti ulteriormente e non voglio tediare neppure me stesso.
Mi preme però spendere qualche parola su di un aspetto che la riguarda, ma non solo, e più in generale si riferisce proprio alla propensione umana ad esprimere assoluti.
Avvicinarsi – e quindi
possedere, esprime, enunciare – a principi altissimi (o che si percepiscono tali) può essere estremamente gratificante per l’individuo, poiché tale operazione sembra elevarlo,
farlo librare in volo, «avvicinarlo al Divino», incanalarlo nella
giusta rotta che conduce alla Virtù, solo che poi, questo idealismo perde l’essenziale contatto con la realtà posizionandosi a distanze siderali rispetto ad essa.
Il tentativo pragmatico di riaccostare i
lembi di questi aspetti, non può riuscire ad annullare l’enorme spazio che intercorre tra essi e in tale vuoto si collocano le contraddizioni, i proponimenti che si annullano reciprocamente, i vani esercizi di stile.
Certi concetti, non possono essere evocati se non integralmente, poiché diversamente da così sono menomati.
Questa menomazione deve essere resa accuratamente e non può essere annullata o peggio, presentata in modo diverso da quello che è: un surrogato.
L’obiettivo è quello di indurre fiducia, speranza e favorire l’ordine sociale nella collettività ed in qualche modo il progresso? Ci può stare, ma la modalità è discutibilissima e l’intento di celare la verità in quel modo, alquanto offensivo per le intelligenze alle quali si rivolge.
Non sarebbe assai più congruo e rispettoso e decente e vero, rappresentare lo scopo; il cammino; la direzione, citandone dettagliatamente gli impedimenti; gli ostacoli; le difficoltà?
La nostra Costituzione, ma non solo, è pregna di tali «elevatissimi principi».
Nella vasta scelta, opto per il concetto di «inviolabilità».
Che senso ha richiamarlo più volte e più volte ancora, con quell’enfasi, affiancandogli un «asterisco» (salvo nei casi..)?
Il concetto, il principio, è irrimediabilmente menomato, inutilizzabile poiché
quell’asterisco significa che molto di tuo è realmente violabile.
Non è inviolabile la corrispondenza, il domicilio, gli effetti personali.
Tutto quello che riguarda elementi materiali e tangibili della nostra vita privata, compresa quella sessuale può essere raggiunto; visto; scorto; prelevato; con nessuna certezza ci venga restituito integro.
Conserviamo memorie epistolari che contengono «le lacrime ed il sangue» di qualcuno per noi cosi importante, con contenuti così intimi che non sopportiamo già solo l’idea possano essere visti da occhi che non sono i nostri? Non sono protetti dalla violabilità a norma di legge.
Abbiamo immagini che immortalano la nostra vita amorosa, sessuale con la nostra partner? Non sono protetti dalla violabilità a norma di legge.
Non è protetto il nostro corpo che in sede autoptica può essere smontato come un giocattolo.
Non è protetta la nostra salma, che può essere esumata a piacimento per stabilire questo e quello.
No, il concetto di inviolabilità non può essere usato, non in quel modo; e stessa cosa può dirsi di molti altri principi, forse enunciati troppo precipitosamente.
Infine – e davvero concludo – ritornando a quei simboli e, in generale, al riferimento più volte da qualcuno introdotto, relativamente alle nostre tradizioni/cultura; al ruolo ed importanza – in relazione ad essi/a – della Religione Cattolica, vorrei dire che se non si vuole distorcere la realtà, bisognerebbe riuscire a rappresentarlo compiutamente quell’affresco e quindi raffigurare aspetti positivi ed anche quelli negativi che di certo non sono pochi; con l’ulteriore accorgimento di insistere ripetutamente su quest’ultimi, poiché l'evidenziazione del dannoso, dell’ostacolo, del nefasto, è qualcosa di più di un’operazione di buon senso: è un dovere.
Vistarne gli aspetti negativi in relazione alla vita di questa collettività può riservare svariate sorprese per il meno informato e anche qualche piccolo (diciamo così) dolore per chi ha dimenticato troppo velocemente.
Democrazia; introduzione dell’Istruzione pubblica ed obbligatoria; il concetto di libertà di coscienza e addirittura il suffragio universale; tutte cose di poco conto, no?
Tutti aspetti che sono stati avversati/combattuti dalle gerarchie cattoliche.