Un’altra preoccupante domanda riguarda la natura delle celebrazioni natalizie. Se oggi Gesù tornasse sulla terra cosa penserebbe dello sfrenato consumismo che contraddistingue il Natale? Duemila anni fa Gesù si recò nel tempio di Gerusalemme e rimase indignato vedendo i cambiamonete e i venditori che approfittavano di una festa religiosa ebraica per far soldi. “Portate via di qua queste cose!”, disse. “Smettete di fare della casa del Padre mio una casa di mercato!” (Giovanni 2:13-16) È evidente che Gesù non approvava che si mischiasse il commercio con la religione.
Molti cattolici spagnoli sinceri esprimono preoccupazione perché il Natale diventa sempre più un affare commerciale. Tuttavia questa probabilmente è una tendenza inevitabile, data l’origine di molte usanze natalizie. Il giornalista Juan Arias osserva: “Coloro che, tra gli stessi cristiani, criticano il Natale perché è stato ‘paganizzato’, trasformandosi in una festa più consumistica che religiosa, in genere non sanno che già nelle sue origini . . . aveva assimilato molte caratteristiche della festa pagana [del sole], celebrata nell’antica Roma”. — El País, 24 dicembre 2001.
Negli ultimi anni molte enciclopedie e molti giornalisti spagnoli hanno fatto commenti sulle origini pagane dei tradizionali festeggiamenti natalizi, oltre che sulle loro connotazioni commerciali. Riguardo alla data del Natale un’enciclopedia dice francamente: “La ragione per cui la Chiesa di Roma decise di attribuire questa data alla festa pare sia la tendenza a sostituire le feste pagane con quelle cristiane. . . . Sappiamo che a quel tempo a Roma i pagani celebravano il 25 dicembre come festa del natalis invicti, la nascita del ‘sole invitto’”. — Enciclopedia de la Religión Católica.
Sullo stesso tono un’altra enciclopedia dice: “La scelta della data del 25 dicembre per la celebrazione del Natale non si basa su un preciso calcolo del giorno in cui nacque Gesù, ma piuttosto sulla cristianizzazione dei festeggiamenti del solstizio invernale che si tenevano a Roma”. (Enciclopedia Hispánica) I romani come celebravano il sorgere del sole nel cielo invernale? Con banchetti, gozzoviglie e scambio di doni. Dato che erano restie ad abolire una festa così popolare, le autorità ecclesiastiche la “cristianizzarono” dicendo che era il giorno della nascita di Gesù anziché della nascita del sole.
Nei primi tempi, nel IV e nel V secolo, la gente continuò a essere attaccata al culto del sole e alle sue usanze, tanto che “Sant”’Agostino (354-430) si sentì in dovere di esortare i compagni di fede a non celebrare il 25 dicembre come facevano i pagani in onore del sole. Ancora oggi le usanze che caratterizzavano la festa dell’antica Roma sembrano prevalere.
Ciao Riccardo