E così come ogni anno a Yulin, nella provincia autonoma cinese del Guangxi, è andato in scena il festival della Carne di cane.
Sui banconi dei macellai di Yulin le carcasse squartate fanno bella mostra, mentre i musi degli animali con gli inconfondibili denti aguzzi sono esibiti come trofei , mentre l'alto vociare dei venditori assicura dalle tende della fiera prelibatezze incomparabili.
Non si capisce come mai quello di Yulin - che è un festival che come affermano le autorità locali "non ha il visto dell'ufficialità e risale solo agli anno '90" - trovi tanto successo fra gli abitanti dell'Impero celeste.
Anche se le proteste delle associazioni animaliste cinesi stavolta nulla hanno potuto contro il blocco ufficiale della mattanza - che per l'occasione ammonta a circa 2000 esemplari uccisi - l'intera azione di mobilitazione non è passata invano.
Quest'anno c'è infatti chi ha acquistato cani non per mangiarli ma per salvarli e inoltre 17 ristoranti locali hanno smesso di servire carne di cane tra i loro piatti.
E ancora, secondo i dati delle associazioni locali, il consumo di carne di cane nella zona è diminuito di almeno due terzi. Il governo di Yulin ha anche fatto sapere di non aver sponsorizzato quest'anno il festival.
La Humane Society International ha lanciato una petizione per cercare di fermarlo, definendolo la “sagra della crudeltà“.
https://action.hsi.org/ea-action/action?ea.client.id=104&ea.campaign.id=38221&ea.tracking.id=press