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Miss.Stanislavskij ha scritto:Mi ha colpita la descrizione di Ambrosio, che poi, se non sbaglio, è la prima che viene proposta:
Era un uomo di nobile portamento, aspetto autoritario, statura imponente e lineamenti di rara bellezza. Aveva naso aquilino, grandi occhi neri e sfavillanti e sopracciglia scure, che quasi si toccavano. La carnagione era scura ma luminosa: studi e veglie gli avevano del tutto scolorito le guance. Sulla fronte liscia e senza rughe regnava un'aria serena; e la letizia che gli illuminava i lineamenti pareva proclamare che gli erano ignoti sia affanni che misfatti. S'inchinò al pubblico, con umiltà; pure, nell'aspetto e nel pigliò c'era un che di severo che suscitava soggezione in tutti, e pochi potevano reggere il suo sguardo, acceso e penetrante insieme. Questo era Ambrosio, abate dei Cappuccini, soprannominato il "Santo".
Concordo all' epoca questo libero deve aver suscitato un clamore ed uno scandalo di non poco conto. (ma non vado oltre per non rovinarti il piacere della lettura). Per non palare poi della reazione che avrà avuto la Chiesa al cospetto di qualcosa che sarò apparsa come una provocazione. Sarei curiosa di sapere cosa accade nell'opinione pubblica ai tempi, perché il libro è solo un sassolino che deve aver smosso le acque di uno stagno.Arwen ha scritto:
Ambrosio che si riteneva al di sopra di qualunque tentazione, insofferente e senza un minimo di pietà per Agnese che a sua volta era venuta meno ai voti di castità, e maledetto dalla stessa Agnese, cade infrange i voti a sua volta fino a commettere omicidio, per mezzo della figura della la donna tentatrice identica all'immagine dipinta della Vergine da lui tanto venerata, associata al "veleno" di un millepiedi o tarantola.
Da questo momento inizia la sua caduta sempre più in basso verso il baratro e la rovina.
All'epoca in cui è stato scritto il romanzo, deve aver scandalizzato parecchio anche se fino a dove ho letto io non ci sono contenuti così scabrosi o il genere horror, tanto meno il linguaggio a cui siamo abituati ai tempi nostri.
Mi sono resa conto che il racconto anche se la trama è la medesima nelle descrizioni e nella terminologia non è uguale per tutte le edizioni, ne ho una in formato digitale che si differenzia come già detto per termini più espliciti rispetto a quella che ho in formato cartaceo in prestito bibliotecario, che sembra più edulcorato.
Ambrosio si crede superiore, e la superbia (guarda caso uno dei sette vizi capitali) accompagnata dalla vanità lo spingono ad indossare la maschera del santo di fronte alla platea che incantata ascolta le sue prediche. E si sa che le maschere sono destinate a cadere presto o tardi, perché in lui non c'è cuore, bontà ed umanità, (qualità di cui pecca anche la badessa); si può perdonare la debolezza umana (poi dipende cosa si intende), ma non il calcolo con il quale ci si rapporta con il proprio prossimo, molla che spinge ogni azione di Ambrosio.Arwen ha scritto:Sì la causa della rovina di Ambrosio è la vanità e la debolezza, però la maledizione di Agnese è un presagio che poi si avvererà, anche lui si troverà nella stessa scena già vissuta ma dalla parte opposta di supplicare clemenza, pietà, in effetti credo ci sia sempre stato un disegno del maligno per farlo cadere, si crede troppo superiore, pecca di vanità, non ha un briciolo d'umiltà è un soggetto ideale,e poi è un debole, si trova davanti allo possibilità di scegliere, di fermarsi , di potersi ancora salvare dal baratro, invece si lascia trascinare o meglio, più che trascinare lusingare, "sedurre" e finisce per stringere il patto demoniaco col maligno, il mio libro finisce con questa frase:
CHI E' SENZA PECCATO SCAGLI LA PRIMA PIETRA.
Anche se Ambrosio incarna le debolezze umane, comunque come personaggio non mi è simpatico, perchè va oltre le debolezze, si lascia proprio sedurre dal male fino a commettere omicidi.
Fino ad ora mi è piaciuto, anche se mancano un po' di pagine alla fine, si legge velocemente se non si perde il filo ogni 3x2 per abbandono di lettura per fare altro.
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