IL DODICESIMO PULEDRO
grandi e piccini, giovani e vecchi,
ascoltate con tutti e due gli occhi
guardate con tutte e due le orecchie.
guardate e sentirete
ascoltate e vedrete
la strana storia
del puledro che sapeva parlare.
C'era una volta un giovane di nome Tag che aveva dodici cavalle nella sua mandria. Costoro misero al mondo undici belle puledre rossicce e un bruttissimo puledro dal pelo blu.
Quando Tag si recò al pascolo per vederli, rimase deluso del brutto puledro, ma quest'ultimo si avvicinò trotterellando e disse : "Maestro, se fate ciò che vi dirò vi porterò fortuna".
"Sapperlot !! chi ha parlato ? sei stato tu ? ".
" Si, sono stato io ! " disse il puledro.
" E' la prima volta che mi capita una cosa del genere ! " esclamò Tag.
" Vi accadranno anchhe altre cose che non vi sareste mai immaginato" disse il cavallo. "Seguirete i miei consigli?".
"Che cosa devo fare?"
"Devi uccidere gli altri undici puledri affinchè io possa bere il latte delle dodici cavalle. In questo modo diventerò forte come dodici cavalli".
Il pensiero di dover uccidere le undici belle puledre quasi spezzò il cuore a Tag, ma un cavallo che sa parlare è così straordinario che non si dovrebbe esitare a eseguire i suoi ordini.
Sacrificò quindi le undici puledre e lo stallone beve per sei mesi il latte delle dodici cavalle, diventando grande e forte come dodici cavalli.
"Cavallo" gli disse Tag "tu saresti certamente certamente il più bel cavallo esistente al ondo se solo non avessi quel brutto pelo blu".
"Il colore del mio pelo dipende solo da voi, maestro", rispose il cavallo. " se volete cambiarlo vendete parte dei vostri averi e fatevi fare una striglia d'argento. Poi datemi una bella strigliata e il mio pelo diventerà così bello come non ne avete visti mai prima. Non ve ne pentirete! "
Tag vendette una parte dei suoi averi e con i soldi fece fabbricare una striglia d'argento. Strigliò l cavallo, e più lo puliva con la striglia d'argento più il pelo blu cadeva lasciando posto a un pelo bianco lucente.
Dopo aver finito questo lavoro Tag si accorse di possedere effettivamente il più bel cavalo esistente al mondo.
" E ora maestro " disse il cavallo "vendete un'altra parte dei vostri averi e fate fare delle briglie e una sella di pelle dorata con borchie d'argento."
Tag vendette un'altra parte delle sue proprietà e fece fabbricare a un abile artigiano gli oggetti desiderati. Dopo essere stato sellato e imbrigliato il cavallo disse al suo padrone":
"Sali in groppa maestro. Andiamo alla corte del Re ".
Tag dovette prima salire su un albero per riuscire a montare in groppa a quel grosso cavallo, ma quando fu in sella si riempì d'orgoglio. Dovunque passasse, la gente accorreva ad ammirare lui e il suo cavallo, e dopo averli visti tutti rimanevano a bocca aperta.
Il cavallo avanza a lunghi balzi e sembrava aver fretta. Il giorno dopo raggiunsero il castello di Nantes. Tag venne a sapere che il re si trovava in difficoltà; nove dei suoi purosangue erano malati. Nessuno riusciva a capire che cosa avessero e nessuno riusciva a guarirli.
"io so come guarirli" disse il puledro bianco al suo padrone " presentatevi al re e consigliategli di dare a ogni cavallo tre stai d'avena. Ditegli che i cavalli guariranno. Però quando vi porteranno l'avena, datela a me e frustate gli stalloni del re finchè saranno ricoperti di schiuma. Asciugateli con un panno, poi strofinatelo sulla mia groppa. La mia forza passerà ai nove cavalli del re ed essi guariranno all'istante.
Tag si presentò al re.
"Buongiorno Sire"
"Buongiorno giovanotto, Che cosa vuoi da me?"
"Io sono colui che può guarire i vostri cavalli"
"Se ci riuscirai ti darò tutto quello che vuoi."
"Bene datemi tre stai d'avena per ogni animale, lasciatemi carta bianca e i vostri cavalli guariranno".
Quando ricevette i ventisette stai d'avena li diede in pasto al proprio cavallo; poi prese la frusta e frustò le bestie malate usci loro acqua dal petto, dai fianchi e dal collo. Asciugò la schiuma con un panno che poi strofinò forte e agile e i cavalli del re guarirono e ridiventarono focosi come un tempo.
il re ne fu così felice che pregò Tag di rimanere alla sua corte e lo nominò cavaliere. Gli consegnò spada, lancia, scudo, speroni, poi diede una festa in suo onore.
Tra le dame di corte della regina madre si trovava però una spia del re di Francia, una strega che aveva gettato un incantesimo sui cavalli del re. Costei era furiosa perchè l nuovo cavaliere aveva capito come sciogliere il malvagio incantesimo, e stava tramando un piano per liberarsi di lui.
"Sua maestà" disse al re " voi ritenete che i vostri cavalli siano i più belli del mondo, ma solo perchè non avete mai visto il Cavallo del Mondo. Quello si che è un cavallo ! In confronto a lui i vostri migliori cavalli da corsa Seiz-Avel e Tri-mil-Kurun sono dei vecchi ronzini. Perdonatemi ma è la verità". " Seiz-Avel e Tri-mil-Kurun sono dei vecchi ronzini? Ritirate subito ciò che avete detto madame! "
"Ascoltate, maestà. Se io faccio questa osservazione è solo perchè pensavo che un re come voi dovrebbe avere nelle sue stalle il Cavalo del Mondo. La vostra fama ve ne rende merito."
"Dove posso trovare questo cavallo?"
"Il nuovo cavaliere, quello che ha ricevuto il titolo per aver curato i vostri cavalli, dovrebbe essere in grado di procurarvelo. In caso contrario non sarebbe degno degli speroni che gli avete dato"
Il re convocò Tag.
"Tag, mio cavaliere, so che siete un uomo di cui mi posso fidare. Vorrei avere nelle mie stalle il Cavallo del Mondo, quindi andate e portatemelo qua."
"Il Cavallo del Mondo? Ma, mio sire come pensate che..."
"Niente discussioni non mi piacciono. E' un ordine: portatemi il Cavallo del Mondo oppure vi farò tagliare la testa sulla piazza di Bouffay"
Tag ritornò tutto abbacchiato dal suo stallone bianco.
"Cosa vi è successo maestro?" chiese il cavallo.
"avete una faccia da funerale"
"Ahimè sono perduto. Non riuscirò mai a fare quello che il re mi ha appena ordinato".
"Che cosa vi ha ordinato il re?"
"Vuole che io gli porti il Cavallo del Mondo".
"Oh! Effettivamente non è un compito facile, però ci sono compiti ben più difficili. Fatemi ferrare con quattro ferri pesanti duecentocinquanta libbre. Poi dite al re di macellare novantanove buoi e di darvi le pelli."
Dopo che il cavallo fu ferrato e le novantanove pelli di bue furono caricate in groppa, Tag ed il suo stallone partirono. Per giorni interi attraversarono pianure e cavalcavano per monti e valli; infine giunsero al castello nel quale dimorava il Cavallo del Mondo.
E lì il cavallo bianco propose:
"smontate di sella e appendetemi addosso le 99 pelli di bue. Mi proteggeranno dai colpi del cavallo. Salite sulle mura del castello, poi arrampicatevi su quell'albero e preparatevi ad assistere a uno spettacolo inconsueto".
Tag salì sul muro e il cavallo bianco entrò nel castello; la porta era aperta. Il Cavallo del Mondo arrivò di corsa, la coda alzata. Era un animale stupendo, dallo sguardo di fuoco e dal pelo lucente, ancora più grande. Il Cavallo del Mondo sembrò stupito di trovarsi davanti a sè un degno avversario, e per un istante rimase immobile per la sorpresa. Poi socchiuse le labbra, mostrò i denti, puntò le orecchie, scalpitò e si impennò. Si lanciò in un attacco così violento che poco dopo già alcune pelli erano sparse al suolo e ridotte a brandelli. Ma lo stallone bianco non si fece sopraffare e con i suoi pesanti ferri strappò la carne dai fianchi dell'avversario. Da entrambe le parti piovvero colpi terribili. La terra tremò e le mura del castello si riempirono di crepe. Ogni attacco del Cavallo del Mondo veniva a costare molte pelli di bue, ma il Cavallo del Mondo, riportava sempre più ferite. La battaglia durò tre ore.
Tag seduto sul muro, cominciò a preoccuparsi per la sorte del suo cavallo. Ormai aveva indosso solo quattro o cinque pelli di bue, ma proprio in quel momento il Cavallo del Mondo si arrese scalciò in aria e domandò pietà. Tag saltò giù dal muro per mettergli una cavezza, l'animale lasciò fare, poi seguì docilmente il vincitore.
L'entrata di questa breve processione a Nantes fu un trionfo. Tutti accorsero a vedere tag e il cavallo. Non avevano mai visto insieme due cavalli due cavalli di quelle dimensioni e di quella potenza. Il re riservò a Tag un'accoglienza grandiosa e lo abbracciò. Era fuori di sè dalla gioia di avere nelle sue stalle il Cavallo del Mondo.
La spia del re di Francia, invece, quasi soffocò dall'ira.
Alcuni giorni dopo questa persona malvagia, che non poteva fare a meno di ordire trame, si presentò nuovamente dal re.
"Sapete cosa mi ha raccontato Tag, il nuovo cavaliere, sire?"
"che cosa ha detto?"
"Dice di essere capace di rapire la principessa dai capelli d'oro che vive nel castello d'argento e di portarla qua".
Il re convocò Tag.
"Mio cavaliere, voi quindi sareste in grado di rapire la principessa dai capelli d'oro che vive nel castello d'argento e di portarla qua?"
"Io ? Ma chi ve lo ha detto? Non ho mai affermato una cosa simile".
"Ma si, ma si. L'avete detto. Sono venuto a saperlo da una fonte affidabile. E dato che ve ne siete vantato dovete anche farlo. Mettetevi in cammino e non fatevi rivedere finchè non avrete portato la principessa vi farò tagliare la testa sulla piazza di Bouffay."
Tag tornò abbacchiato dal suo cavallo.
"Che cosa vi è accaduto mio signore? Non vi ho mai visto così triste! "
"Un motivo c'è. Il re vuole che gli porti la principessa dai capelli d'oro che vive nel castello d'argento. Non ho mai sentito parlare di questa principessa e non ho idea di dove si trovi il castello d'argento".
"Bèh, gli abbiamo portato il cavallo del Mondo; Troveremo anche la principessa dai capelli d'oro.
Fidatevi di me e prendete provviste a sufficienza. La strada è molto lunga".
Cavalcarono per lungo tempo.
Passando sulle rive di uno stagno notarono uno stormo di anatre selvatiche. Alcune giacevano a terra stanche, altre cercavano a fatica di fare alcuni passi.
"Quelle povere bestie stanno morendo" disse il cavallo "Diamogli un pò del nostro cibo affinchè possano ritornare in forze".
Tag tirò fuori dalla borsa un pò di pane e un pezzo di torta, li spezzò e li gettò anatre. Le bestie si precipitarono a mangiare e riacquistarono le forze. Poi una di loro avanzò trotterellando. " Grazie, mio cavaliere" disse " Hai salvato me ed il mio popolo. Io sono la regina delle anitre selvatiche. Quando avrai bisogno di me chiamami e verrò in tuo aiuto".
Un mese dopo Tag ed il suo cavallo giunsero sulle rive di un enorme lago.
In mezzo al lago videro un'isola e su quell'isola qualcosa luccicava al sole.
"Quello che brilla laggiù" disse il cavallo " è il castello d'argento della principessa dai capelli d'oro, però non so come arrivarci. Fino a oggi nessuno è mai riuscito ad attraversare il lago. In questo lago ci sono forti correnti e nessuno riesce a superarle, nè con barche o navi. Inoltre ci sono miriadi di rocce affioranti."
Tag si passò preoccupato la mano sulla fronte e osservò la superficie riflettente del lago. In lontananza, si vedevano irraggiungibili, l'isola, il castello scintillante.
Alla fine disse: è il momento buono per chiamare in aiuto la regina delle anitre selvatiche ".
Avete ragione, padrone, Non vedo altra soluzione. Ma prima guardate quel pesciolino. E' All'asciutto morirà subito se non lo ributtate in acqua.
Tag guardò il pesciolino. Aveva la bocca spalancata e stava morendo. Tag smontò di sella e gettò in acqua il pescetto.
Poco dopo tornò in superficie e disse : "Grazie, mio cavaliere Mi avete salvato la vita, se avrete bisogno di aiuto chiamatemi"
Ma Tag aveva già chiamato le anitre selvatiche.
La regina si sedette ai suoi piedi " Cosa posso fare per te?".
Devo assolutamente attraversare il lago e arrivare sull'isola del castello d'argento, però non so come fare. "E' semplice, radunerò cento anitre e le legherò ad una barca. Sono più forti della corrente e ti porteranno fin laggiù"
Battè un paio di volte le ali e subito arrivarono le anitre con la loro barca. Tag non aveva mai visto una barca così bella: era tutta adorna di intagli dorati e un tetto in seta copriva le panche sulle quali c'erano cuscini di velluto rosso. Tag vi salì in un batter d'occhio e le anitre lo portarono sull'isola.
Prima ancora di scendere dalla barca, la porta del castello si aprì e una ragazza bella come il sole e vestita in abiti eleganti apparve sulla scalinata che conduceva alla riva e la discese.
"Salve, principessa dai capelli d'oro" disse Tag.
"Io non sono la principessa, ma solo la custode. La mia signora mi manda a chiedere se possiamo vedere la vostra barca".
Sarà un onore per me averla a bordo, rispose Tag e pensò " se la custode è così bella, come sarà bella la principessa"
Infatti poco dopo comparve sulla scala una donna bellissima.
"Che il cielo vi protegga principessa" disse Tag."Io non sono la principessa, sono la su dama di compagnia, la mia signora chiede se può visitare anche l'interno della barca".
"I sui desideri sono ordini".
Nuovamente sulla scalinata apparve una giovane donna cento volte più bella della sua dama di compagnia. Tag ne fu abbagliato. Non vi sono parole, per descrivere la regolarità dei suoi lineamenti, incorniciati dai capelli d'oro. Le vesti splendevano come fossero guarnite di stelle e sulla fronte portava un diadema dal quale sprizzavano mille fuochi. Sorridendo discese la scala. "Vi ringrazio, gran signore di volermi ricevere sulla vostra nave. Perdonate la mia curiosità".
Tag le porse una mano per aiutarla a salire a bordo. Poi fece un cenno alle anitre di ripartire.
"Dove mi state portando mio signore?" chiese la principessa con occhi lucenti di gioia mentre si sedeva comodamente su un cuscino.
"Sono venuto per portarvi dal re della Bretagna. E' il mio signore e e fossi tornato senza di voi mi avrebbe fatto tagliare la testa."
Il viso della principessa si oscurò . Avrebbe preferito sposare Tag, però non disse nulla perchè non voleva che Tag perdesse la vita per colpa sua.Prese dalla cintura la piccola chiave che apriva le sue stanze e la lasciò cadere in acqua.
Arrivati a riva montarono sul cavallo bianco e si diressero al castello.
Il loro arrivo fu un evento sensazionale. Quando il re vide la principessa voleva sposarla immediatamente.
"Calma!" disse la principessa. "Non mi sposerò mai senza il mio abito da sposa, senza i miei gioielli, il mio corredo che si trovano in una cassapanca all'interno del castello d'argento."
"Se è tutto qui" disse il re "manderò i miei servitori a prendere tutto".
"Impossibile sire, le mie stanze sono chiuse a chiave".
"Beh.. datemi la chiave"
"Non posso la chiave è caduta nel lago".
Il re si trovò imbarazzato. la sua gioia svanì in un istante. Ma la strega del re di Francia che non si era lasciata sfuggire una parola si fece avanti e sorridendo malignamente disse:
Mandate il coraggioso cavaliere, ha fatto cose impossibili per altri mandate lui, ce la farà sicuramente. E come al solito il re disse che se non avesse riportato ogni cosa gli avrebbe fatto tagliare la testa in piazza Bouffay.
Tornò dal cavallo.
"Ancora in difficoltà?"
Tag disse tutto al bianco cavallo.
Proviamo di nuovo e non scoraggiamoci"
Quando arrivarono sulle rive del lago chiamò il pesciolino.
"Cosa posso fare per aiutarti" disse il pesce mettendo fuori la testa.
"Il re mi ha ordinato di ritrovare la chiave che la principessa dai capelli d'oro ha perso nel lago. Se non la trovo mi farà Tagliare la testa sulla piazza Bouffay".
"Bene troveremo la chiave : Trote, lucci, leucischi, verdoni, tinche, sanguinerole, carpe e barbi. Tutti si misero alla ricerca della chiave.
Poi una piccola carpa arrivò con la chiave in bocca.
Il re dei pesci si affrettò a consegnare la chiave a Tag. E tutte le cose vennero caricate sulla barca.
Tag portò tutto al re che si rallegrò moltissimo nel vederlo.
E adesso Amore mio ci sposeremo, disse il re.
Va bene disse, la principessa, però la differenza di età tra noi e troppa io voglio sposare uno sposo che avesse 20 anni di meno.
" Ma questo è impossibile disse il re". " Nulla è impossibile c'è solo bisogno di un pò d'acqua della morte e della vita"
"Ah si? e dove si trova quest'acqua?.
E molto difficile trovale ma il nostro cavaliere forse le troverà."
Così fu che Tag dopo aver attraversato metà del mondo trovò una sorgente.
E la portò al Castello.
La principessa dai capelli d'oro prese le bottiglie e le diede al re.
Ora vi farò vedere come funziona: portatemi qui il vostro cane.
Versò tre gocce d'acqua ed il cane morì, versò altre tre gocce con l'altra bottiglia ed il cane ritornò in vita molto ringiovanito.
"Volete provare?" disse la Principessa al Re?
"Certo che lo voglio! " e si versò tre gocce e morì.
Ma la principessa si guardò bene di versare l'altra acqua.
Indovinate la fine: Tag si sposò con la principessa dai capelli d'oro.
Le nozze furono celebrate in pompa magna.
Il bisnonno del bisnonno di mio nonno era addetto agli arrosti, per questo la storia si è tramandata nella mia famiglia.
E vi assicuro che non ho inventato un sola parola.
grandi e piccini, giovani e vecchi,
ascoltate con tutti e due gli occhi
guardate con tutte e due le orecchie.
guardate e sentirete
ascoltate e vedrete
la strana storia
del puledro che sapeva parlare.
C'era una volta un giovane di nome Tag che aveva dodici cavalle nella sua mandria. Costoro misero al mondo undici belle puledre rossicce e un bruttissimo puledro dal pelo blu.
Quando Tag si recò al pascolo per vederli, rimase deluso del brutto puledro, ma quest'ultimo si avvicinò trotterellando e disse : "Maestro, se fate ciò che vi dirò vi porterò fortuna".
"Sapperlot !! chi ha parlato ? sei stato tu ? ".
" Si, sono stato io ! " disse il puledro.
" E' la prima volta che mi capita una cosa del genere ! " esclamò Tag.
" Vi accadranno anchhe altre cose che non vi sareste mai immaginato" disse il cavallo. "Seguirete i miei consigli?".
"Che cosa devo fare?"
"Devi uccidere gli altri undici puledri affinchè io possa bere il latte delle dodici cavalle. In questo modo diventerò forte come dodici cavalli".
Il pensiero di dover uccidere le undici belle puledre quasi spezzò il cuore a Tag, ma un cavallo che sa parlare è così straordinario che non si dovrebbe esitare a eseguire i suoi ordini.
Sacrificò quindi le undici puledre e lo stallone beve per sei mesi il latte delle dodici cavalle, diventando grande e forte come dodici cavalli.
"Cavallo" gli disse Tag "tu saresti certamente certamente il più bel cavallo esistente al ondo se solo non avessi quel brutto pelo blu".
"Il colore del mio pelo dipende solo da voi, maestro", rispose il cavallo. " se volete cambiarlo vendete parte dei vostri averi e fatevi fare una striglia d'argento. Poi datemi una bella strigliata e il mio pelo diventerà così bello come non ne avete visti mai prima. Non ve ne pentirete! "
Tag vendette una parte dei suoi averi e con i soldi fece fabbricare una striglia d'argento. Strigliò l cavallo, e più lo puliva con la striglia d'argento più il pelo blu cadeva lasciando posto a un pelo bianco lucente.
Dopo aver finito questo lavoro Tag si accorse di possedere effettivamente il più bel cavalo esistente al mondo.
" E ora maestro " disse il cavallo "vendete un'altra parte dei vostri averi e fate fare delle briglie e una sella di pelle dorata con borchie d'argento."
Tag vendette un'altra parte delle sue proprietà e fece fabbricare a un abile artigiano gli oggetti desiderati. Dopo essere stato sellato e imbrigliato il cavallo disse al suo padrone":
"Sali in groppa maestro. Andiamo alla corte del Re ".
Tag dovette prima salire su un albero per riuscire a montare in groppa a quel grosso cavallo, ma quando fu in sella si riempì d'orgoglio. Dovunque passasse, la gente accorreva ad ammirare lui e il suo cavallo, e dopo averli visti tutti rimanevano a bocca aperta.
Il cavallo avanza a lunghi balzi e sembrava aver fretta. Il giorno dopo raggiunsero il castello di Nantes. Tag venne a sapere che il re si trovava in difficoltà; nove dei suoi purosangue erano malati. Nessuno riusciva a capire che cosa avessero e nessuno riusciva a guarirli.
"io so come guarirli" disse il puledro bianco al suo padrone " presentatevi al re e consigliategli di dare a ogni cavallo tre stai d'avena. Ditegli che i cavalli guariranno. Però quando vi porteranno l'avena, datela a me e frustate gli stalloni del re finchè saranno ricoperti di schiuma. Asciugateli con un panno, poi strofinatelo sulla mia groppa. La mia forza passerà ai nove cavalli del re ed essi guariranno all'istante.
Tag si presentò al re.
"Buongiorno Sire"
"Buongiorno giovanotto, Che cosa vuoi da me?"
"Io sono colui che può guarire i vostri cavalli"
"Se ci riuscirai ti darò tutto quello che vuoi."
"Bene datemi tre stai d'avena per ogni animale, lasciatemi carta bianca e i vostri cavalli guariranno".
Quando ricevette i ventisette stai d'avena li diede in pasto al proprio cavallo; poi prese la frusta e frustò le bestie malate usci loro acqua dal petto, dai fianchi e dal collo. Asciugò la schiuma con un panno che poi strofinò forte e agile e i cavalli del re guarirono e ridiventarono focosi come un tempo.
il re ne fu così felice che pregò Tag di rimanere alla sua corte e lo nominò cavaliere. Gli consegnò spada, lancia, scudo, speroni, poi diede una festa in suo onore.
Tra le dame di corte della regina madre si trovava però una spia del re di Francia, una strega che aveva gettato un incantesimo sui cavalli del re. Costei era furiosa perchè l nuovo cavaliere aveva capito come sciogliere il malvagio incantesimo, e stava tramando un piano per liberarsi di lui.
"Sua maestà" disse al re " voi ritenete che i vostri cavalli siano i più belli del mondo, ma solo perchè non avete mai visto il Cavallo del Mondo. Quello si che è un cavallo ! In confronto a lui i vostri migliori cavalli da corsa Seiz-Avel e Tri-mil-Kurun sono dei vecchi ronzini. Perdonatemi ma è la verità". " Seiz-Avel e Tri-mil-Kurun sono dei vecchi ronzini? Ritirate subito ciò che avete detto madame! "
"Ascoltate, maestà. Se io faccio questa osservazione è solo perchè pensavo che un re come voi dovrebbe avere nelle sue stalle il Cavalo del Mondo. La vostra fama ve ne rende merito."
"Dove posso trovare questo cavallo?"
"Il nuovo cavaliere, quello che ha ricevuto il titolo per aver curato i vostri cavalli, dovrebbe essere in grado di procurarvelo. In caso contrario non sarebbe degno degli speroni che gli avete dato"
Il re convocò Tag.
"Tag, mio cavaliere, so che siete un uomo di cui mi posso fidare. Vorrei avere nelle mie stalle il Cavallo del Mondo, quindi andate e portatemelo qua."
"Il Cavallo del Mondo? Ma, mio sire come pensate che..."
"Niente discussioni non mi piacciono. E' un ordine: portatemi il Cavallo del Mondo oppure vi farò tagliare la testa sulla piazza di Bouffay"
Tag ritornò tutto abbacchiato dal suo stallone bianco.
"Cosa vi è successo maestro?" chiese il cavallo.
"avete una faccia da funerale"
"Ahimè sono perduto. Non riuscirò mai a fare quello che il re mi ha appena ordinato".
"Che cosa vi ha ordinato il re?"
"Vuole che io gli porti il Cavallo del Mondo".
"Oh! Effettivamente non è un compito facile, però ci sono compiti ben più difficili. Fatemi ferrare con quattro ferri pesanti duecentocinquanta libbre. Poi dite al re di macellare novantanove buoi e di darvi le pelli."
Dopo che il cavallo fu ferrato e le novantanove pelli di bue furono caricate in groppa, Tag ed il suo stallone partirono. Per giorni interi attraversarono pianure e cavalcavano per monti e valli; infine giunsero al castello nel quale dimorava il Cavallo del Mondo.
E lì il cavallo bianco propose:
"smontate di sella e appendetemi addosso le 99 pelli di bue. Mi proteggeranno dai colpi del cavallo. Salite sulle mura del castello, poi arrampicatevi su quell'albero e preparatevi ad assistere a uno spettacolo inconsueto".
Tag salì sul muro e il cavallo bianco entrò nel castello; la porta era aperta. Il Cavallo del Mondo arrivò di corsa, la coda alzata. Era un animale stupendo, dallo sguardo di fuoco e dal pelo lucente, ancora più grande. Il Cavallo del Mondo sembrò stupito di trovarsi davanti a sè un degno avversario, e per un istante rimase immobile per la sorpresa. Poi socchiuse le labbra, mostrò i denti, puntò le orecchie, scalpitò e si impennò. Si lanciò in un attacco così violento che poco dopo già alcune pelli erano sparse al suolo e ridotte a brandelli. Ma lo stallone bianco non si fece sopraffare e con i suoi pesanti ferri strappò la carne dai fianchi dell'avversario. Da entrambe le parti piovvero colpi terribili. La terra tremò e le mura del castello si riempirono di crepe. Ogni attacco del Cavallo del Mondo veniva a costare molte pelli di bue, ma il Cavallo del Mondo, riportava sempre più ferite. La battaglia durò tre ore.
Tag seduto sul muro, cominciò a preoccuparsi per la sorte del suo cavallo. Ormai aveva indosso solo quattro o cinque pelli di bue, ma proprio in quel momento il Cavallo del Mondo si arrese scalciò in aria e domandò pietà. Tag saltò giù dal muro per mettergli una cavezza, l'animale lasciò fare, poi seguì docilmente il vincitore.
L'entrata di questa breve processione a Nantes fu un trionfo. Tutti accorsero a vedere tag e il cavallo. Non avevano mai visto insieme due cavalli due cavalli di quelle dimensioni e di quella potenza. Il re riservò a Tag un'accoglienza grandiosa e lo abbracciò. Era fuori di sè dalla gioia di avere nelle sue stalle il Cavallo del Mondo.
La spia del re di Francia, invece, quasi soffocò dall'ira.
Alcuni giorni dopo questa persona malvagia, che non poteva fare a meno di ordire trame, si presentò nuovamente dal re.
"Sapete cosa mi ha raccontato Tag, il nuovo cavaliere, sire?"
"che cosa ha detto?"
"Dice di essere capace di rapire la principessa dai capelli d'oro che vive nel castello d'argento e di portarla qua".
Il re convocò Tag.
"Mio cavaliere, voi quindi sareste in grado di rapire la principessa dai capelli d'oro che vive nel castello d'argento e di portarla qua?"
"Io ? Ma chi ve lo ha detto? Non ho mai affermato una cosa simile".
"Ma si, ma si. L'avete detto. Sono venuto a saperlo da una fonte affidabile. E dato che ve ne siete vantato dovete anche farlo. Mettetevi in cammino e non fatevi rivedere finchè non avrete portato la principessa vi farò tagliare la testa sulla piazza di Bouffay."
Tag tornò abbacchiato dal suo cavallo.
"Che cosa vi è accaduto mio signore? Non vi ho mai visto così triste! "
"Un motivo c'è. Il re vuole che gli porti la principessa dai capelli d'oro che vive nel castello d'argento. Non ho mai sentito parlare di questa principessa e non ho idea di dove si trovi il castello d'argento".
"Bèh, gli abbiamo portato il cavallo del Mondo; Troveremo anche la principessa dai capelli d'oro.
Fidatevi di me e prendete provviste a sufficienza. La strada è molto lunga".
Cavalcarono per lungo tempo.
Passando sulle rive di uno stagno notarono uno stormo di anatre selvatiche. Alcune giacevano a terra stanche, altre cercavano a fatica di fare alcuni passi.
"Quelle povere bestie stanno morendo" disse il cavallo "Diamogli un pò del nostro cibo affinchè possano ritornare in forze".
Tag tirò fuori dalla borsa un pò di pane e un pezzo di torta, li spezzò e li gettò anatre. Le bestie si precipitarono a mangiare e riacquistarono le forze. Poi una di loro avanzò trotterellando. " Grazie, mio cavaliere" disse " Hai salvato me ed il mio popolo. Io sono la regina delle anitre selvatiche. Quando avrai bisogno di me chiamami e verrò in tuo aiuto".
Un mese dopo Tag ed il suo cavallo giunsero sulle rive di un enorme lago.
In mezzo al lago videro un'isola e su quell'isola qualcosa luccicava al sole.
"Quello che brilla laggiù" disse il cavallo " è il castello d'argento della principessa dai capelli d'oro, però non so come arrivarci. Fino a oggi nessuno è mai riuscito ad attraversare il lago. In questo lago ci sono forti correnti e nessuno riesce a superarle, nè con barche o navi. Inoltre ci sono miriadi di rocce affioranti."
Tag si passò preoccupato la mano sulla fronte e osservò la superficie riflettente del lago. In lontananza, si vedevano irraggiungibili, l'isola, il castello scintillante.
Alla fine disse: è il momento buono per chiamare in aiuto la regina delle anitre selvatiche ".
Avete ragione, padrone, Non vedo altra soluzione. Ma prima guardate quel pesciolino. E' All'asciutto morirà subito se non lo ributtate in acqua.
Tag guardò il pesciolino. Aveva la bocca spalancata e stava morendo. Tag smontò di sella e gettò in acqua il pescetto.
Poco dopo tornò in superficie e disse : "Grazie, mio cavaliere Mi avete salvato la vita, se avrete bisogno di aiuto chiamatemi"
Ma Tag aveva già chiamato le anitre selvatiche.
La regina si sedette ai suoi piedi " Cosa posso fare per te?".
Devo assolutamente attraversare il lago e arrivare sull'isola del castello d'argento, però non so come fare. "E' semplice, radunerò cento anitre e le legherò ad una barca. Sono più forti della corrente e ti porteranno fin laggiù"
Battè un paio di volte le ali e subito arrivarono le anitre con la loro barca. Tag non aveva mai visto una barca così bella: era tutta adorna di intagli dorati e un tetto in seta copriva le panche sulle quali c'erano cuscini di velluto rosso. Tag vi salì in un batter d'occhio e le anitre lo portarono sull'isola.
Prima ancora di scendere dalla barca, la porta del castello si aprì e una ragazza bella come il sole e vestita in abiti eleganti apparve sulla scalinata che conduceva alla riva e la discese.
"Salve, principessa dai capelli d'oro" disse Tag.
"Io non sono la principessa, ma solo la custode. La mia signora mi manda a chiedere se possiamo vedere la vostra barca".
Sarà un onore per me averla a bordo, rispose Tag e pensò " se la custode è così bella, come sarà bella la principessa"
Infatti poco dopo comparve sulla scala una donna bellissima.
"Che il cielo vi protegga principessa" disse Tag."Io non sono la principessa, sono la su dama di compagnia, la mia signora chiede se può visitare anche l'interno della barca".
"I sui desideri sono ordini".
Nuovamente sulla scalinata apparve una giovane donna cento volte più bella della sua dama di compagnia. Tag ne fu abbagliato. Non vi sono parole, per descrivere la regolarità dei suoi lineamenti, incorniciati dai capelli d'oro. Le vesti splendevano come fossero guarnite di stelle e sulla fronte portava un diadema dal quale sprizzavano mille fuochi. Sorridendo discese la scala. "Vi ringrazio, gran signore di volermi ricevere sulla vostra nave. Perdonate la mia curiosità".
Tag le porse una mano per aiutarla a salire a bordo. Poi fece un cenno alle anitre di ripartire.
"Dove mi state portando mio signore?" chiese la principessa con occhi lucenti di gioia mentre si sedeva comodamente su un cuscino.
"Sono venuto per portarvi dal re della Bretagna. E' il mio signore e e fossi tornato senza di voi mi avrebbe fatto tagliare la testa."
Il viso della principessa si oscurò . Avrebbe preferito sposare Tag, però non disse nulla perchè non voleva che Tag perdesse la vita per colpa sua.Prese dalla cintura la piccola chiave che apriva le sue stanze e la lasciò cadere in acqua.
Arrivati a riva montarono sul cavallo bianco e si diressero al castello.
Il loro arrivo fu un evento sensazionale. Quando il re vide la principessa voleva sposarla immediatamente.
"Calma!" disse la principessa. "Non mi sposerò mai senza il mio abito da sposa, senza i miei gioielli, il mio corredo che si trovano in una cassapanca all'interno del castello d'argento."
"Se è tutto qui" disse il re "manderò i miei servitori a prendere tutto".
"Impossibile sire, le mie stanze sono chiuse a chiave".
"Beh.. datemi la chiave"
"Non posso la chiave è caduta nel lago".
Il re si trovò imbarazzato. la sua gioia svanì in un istante. Ma la strega del re di Francia che non si era lasciata sfuggire una parola si fece avanti e sorridendo malignamente disse:
Mandate il coraggioso cavaliere, ha fatto cose impossibili per altri mandate lui, ce la farà sicuramente. E come al solito il re disse che se non avesse riportato ogni cosa gli avrebbe fatto tagliare la testa in piazza Bouffay.
Tornò dal cavallo.
"Ancora in difficoltà?"
Tag disse tutto al bianco cavallo.
Proviamo di nuovo e non scoraggiamoci"
Quando arrivarono sulle rive del lago chiamò il pesciolino.
"Cosa posso fare per aiutarti" disse il pesce mettendo fuori la testa.
"Il re mi ha ordinato di ritrovare la chiave che la principessa dai capelli d'oro ha perso nel lago. Se non la trovo mi farà Tagliare la testa sulla piazza Bouffay".
"Bene troveremo la chiave : Trote, lucci, leucischi, verdoni, tinche, sanguinerole, carpe e barbi. Tutti si misero alla ricerca della chiave.
Poi una piccola carpa arrivò con la chiave in bocca.
Il re dei pesci si affrettò a consegnare la chiave a Tag. E tutte le cose vennero caricate sulla barca.
Tag portò tutto al re che si rallegrò moltissimo nel vederlo.
E adesso Amore mio ci sposeremo, disse il re.
Va bene disse, la principessa, però la differenza di età tra noi e troppa io voglio sposare uno sposo che avesse 20 anni di meno.
" Ma questo è impossibile disse il re". " Nulla è impossibile c'è solo bisogno di un pò d'acqua della morte e della vita"
"Ah si? e dove si trova quest'acqua?.
E molto difficile trovale ma il nostro cavaliere forse le troverà."
Così fu che Tag dopo aver attraversato metà del mondo trovò una sorgente.
E la portò al Castello.
La principessa dai capelli d'oro prese le bottiglie e le diede al re.
Ora vi farò vedere come funziona: portatemi qui il vostro cane.
Versò tre gocce d'acqua ed il cane morì, versò altre tre gocce con l'altra bottiglia ed il cane ritornò in vita molto ringiovanito.
"Volete provare?" disse la Principessa al Re?
"Certo che lo voglio! " e si versò tre gocce e morì.
Ma la principessa si guardò bene di versare l'altra acqua.
Indovinate la fine: Tag si sposò con la principessa dai capelli d'oro.
Le nozze furono celebrate in pompa magna.
Il bisnonno del bisnonno di mio nonno era addetto agli arrosti, per questo la storia si è tramandata nella mia famiglia.
E vi assicuro che non ho inventato un sola parola.