IL DILUVIO
In un pianoro ad est della città di Seoul si ergeva tanto tempo fa un grande albero di alloro. Una strega aveva preso l'abitudine di scendere dal cielo e ripararsi all'ombra dell'immensa pianta.
Fu così che un giorno la strega diede alla luce un bimbo: il padre della creatura era l'albero di alloro.
La strega, che era anche una dea, chiamò il bimbo Pum Kin e lo allevò con cura ed amore.
Ma quando il fanciullo compì dodici anni, la dea decise che era tempo di tornare in cielo.
Il ragazzo rimase con papà-alloro.
Una notte una tempesta scrosciante cadde ininterrottamente sulla terra, tanto che questa si trovò sommersa dalle acque.
Anche il grande albero di alloro stava ormai per essere inghiottito dalle acque del fiume Han che, turbinose avevano rotto gli argini.
Pum Kin, aggrappato all'albero dove più fitti s'intrecciavano i rami, osservava con terrore le acque che di giorno in giorno salivano paurosamente.
Ed ecco che l'albero si rivolse al ragazzo dicendo : - Figlio mio, ho paura che tra breve sarò travolto e portato via dalla corrente. In tal caso dovrai rimanere a cavalcioni del mio tronco. Solo così potrai salvarti.
L'alloro aveva appena pronunciato queste parole, quando un'ondata improvvisa lo sradicò dalla terra: la corrente fortissima, se li portò via.
Per molti giorni l'albero fluttuò sulle acque.
Un giorno si trovò a galleggiare accanto ad un pezzo di legno sul quale un esercito di formiche aveva trovato salvezza. Le formiche vedendo il fanciullo aggrappato ai rami, si misero a gridare in coro: Figlio dell'albero aiutaci e salvaci!
Il fanciullo intenerito si rivolse al padre:
-Padre, possiamo aiutare quelle povere bestiole?
-Certamente!
-Venite, salite sulla pianta con me- gridò il fanciullo alle formiche. E subito le formiche si arrampicarono felici e si sparsero tra i rametti e le foglie.
Poco dopo una nuvola di zanzare incrociò l'albero.
Stanche per le interminabili ore di volo, le zanzare gridarono al ragazzo:
-Figlio dell'albero, siamo esauste. Abbi pietà di noi e permettici di riposare tra i rami di tuo padre.
Di nuovo Pum Kin chiese il permesso al padre di aiutare quel nugolo di zanzare. L'albero acconsentì volentieri e le zanzare si annidarono tra le foglie della pianta ospitale.
Un ragazzetto che stava nuotando in cerca di sostegno scorse Pum Kin a cavalcioni dell'albero e gridò:
-Amico, aiutami! Ti prego, permettimi di aggrapparmi all'albero.
Di nuovo Pum Kin fu costretto a rivolgersi al padre, ma questa volta l'albero stranamente rispose di no.
Ormai allo stremo delle forze il ragazzo continuava ad invocare aiuto annaspando nell'acqua, ma l'alloro rimase fermo nel suo diniego.
Per compassione, vedendo che il ragazzo stava ormai annegando, Pum Kin fece un ultimo tentativo: chiese disperatamente al padre di aiutare lo sfortunato fanciullo.
Alla fine l'alloro cedette e Pum Kin, afferrato il ragazzo, lo tirò in salvo sul tronco dell'albero.
Il mattino seguente fu spinto dalla corrente sulla riva di quella che sembrava un'isola. Essa in realtà era la cima dell'altissimo monte chiamato Beg Du.
Le formiche e le zanzare gridarono in coro a Pum Kin: - Grazie figlio dell'albero! Ci hai salvato la vita. Ora ci sentiamo in debito con te, chissà che in avvenire ti possiamo ricompensare. Arrivederci!
E si sparsero sul terreno asciutto.
I ragazzi esasperati dal lungo digiuno, si misero alla ricerca di cibo e d'un rifugio sicuro. Ben presto si imbatterono in una capanna abitata da una donna e da due fanciulle: una figlia della donna stessa, l'altra figlia adottiva.
La donna ricevette con gioiosa ospitalità i due ragazzi: in seguito affidò loro alcuni lavori nei campi. Nessun altro essere umano era sopravvissuto al diluvio: erano tutti morti.
Le piogge intanto erano cessate, la terra era tornata asciutta e i due ragazzi si misero di lena al lavoro.
Con il passare degli anni la donna si convinse che sarebbe stata una cosa saggia combinare il matrimonio tra i due ragazzi e le sue fanciulle.
Decise così di dare in sposa la figliola al ragazzo più intelligente e capace, mentre la figlia adottiva avrebbe sposato l'altro.
Il secondo ragazzo aveva capito da tempo i progetti della donna e pensò di trarre vantaggio dalla situazione che si era creata. Disse alla donna:
- Mamma, il figlio dell'albero è di un'intelligenza straordinaria. Prova a spargere sulla sabbia una sporta di chicchi di miglio e vedrai che lui riuscirà a raccoglierli in meno di un'ora. Mettilo alla prova sono certo che la saprà superare brillantemente.
Desiderosa di scoprire le capacità di Pum Kin, la donna sparse sulla sabbia una grande quantità di chicchi di miglio e invitò il giovane a raccoglierli.
Pum Kin dapprima si rifiutò, poi, di fronte alle insistenze di lei decise di soddisfare la strana richiesta.
Nel raccogliere i chicchi, uno ad uno, sparsi tra la sabbia Pum Kin si rivelò così lento che non sarebbe bastata un'intera giornata per soddisfare l'attesa della donna.
Il ragazzo ben presto si scoraggiò: seduto sulla sabbia, a testa china, si domandava cosa fosse meglio fare.
Improvvisamente sentì una specie di solletico ad una caviglia. Una grossa formica cercava di attirare la sua attenzione.
- Amico- disse l'insetto - io sono una delle formiche che tu hai salvato dal diluvio. Ti vedo così triste... Che cosa ti succede?
Il ragazzo espose alla formica il suo problema.
Prima ancora che Pum Kin finisse di parlare, al segnale della formica, migliaia di copagne apparvero improvvisamente. Si misero al lavoro e in pochi minuti raccolsero tutti i chicchi di miglio.
L'altro ragazzo, divorato dalla gelosia, corse dalla donna e le spiegò che il lavoro non era stato fatto da Pum Kin, ma da un intero esercito di formiche.
Così la donna non potè decidere chi dei due ragazzi poteva diventare il suo favorito e quindi disse loro:
-Io voglio bene a tutti e due nello stesso modo. Non sono in grado di decidere a chi dare in sposa mia figlia e a chi l'altra fanciulla. Però ho un'idea: a voi la scelta del vostro destino. Questa notte non ci sarà la luna perchè siamo all'ultimo giorno del mese. Voi dovrete uscire e rimanere nel buio per un'ora, al di là della siepe. Le ragazze saranno nella stanza ad est, una, e l'altra in quella ad ovest. Ad un certo punto io vi chiamerò ed entrerete in una delle stanze che voi stessi sceglierete liberamente. Sarà la vostra scelta definitiva, e non vi sarà data possibilità di ripensamento.
Fatto buio i due giovani uscirono e attesero.
In piedi nella notte estiva, Pum Kin si chiedeva in quale stanza sarebbe dovuto entrare. Proprio in quel momento udì all'orecchio il ronzio di una grossa zanzara che gli sussurrò:
-Figlio dell'albero, entra nella stanza che sta ad oriente, là troverai la fanciulla più bella-.
Finalmente la donna gridò da lontano invitando i due giovani a farsi avanti. Pum Kin imboccò il sentiero ed entrò decisamente nella stanza ad est: era la scelta giusta.
Raccontano le antiche storie che le due coppie vissero felici ed a lungo avendo un buon numero di figli.
Ancor oggi si crede (ad Oriente) che furono loro i progenitori del genere umano, dopo il diluvio voluto dagli dei.
In un pianoro ad est della città di Seoul si ergeva tanto tempo fa un grande albero di alloro. Una strega aveva preso l'abitudine di scendere dal cielo e ripararsi all'ombra dell'immensa pianta.
Fu così che un giorno la strega diede alla luce un bimbo: il padre della creatura era l'albero di alloro.
La strega, che era anche una dea, chiamò il bimbo Pum Kin e lo allevò con cura ed amore.
Ma quando il fanciullo compì dodici anni, la dea decise che era tempo di tornare in cielo.
Il ragazzo rimase con papà-alloro.
Una notte una tempesta scrosciante cadde ininterrottamente sulla terra, tanto che questa si trovò sommersa dalle acque.
Anche il grande albero di alloro stava ormai per essere inghiottito dalle acque del fiume Han che, turbinose avevano rotto gli argini.
Pum Kin, aggrappato all'albero dove più fitti s'intrecciavano i rami, osservava con terrore le acque che di giorno in giorno salivano paurosamente.
Ed ecco che l'albero si rivolse al ragazzo dicendo : - Figlio mio, ho paura che tra breve sarò travolto e portato via dalla corrente. In tal caso dovrai rimanere a cavalcioni del mio tronco. Solo così potrai salvarti.
L'alloro aveva appena pronunciato queste parole, quando un'ondata improvvisa lo sradicò dalla terra: la corrente fortissima, se li portò via.
Per molti giorni l'albero fluttuò sulle acque.
Un giorno si trovò a galleggiare accanto ad un pezzo di legno sul quale un esercito di formiche aveva trovato salvezza. Le formiche vedendo il fanciullo aggrappato ai rami, si misero a gridare in coro: Figlio dell'albero aiutaci e salvaci!
Il fanciullo intenerito si rivolse al padre:
-Padre, possiamo aiutare quelle povere bestiole?
-Certamente!
-Venite, salite sulla pianta con me- gridò il fanciullo alle formiche. E subito le formiche si arrampicarono felici e si sparsero tra i rametti e le foglie.
Poco dopo una nuvola di zanzare incrociò l'albero.
Stanche per le interminabili ore di volo, le zanzare gridarono al ragazzo:
-Figlio dell'albero, siamo esauste. Abbi pietà di noi e permettici di riposare tra i rami di tuo padre.
Di nuovo Pum Kin chiese il permesso al padre di aiutare quel nugolo di zanzare. L'albero acconsentì volentieri e le zanzare si annidarono tra le foglie della pianta ospitale.
Un ragazzetto che stava nuotando in cerca di sostegno scorse Pum Kin a cavalcioni dell'albero e gridò:
-Amico, aiutami! Ti prego, permettimi di aggrapparmi all'albero.
Di nuovo Pum Kin fu costretto a rivolgersi al padre, ma questa volta l'albero stranamente rispose di no.
Ormai allo stremo delle forze il ragazzo continuava ad invocare aiuto annaspando nell'acqua, ma l'alloro rimase fermo nel suo diniego.
Per compassione, vedendo che il ragazzo stava ormai annegando, Pum Kin fece un ultimo tentativo: chiese disperatamente al padre di aiutare lo sfortunato fanciullo.
Alla fine l'alloro cedette e Pum Kin, afferrato il ragazzo, lo tirò in salvo sul tronco dell'albero.
Il mattino seguente fu spinto dalla corrente sulla riva di quella che sembrava un'isola. Essa in realtà era la cima dell'altissimo monte chiamato Beg Du.
Le formiche e le zanzare gridarono in coro a Pum Kin: - Grazie figlio dell'albero! Ci hai salvato la vita. Ora ci sentiamo in debito con te, chissà che in avvenire ti possiamo ricompensare. Arrivederci!
E si sparsero sul terreno asciutto.
I ragazzi esasperati dal lungo digiuno, si misero alla ricerca di cibo e d'un rifugio sicuro. Ben presto si imbatterono in una capanna abitata da una donna e da due fanciulle: una figlia della donna stessa, l'altra figlia adottiva.
La donna ricevette con gioiosa ospitalità i due ragazzi: in seguito affidò loro alcuni lavori nei campi. Nessun altro essere umano era sopravvissuto al diluvio: erano tutti morti.
Le piogge intanto erano cessate, la terra era tornata asciutta e i due ragazzi si misero di lena al lavoro.
Con il passare degli anni la donna si convinse che sarebbe stata una cosa saggia combinare il matrimonio tra i due ragazzi e le sue fanciulle.
Decise così di dare in sposa la figliola al ragazzo più intelligente e capace, mentre la figlia adottiva avrebbe sposato l'altro.
Il secondo ragazzo aveva capito da tempo i progetti della donna e pensò di trarre vantaggio dalla situazione che si era creata. Disse alla donna:
- Mamma, il figlio dell'albero è di un'intelligenza straordinaria. Prova a spargere sulla sabbia una sporta di chicchi di miglio e vedrai che lui riuscirà a raccoglierli in meno di un'ora. Mettilo alla prova sono certo che la saprà superare brillantemente.
Desiderosa di scoprire le capacità di Pum Kin, la donna sparse sulla sabbia una grande quantità di chicchi di miglio e invitò il giovane a raccoglierli.
Pum Kin dapprima si rifiutò, poi, di fronte alle insistenze di lei decise di soddisfare la strana richiesta.
Nel raccogliere i chicchi, uno ad uno, sparsi tra la sabbia Pum Kin si rivelò così lento che non sarebbe bastata un'intera giornata per soddisfare l'attesa della donna.
Il ragazzo ben presto si scoraggiò: seduto sulla sabbia, a testa china, si domandava cosa fosse meglio fare.
Improvvisamente sentì una specie di solletico ad una caviglia. Una grossa formica cercava di attirare la sua attenzione.
- Amico- disse l'insetto - io sono una delle formiche che tu hai salvato dal diluvio. Ti vedo così triste... Che cosa ti succede?
Il ragazzo espose alla formica il suo problema.
Prima ancora che Pum Kin finisse di parlare, al segnale della formica, migliaia di copagne apparvero improvvisamente. Si misero al lavoro e in pochi minuti raccolsero tutti i chicchi di miglio.
L'altro ragazzo, divorato dalla gelosia, corse dalla donna e le spiegò che il lavoro non era stato fatto da Pum Kin, ma da un intero esercito di formiche.
Così la donna non potè decidere chi dei due ragazzi poteva diventare il suo favorito e quindi disse loro:
-Io voglio bene a tutti e due nello stesso modo. Non sono in grado di decidere a chi dare in sposa mia figlia e a chi l'altra fanciulla. Però ho un'idea: a voi la scelta del vostro destino. Questa notte non ci sarà la luna perchè siamo all'ultimo giorno del mese. Voi dovrete uscire e rimanere nel buio per un'ora, al di là della siepe. Le ragazze saranno nella stanza ad est, una, e l'altra in quella ad ovest. Ad un certo punto io vi chiamerò ed entrerete in una delle stanze che voi stessi sceglierete liberamente. Sarà la vostra scelta definitiva, e non vi sarà data possibilità di ripensamento.
Fatto buio i due giovani uscirono e attesero.
In piedi nella notte estiva, Pum Kin si chiedeva in quale stanza sarebbe dovuto entrare. Proprio in quel momento udì all'orecchio il ronzio di una grossa zanzara che gli sussurrò:
-Figlio dell'albero, entra nella stanza che sta ad oriente, là troverai la fanciulla più bella-.
Finalmente la donna gridò da lontano invitando i due giovani a farsi avanti. Pum Kin imboccò il sentiero ed entrò decisamente nella stanza ad est: era la scelta giusta.
Raccontano le antiche storie che le due coppie vissero felici ed a lungo avendo un buon numero di figli.
Ancor oggi si crede (ad Oriente) che furono loro i progenitori del genere umano, dopo il diluvio voluto dagli dei.