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insegnamenti e applicazioni

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Constantin
Constantin
Viandante Ad Honorem
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Insegnamenti ed applicazioni.

Quando, poco dopo i vent'anni, il mio fervore rivoluzionario cominciò a spegnersi e mi resi conto che i miei sforzi per trasformare il mondo esterno erano futili, cominciai ad accorgermi dell'esistenza di insegnamenti che additavano la via di una più fattibile rivoluzione interna.
Fu così che lessi il primo libro di Carlos Castaneda " a scuola dallo stregone ". Sembrava scorrendo le pagine di quel libro che io avessi trovato le mie origini, immedesimandomi in lui percorsi i molti sentieri della terra messicana; mi gettai a capofitto nella lettura dei successivi altri libri ( una realtà separata, viaggio a Ixtlan, l'isola del Tonal, il secondo anello del potere, il dono dell'Aquila, il fuoco dal profondo, il potere del silenzio).
Tra i Nahua di quelle remote solitudini, dimenticavo il mio nome, la mia storia pregressa, per smettere di essere quello che ero e rinascere nel fragore dell'incontro con l'altro.
Con mia sorpresa vi trovai molte cose che avevo inconsciamente già vissuto, le mie esperienze di studente, ma ad un livello di sofisticazione e di sistematizzazione che non avevo mai visto prima. Il corpo del sogno, l'arte dell'agguato, la coscienza della terra che mi portò grazie a quei testi alla vera realtà non ordinaria del rapporto con La Grande Madre e gli spiriti Elementali, i presagi, i segnali. La cosa più importante era che lungo la lettura di tutta la sua opera erano disseminati insegnamenti, suggerimenti e proposte per poter vivere abbattendo le barriere sollevate da una quotidianità che inevitabilmente mi avrebbe portato, immergendomi in quella visione di mondo, ad essere considerato una persona molto strana.
Per coloro che ancora non l'abbiano letto, dirò che al principio degli anni Sessanta, Carlos Castaneda era uno studente di antropologia vicino alla laurea, quando incontrò un anziano indio Yaqui di nome Juan Matus.
Usando il vecchio come informatore, Castaneda pensava di realizzare uno studio sull'uso medicinale del Peyote. L'indio però si rivelò essere un potente stregone, o uomo di conoscenza, che fin dal principio lo prese come apprendista.
Poco alla volta Castaneda accettò questo ruolo di apprendista sciamano (cose peraltro trascritte in tutti i suoi libri), i suoi libri pubblicati suscitarono un grande interesse tra i lettori di tutto il mondo.
L'opera di Castaneda ha generato molte polemiche, soprattutto tra gli antropologi, i quali (invidiosi del successo di tutte le sue pubblicazioni) si sono affrettati a criticarlo, mettendo in dubbio la veridicità di quanto descritto nei libri, arrivando a mettere in dubbio l'esistenza di don Juan come persona reale.
Personalmente questo enigma mi sembra insignificante mettendo a suo confronto le idee esposte in queste opere.
Se si mette in pratica quanto insegnano si scopre che in ciascuno di noi giace nascosta un'altra consapevolezza: la consapevolezza dell'altro io, che apre possibilità illimitate alla percezione e all'esperienza. In questa maniera grazie ai suoi insegnamenti ho scoperto l'esistenza animistica del mondo che mi circonda.
Uno dei casi più comuni che si verificano (purtroppo) tra i lettori di Carlos Castaneda è quello di considerare le sue opere una finzione letteraria. In questa maniera li porta a scartare qualunque altro modo di trarne profitto.
Se si tratta di intellettuali, generalmente tenderanno a liquidare i suoi libri come semplice finzione, negando loro anche qualsiasi valore letterario. Il fatto è che, per ragioni non tanto misteriose, gli intellettuali accaniti di solito si sentono infastiditi dagli scritti di Castaneda e soprattutto dall'irriverenza di don Juan, sempre pronto a farsi beffe degli intellettualismi.
Un altro caso è quello del fanatico, il quale, senza aver sperimentato nulla di quanto viene raccontato nei libri, prende alla lettera quanto legge. Si tratta del tipo che (secondo lui) "vede" dappertutto alleati e luoghi di potere, i quali sono normalmente un prodotto della sua immaginazione piuttosto che della sua esperienza.
Il fanatico non è tale per il fatto che gli piacciono i libri di Castaneda, bensì, non potendo, e non volendo, prendersi il disturbo di mettere in pratica le proposte- che d'altra parte richiedono una forte determinazione- supplisce con la fantasia a quello che la sua pigrizia esistenziale non gli permette di vivere.
Accanto al fanatico si trovano gli affezionati alla marijuana e alle droghe in genere, che pretendono di trovare negli scritti di Carlos una giustificazione alle loro dipendenze.
Queste persone sembrano credere che il consumo ozioso  di stupefacenti acquisti una connotazione di serietà per il solo fatto di travestirlo da ricerca della conoscenza. Come il fanatico, il consumatore di droghe sostituisce fantasie e discorsi alla richiesta di lavorare concretamente per la conoscenza. Ma ha una difficoltà in più, dovuta al fatto dell'uso di piante psicotrope rende più vivide le fantasie, senza peraltro- in mancanza di un lavoro concreto per cambiare le proprie abitudini personali- alterare in nessun modo la struttura del suo ego e la sua vita quotidiana.
Anche nel caso delle piante di potere, come quelle usate nei rituali di varie tradizioni di conoscenza indigene, queste persone riescono a convertire l'uso di piante magiche (peyote, datura e altri allucinogeni) in qualcosa di simile a una sbronza un pò strana, che lungi da permettere loro il superamento dei limiti intellettuali, li rafforza.
Si tratta più di una fuga dalla realtà che di un incontro con essa.
Naturalmente per gli sciamani indios il discorso è diverso. Essi utilizzano queste piante come un aiuto per processi di conoscenza ereditati  dagli antenati, che loro seguono con una disciplina e una preparazione molto severe. Situazioni che non hanno nulla in comune tra di loro.
Infine esistono una quantità di lettori che, pur senza collocarsi in nessuno dei gruppi precedenti, non sanno cosa fare con ciò che i libri di Castaneda propongono, nonostante il fascino delle attraenti idee in essi contenute.
Da quanto detto più sopra si deduce che nonostante l'opera di Carlos Castaneda sia molto valida e popolare, non ne viene tratto un profitto adeguato. Di fatto la maggior parte dei lettori si trovano in uno e nell'altro dei casi segnalati.
Una lettura disattenta e le abitudini alienanti radicate nell'uomo comune dei giorni nostri, fanno si che i veri tesori delle lezioni di don Juan restino inaccessibili per quasi tutti.
Esiste un modo di penetrare l'opera di Castaneda, ammantarla con il desiderio della vera comprensione del nostro mondo e del nostro universo, si deve scavalcare sia la demonizzazione a priori che l'accettazione dogmatica dei suoi contenuti come dottrina ideologica. Si deve assimilarla in modo vivo, mediante la pratica concreta delle tecniche meditative e dei procedimenti che contiene.
Esistono intere zone del nostro essere e del nostro sentire che il condizionamento culturale ci ha fatto dimenticare, ma è possibile recuperarle. Esiste un'altra realtà e un'altra forma vivente.
Vale la pena di lavorare, mediante un'attenta lettura delle sue opere, distillarne l'essenza, ed arrivare ad una risposta esaustiva e sostanziale.
Precisi esercizi ci aiutano a superare i limiti del nostro ego e a liberare l'energia per agire in modo propositivo, portando un pò della magia della realtà separata nella nostra vita ordinaria.

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