Cos’è l’anima ? Una nozione ? Un concetto ?
La nozione allude alla conoscenza intuitiva, elementare di qualcosa. Invece il concetto scaturisce da un’idea, poi viene espressa con un procedimento che raccoglie ed aggrega i vari aspetti di una realtà oggettiva o di un’astrazione com’è l’anima.
Il concetto permette di avere chiari i caratteri essenziali e costanti di una specifica realtà, l’essenza, ciò che rimane stabile, al di là della mutevolezza del dato e della molteplicità delle apparenze.
Il concetto di anima compare la prima volta con Socrate, che ne fece il centro degli interessi della filosofia. Dal “Fedone” di Platone sappiamo che Socrate considerava l'anima una virtù, in greco “areté”, non solo virtù in senso etico ma anche come “funzione”, capacità.
Per Socrate, come per Platone ed Aristotele, la “virtù dell’anima” consiste nel raggiungere il suo fine: l’eudaimonia: la felicità.
Prima di loro, da Omero sappiamo che l’anima ha un connotato mitologico: l’assimila ad un soffio” che abbandona il corpo nel momento della morte. Come un’ombra sopravvive nell’Ade ma senza poter esplicare la sua energia vivificatrice.
Il nome Ade è di origine greca, deriva da “Aidhs”, composto da “a” privativa e dalla radice “ id –“ (= vedere); significa "luogo dove non si può vedere", buio, e dove confluiscono tutte le anime dopo la morte degli individui.
Nell'Odissea Omero descrive il regno dei morti buio e vuoto, popolato da anime che si aggirano tristi fra i grigi campi rimpiangendo la vita e la luce del sole. Tutto è in contrapposizione al mondo dei vivi. L'oltretomba o Ade è uno spazio tenebroso all'interno della terra, posto all'estremo occidente dell'Oceano, con un'entrata e un vestibolo.
Da Socrate, e dal suo discepolo Platone, l’anima viene detta“psyché” e designa il mondo interiore dell’individuo.
Psiche, personificazione dell'anima nella mitologia greca
Socrate diceva che il compito dell'uomo è la cura dell'anima: nel nostro tempo la chiamiamo “psicoterapia”. .
Il sostantivo anima è connesso col greco ànemos (= soffio, vento). Da alcune religioni l'anima è considerata la parte vitale e spirituale di un essere vivente, distinta dal corpo fisico. Originariamente espressione dell'essenza di una personalità, intesa come sinonimo di "spirito", o "io", dall'età moderna venne progressivamente identificata soltanto con la coscienza dell'individuo.
Le religioni rivelate, come quella cristiana, affermano che sia Dio a creare o generare le anime.
Molti, sbagliando, pensano che il concetto di anima sia una creazione cristiana, invece è di derivazione orfico-pitagorica. Per certi aspetti il concetto di anima e di immortalità dell'anima è contrario alla dottrina cristiana, che parla invece di risurrezione dei corpi. Che poi i primi pensatori della Patristica abbiano utilizzato categorie filosofiche greche, e che quindi l'apparato concettuale del cristianesimo sia in parte ellenizzante, non deve far dimenticare che il concetto di psyche deriva da alcuni filosofi greci.
La nozione allude alla conoscenza intuitiva, elementare di qualcosa. Invece il concetto scaturisce da un’idea, poi viene espressa con un procedimento che raccoglie ed aggrega i vari aspetti di una realtà oggettiva o di un’astrazione com’è l’anima.
Il concetto permette di avere chiari i caratteri essenziali e costanti di una specifica realtà, l’essenza, ciò che rimane stabile, al di là della mutevolezza del dato e della molteplicità delle apparenze.
Il concetto di anima compare la prima volta con Socrate, che ne fece il centro degli interessi della filosofia. Dal “Fedone” di Platone sappiamo che Socrate considerava l'anima una virtù, in greco “areté”, non solo virtù in senso etico ma anche come “funzione”, capacità.
Per Socrate, come per Platone ed Aristotele, la “virtù dell’anima” consiste nel raggiungere il suo fine: l’eudaimonia: la felicità.
Prima di loro, da Omero sappiamo che l’anima ha un connotato mitologico: l’assimila ad un soffio” che abbandona il corpo nel momento della morte. Come un’ombra sopravvive nell’Ade ma senza poter esplicare la sua energia vivificatrice.
Il nome Ade è di origine greca, deriva da “Aidhs”, composto da “a” privativa e dalla radice “ id –“ (= vedere); significa "luogo dove non si può vedere", buio, e dove confluiscono tutte le anime dopo la morte degli individui.
Nell'Odissea Omero descrive il regno dei morti buio e vuoto, popolato da anime che si aggirano tristi fra i grigi campi rimpiangendo la vita e la luce del sole. Tutto è in contrapposizione al mondo dei vivi. L'oltretomba o Ade è uno spazio tenebroso all'interno della terra, posto all'estremo occidente dell'Oceano, con un'entrata e un vestibolo.
Da Socrate, e dal suo discepolo Platone, l’anima viene detta“psyché” e designa il mondo interiore dell’individuo.
Psiche, personificazione dell'anima nella mitologia greca
Socrate diceva che il compito dell'uomo è la cura dell'anima: nel nostro tempo la chiamiamo “psicoterapia”. .
Il sostantivo anima è connesso col greco ànemos (= soffio, vento). Da alcune religioni l'anima è considerata la parte vitale e spirituale di un essere vivente, distinta dal corpo fisico. Originariamente espressione dell'essenza di una personalità, intesa come sinonimo di "spirito", o "io", dall'età moderna venne progressivamente identificata soltanto con la coscienza dell'individuo.
Le religioni rivelate, come quella cristiana, affermano che sia Dio a creare o generare le anime.
Molti, sbagliando, pensano che il concetto di anima sia una creazione cristiana, invece è di derivazione orfico-pitagorica. Per certi aspetti il concetto di anima e di immortalità dell'anima è contrario alla dottrina cristiana, che parla invece di risurrezione dei corpi. Che poi i primi pensatori della Patristica abbiano utilizzato categorie filosofiche greche, e che quindi l'apparato concettuale del cristianesimo sia in parte ellenizzante, non deve far dimenticare che il concetto di psyche deriva da alcuni filosofi greci.