Tempo fa ho fatto a me stesso una promessa. Che rimarrà immutabile nel tempo. La promessa suona più o meno così: in assenza di un progetto, senza un progetto vero e totale, non ci sarà alcun pensiero. Alcuna emozione. Nessun coinvolgimento. Nessuna parola. Mai. Mai più.
Qual è dunque la verità? Che cosa è successo esattamente quel giorno? Ci sono tante verità. Ognuno ha la sua. Ci sono tanti vissuti. Ognuno ha il suo. Quello che ho potuto vedere, quello che ho visto dalla mia prospettiva è un sole. Un sole che si è materializzato tra le mie mani.
Non so da dove venisse. Nè dove andasse. So soltanto che quel giorno, quel sole, si è materializzato tra le mie mani. Non esiste passato. Non esiste futuro. Solo un interminabile, intenso, profondo contatto. Uno sguardo. Ricordo uno sguardo. Il calore. Ricordo il calore. Ricordo i colori: Giallo. Rosso. Azzurro. Quel corpo era luce. Una luce calda e intensa. Una luce appena sussurrata. Una luce tutta racchiusa in uno sguardo. In una mano.
Un bacio. Un bacio senza tempo. Un bacio fuori dal tempo. Un bacio e un intero sole appoggiato sul palmo della mano. Ora, mi chiedo, chi inviterebbe mai qualcuno a casa propria per poi far rimanere l'ospite sulla strada? Eppure, sì. Succede. Un accordo tacito. Tu non mi inviti ad entrare. Io nemmeno te lo chiedo e resto fuori.
Fuori da ogni attesa. Fuori da ogni aspettativa. Fuori da ogni speranza. Fuori da ogni futuro e da ogni passato. Fuori da ogni compromesso. Fuori da ogni pretesa. Fuori da tutto. Anche da ogni condivisione possibile.
Questa è una delle cose più difficili della modernità. Vivere fuori.
Perchè non mi inviti a entrare? Tante sono le risposte possibili. Forse non mi inviti ad entrare perchè sai che non posso rimanere. O forse non mi inviti ad entrare perchè non vorresti mai che io possa decidere di rimanere.
Perchè non ti chiedo di entrare? Tante sono le risposte possibili. Forse perchè so che non voglio rimanere. Forse perchè non vorrei mai che tu accettassi di farmi entrare. Forse perchè non voglio entrare.
Cazzo, non so niente di te. E mi dico che, in fondo, è meglio così. Se avessi saputo la verità, forse non sarei mai nemmeno venuto qui. Oppure, se avessi saputo la verità, forse, sarei venuto e mi sarei fermato per sempre.
"Sono fortunata", dici. Cristo santo! Le parole si portano dentro le sensazioni. Ma le sensazioni non sono leggibili, come lo sono le parole. Io-non-lo-so che cosa pensi. Vorresti davvero saperlo? Forse si. O, forse, è meglio di no. Forse è meglio così.
Qual è dunque la verità? Che cosa è successo esattamente quel giorno? Ci sono tante verità. Ognuno ha la sua. Ci sono tanti vissuti. Ognuno ha il suo. Quello che ho potuto vedere, quello che ho visto dalla mia prospettiva è un sole. Un sole che si è materializzato tra le mie mani.
Non so da dove venisse. Nè dove andasse. So soltanto che quel giorno, quel sole, si è materializzato tra le mie mani. Non esiste passato. Non esiste futuro. Solo un interminabile, intenso, profondo contatto. Uno sguardo. Ricordo uno sguardo. Il calore. Ricordo il calore. Ricordo i colori: Giallo. Rosso. Azzurro. Quel corpo era luce. Una luce calda e intensa. Una luce appena sussurrata. Una luce tutta racchiusa in uno sguardo. In una mano.
Un bacio. Un bacio senza tempo. Un bacio fuori dal tempo. Un bacio e un intero sole appoggiato sul palmo della mano. Ora, mi chiedo, chi inviterebbe mai qualcuno a casa propria per poi far rimanere l'ospite sulla strada? Eppure, sì. Succede. Un accordo tacito. Tu non mi inviti ad entrare. Io nemmeno te lo chiedo e resto fuori.
Fuori da ogni attesa. Fuori da ogni aspettativa. Fuori da ogni speranza. Fuori da ogni futuro e da ogni passato. Fuori da ogni compromesso. Fuori da ogni pretesa. Fuori da tutto. Anche da ogni condivisione possibile.
Questa è una delle cose più difficili della modernità. Vivere fuori.
Perchè non mi inviti a entrare? Tante sono le risposte possibili. Forse non mi inviti ad entrare perchè sai che non posso rimanere. O forse non mi inviti ad entrare perchè non vorresti mai che io possa decidere di rimanere.
Perchè non ti chiedo di entrare? Tante sono le risposte possibili. Forse perchè so che non voglio rimanere. Forse perchè non vorrei mai che tu accettassi di farmi entrare. Forse perchè non voglio entrare.
Cazzo, non so niente di te. E mi dico che, in fondo, è meglio così. Se avessi saputo la verità, forse non sarei mai nemmeno venuto qui. Oppure, se avessi saputo la verità, forse, sarei venuto e mi sarei fermato per sempre.
"Sono fortunata", dici. Cristo santo! Le parole si portano dentro le sensazioni. Ma le sensazioni non sono leggibili, come lo sono le parole. Io-non-lo-so che cosa pensi. Vorresti davvero saperlo? Forse si. O, forse, è meglio di no. Forse è meglio così.