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"Il grande internamento" e "la logica della follia"

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26
Leda
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Viandante Storico
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Paolo Vallesi
La Nave Dei Folli P. Vallesi/B. Dati

Li vedo camminare lenti
interminabili corsie
o ciondolare sonnolenti
a bocca aperta per le vie
sbarre di vetro alle finestre
e in fondo all'anima chissà
che solitudine terrestre
che abissi di fragilità.
Li vedo senza le catene

né cuffie per l'elettroshock
con i calmanti nelle vene
li vedo come in un Van Gogh
parlano e ridono da soli
e in questa nave di follia
fanno le vele coi lenzuoli
e rotta per la lontanissima Utopia.

Senza passato né futuro
li vedo sbandano qua e là
è un pipistrello il mare oscuro
che insegue l'anima a zig-zag
li sento urlare disperati
come sirene in agonia
come bambini abbandonati
per sempre in questa galleria
li vedo piangere all'aperto
ma non sapranno mai perché
intorno è solo un gran deserto
né come mai per loro amore non ce n'è.

Ci fosse un Dio
nell'infinito
lui lo vorrebbe
accanto a se
questo suo popolo
smarrito
e forse un Dio
per loro c'è.

Li vedo in giro sono tanti
diversi e uguali a tutti noi
quando è un inferno andare avanti
quando ti perdi… e accade a tutti
prima o poi.

Ci fosse un Dio
nell'infinito
lui lo vorrebbe
accanto a se
questo suo popolo
smarrito
e forse un Dio
per loro c'è
ci fosse un Dio
nell'infinito
ci fosse un Dio
nell'infinito
ci fosse un Dio…


27
tulip
tulip
Viandante Storico
Viandante Storico
Leda ha scritto:Io ci sono stata: non internata, ma ricoverata.
C'erano matti di ogni genere, ma soprattutto c'era IL MATTO della città. Quello che canta a squarciagola da matto, si veste da matto, blatera da matto, insomma: il vero matto.
A me aveva sempre fatto impressione incrociarlo per strada. Ed ora me lo ritrovavo nella camera accanto, mangiavo a tavola con lui e... mi cantava le canzoni di Baglioni.
Poi c'erano la madre e il fratello che venivano a trovarlo tutti i giorni, due volte al giorno.
A me non mi veniva a trovare nessuno.
E allora ho capito che lui era più degno di stima di me ed ho avuto il massimo rispetto per la sua famiglia.
Ora quando lo incontro per strada gli sorrido. Lui non si ricorda di me, ma io si.

http://quelcheintendo.blogspot.com/2009/03/la-nave-dei-folli.html
Ogni persona è degna, non pensare nemmeno di non essere degna , solo che lui avrà una famiglia e tu no , ma non è certo colpa di nessuno... non commiserarti, impara a volerti bene

28
Leda
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Viandante Storico
Viandante Storico
tulip ha scritto:Ogni persona è degna, non pensare nemmeno di non essere degna , solo che lui avrà una famiglia e tu no , ma non è certo colpa di nessuno... non commiserarti, impara a volerti bene

Non mi commisero, ma non posso ignorare il fatto che i miei familiari non conoscono i miei problemi perché non potrebbero capire e si vergognerebbero di me. E mi considerebbero drogata perché prendo farmaci quotidianamente.

Lui, Mauro, è amato e seguito dalla sua famiglia per quello che è.

29
tulip
tulip
Viandante Storico
Viandante Storico
Leda ha scritto:
tulip ha scritto:Ogni persona è degna, non pensare nemmeno di non essere degna , solo che lui avrà una famiglia e tu no , ma non è certo colpa di nessuno... non commiserarti, impara a volerti bene

Non mi commisero, ma non posso ignorare il fatto che i miei familiari non conoscono i miei problemi perché non potrebbero capire e si vergognerebbero di me. E mi considerebbero drogata perché prendo farmaci quotidianamente.

Lui, Mauro, è amato e seguito dalla sua famiglia per quello che è.
Ok , hai fatto tutto da sola...sai già a priori che i tuoi famigliari si vergognerebbero di te, pertanto non parli dei tuoi problemi. Ma non si può sapere ciò che pensano gli altri, spesso il nostro problema siamo noi stessi che creiamo dei muri alti e ripidi intorno a noi e poi non riusciamo più ad uscirne. Il problema è capire se tu vuoi essere ascoltata, se vuoi essere capita, se hai la forza di dire quello che sei, di parlare dei problemi che hai...tutto il resto è supposizione

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Sibert
Sibert
Viandante Residente
Viandante Residente
Mago_Merlino ha scritto:"Se l’uomo può sempre essere folle, il pensiero,

come esercizio della sovranità da parte di un soggetto che si accinge a
percepire il vero, non può essere insensato. Viene tracciata una linea
di
separazione che renderà ben presto impossibile l’esperienza di una
Ragione
sragionevole e di una Sragionevole ragione".
 

L'idea di malattia mentale e la sua percezione come problema sociale,
secondo Focault è moderna.
Nel Medioevo la follia  si inscriveva nella dicotomia Bene/Male come
parte  dell’umana tragicità, e   il folle
era   ammesso nella società, anzi aveva un ruolo sociale e simbolico.
Poi l'organizzazione sociale si è evoluta in senso razionalistico e con
il lumi della ragione la follia è diventata ombra.
Leggere questa cosa, mi ha turbato.
In un certo senso sembra che la malattia mentale sia ciò che non torna
alla ragione. In altre parole vi è più follia quanto più la società
tende a leggere collettivamente la vita come insieme sincretico e quanto
più tenta di ridurre tutto al razionale. La follia sarebbe come la
colpa di un certo sistema.
Ora, mi chiedo e vi chiedo, la malattia mentale costituisce un problema
per la società e il malato soltanto perchè non è comprensibile in una
cultura razionalista?
La malattia mentale sembra avere una certa fisionomia soltanto perchè la
guarda un occhio razionalista?
E' davvero un problema e qualcosa da curare?
perchè è avvertita come un problema sociale?
perchè si è iniziato a rinchiudere ed isolare i folli?
Qual'è oggi, chiusi i manicomi, il rapporto con questa realtà?
In termini simbolici cosa costituisce?


Non sapevo tutte queste cose grazie. La filosofia mi piace anche se non capisco tutto bene.
Io penso che una cosa è un problema se lo diventa, quindi anche la follia. La soluzione è pratica e dipende dai mezzi.

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Candido
Candido
Viandante Storico
Viandante Storico
La malattia mentale è un problema per il malato e per la sua famiglia, ovviamente. Specialmente se il malato mentale ha impulsi aggressivi. E lo stato non aiuta. Tutte le altre sono fumisterie intellettualoidi...il problema non cambia se affermiamo che la follia è un concetto relativo, soggettivo. Poi io, se mi credo Napoleone, non sono in grado di trovare un lavoro per mantenermi. E chi lo fa, l'intellettuale di sinistra che nega la follia?

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