Ieri sera ho riletto, dopo tanto tempo, “Il naso”, un breve racconto di Gogol’, e ancora una volta non ho potuto fare a meno di domandarmi i motivi per cui mi dà tanto piacere. D’accordo, Gogol’ scrive da dio, è il padre dei prosatori russi (come Pushkin lo è dei poeti), ma l’apparente esiguità (o demenzialità della trama, con un naso che fugge dal viso del legittimo proprietario e cerca di condurre una vita autonoma, agghindato addirittura in una divisa da generale, parrebbe relegare il racconto nel novero dei “divertissement”. Eppure, quando lo si è letto, è difficile sottrarsi all’impressione di trovarsi di fronte a un capolavoro. C’è qualcuno che lo conosce e che ha commenti da fare in merito?
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