Le risposte della madre in questa fase devono essere appropriate ai bisogni del bambino,
il che significa presenti ma non invasive.
La cura fornita in altri termine deve sempore essere proporzionale in modo reciproco
alla capacità del bambino di tollerare la frustrazione dell'assenza.
La presenza di queste cure alimenta l'llusione nel bambino di essere in grado di creare
il seno ( l'appagamento) nel momento in cui lo desidera e ciò
sarebbe alla base dello sviluppo della creatività intesa in senso lato.
Poi però il fatto che "la madre sia buona ma non troppo" ridimensionerà questa illusione di onnipotenza,
consentendo la distinzione tra se ed il pargolo.
Senza addentrarmi nel come questo avvenga,
mi sorgono due domande a riguardo.
Non vorrei risposte tecniche, perchè anche io so poco o nulla.
Ci rifletto e basta.
Non so se voi disegnate o fate cose del genere, ma è evidente che aprescindere da risultato si tratta di creare.
Davvero si è come Dio rispetto a ciò che si inventa,
che significa essere esattamente come un bimbo che gioca:
si da vita alle cose e si crea un mondo.
Mi chiedo se l'eccessiva presenza del seno non possa favorire tutti l'assunzione
dio atteggiamenti non equilibrati rispetto a questa risorsa potenziale, come la sovrastima delle proprie fantasie,
l'incapacità di accetare la realtà, la tossicodipendenza ( che per me è ricerca della pace perduta della fusione), il narcisismo,
la nevrosi... o altro.
Viceversa invece mi chiedo cosa generi l'assoluta assenza di cure. Un soggetto assolutamente non creativo?
i fatti lo smentirebbero. E allora a quale risorsa attinge quel bambino?
..e che effetti producono le cure scoordinate e disfunzionali?