I comportamenti agiti da alcune persone nella sfera sentimentale sembrano chiaramente autolesionistici e inutilmente portati alla sofferenza. Questi comportamenti si situano all’interno di uno spettro che va da sporadici e modesti tratti relazionali di sottomissione a veri e propri ‘stili’ comportamentali in cui la persona sembra ricercare, nel rapporto amoroso, tutto cio’ che la fa soffrire.
Per parlare di questo devo allargare il discorso e contestualizzarlo.
Perdonate quindi la mia prolissità
Il contesto è quello del masochismo, che però va inteso in un'accezione allargata.
Il termine viene inizialmente usato da Freud per indicare alcune deviazioni sessuali in cui il soggetto cerca, non solo accetta, la sofferenza fisica e psicologica come mezzo per ottenere il piacere. Freud chiama questa forma di masochismo come erogeno: esso designa quell tipo di persone che, piu’ o meno incosapevolmente, cercano un partner sessuale sadico, che abbia cioe’ caratteristiche opposte alle loro e che infligga dolore e sofferenza. Successivamente, l’interesse di Freud si sposta sull’analisi delle fantasie inconscie che stanno dietro alla posizione di sottomissione scoprendo che si tratta spesso di fantasie legate al desiderio edipico, nella bambina, di essere amata e sottomessa al padre, e creando cosi’ le basi per la futura suscettibilita’ adulta del masochista nei confronti di figure paterne o che rivestano autorita’. Piu’ avanti ancora, a conclusione del suo pensiero, Freud estende il concetto di masochismo dal ristretto campo sessuale o dallo specifico della fantasia edipica, al comportamento umano piu’ generale e al carattere femminile. Al masochismo del primo tipo, detto appunto erogeno, si aggiunge cosi’ il masochismo morale e quello femminile.
La ricerca inconscia della sofferenza non si limita piu’, quindi, allo scenario sessuale, ma si puo’ estendere allo stile esistenziale globale della persona, caratterizzandone le scelte, le motivazioni, i comportamenti.
Poiche’ dobbiamo sempre tenere presente che la natura e la spinta profonda di un tale assetto psicologico e’ essenzialmente inconscia, noi potremmo avere una persona, ad esempio una donna per restare al nostro argomento, che vive ripetute relazioni sentimentali autolesionistiche ed infelici ma consapevolmente non le vorrebbe, sul piano razionale e cosciente desidera invece, in tutta sincerita’, trovare un partner adeguato a cui non sottomettersi e con cui vivere serenamente. La psicoanalisi ci ha insegnato da tempo che questi due registri, conscio ed incoscio, possono purtroppo convivere in piena contraddizione dentro di noi.
Il motore interno del masochismo morale è la presenza dell’istinto di morte, una pulsione inconscia antitetica alla libido, cioe’ all’istinto di vita, che in queste persone e’ particolarmente elevata, o non sufficientemente fusa con la libido che ne dovrebbe attutire la distruttivita’, cosicche’ si ritrova libera ad operare all’interno della psiche, causando la ritorsione dell’aggressivita’ verso il Se’ (nel masochismo, appunto) o verso l’oggetto, l’Altro (nel sadismo).
La psicoanalisi moderna vede nel masochismo un’origine plurideterminata: vi sono casi in cui effettivamente l’aggressivita’ del soggetto e’ rivolta verso se stesso, con necessita’ di autopunizone e quindi sofferenza masochistica, ma piu’ spesso troviamo casi in cui la ricerca inconscia della sofferenze e dell’umiliazione costituisce la ripetizione, in forma diretta o ribaltata, delle vicende traumatiche infantili. Il trauma puo’ essere anche apparentemente modesto, ma ripetuto nel tempo (cosiddetto ‘trauma cumulativo’), come ad esempio una madre alternativamente affettuosa e maltrattante, e venire introiettato nella mente del bambino come l’unica realta’ possibile. nella prima infanzia si è appreso emotivamente che per avere un po’ di attenzione e amore si devono sopportare gli accessi di rabbia, gli sbalzi d’umore, gli abusi o le imprevedibilita’, incosciamente portata nella vita adulta, anche quando non ne sussiste piu’ il bisogno, quel tipo di relazione sarò ritenuto naturale, ricercato e in alcuni casi addirittura ricreato.
Questo è il contesto.
L'argomento siamo noi.
Il nesso tra amore e dolore non eliminabile.
Ma a volte è davvero troppo stretto.
Vorrei parlarne, discutendo se volete di teoria... ma sopratutto di noi.
Per parlare di questo devo allargare il discorso e contestualizzarlo.
Perdonate quindi la mia prolissità
Il contesto è quello del masochismo, che però va inteso in un'accezione allargata.
Il termine viene inizialmente usato da Freud per indicare alcune deviazioni sessuali in cui il soggetto cerca, non solo accetta, la sofferenza fisica e psicologica come mezzo per ottenere il piacere. Freud chiama questa forma di masochismo come erogeno: esso designa quell tipo di persone che, piu’ o meno incosapevolmente, cercano un partner sessuale sadico, che abbia cioe’ caratteristiche opposte alle loro e che infligga dolore e sofferenza. Successivamente, l’interesse di Freud si sposta sull’analisi delle fantasie inconscie che stanno dietro alla posizione di sottomissione scoprendo che si tratta spesso di fantasie legate al desiderio edipico, nella bambina, di essere amata e sottomessa al padre, e creando cosi’ le basi per la futura suscettibilita’ adulta del masochista nei confronti di figure paterne o che rivestano autorita’. Piu’ avanti ancora, a conclusione del suo pensiero, Freud estende il concetto di masochismo dal ristretto campo sessuale o dallo specifico della fantasia edipica, al comportamento umano piu’ generale e al carattere femminile. Al masochismo del primo tipo, detto appunto erogeno, si aggiunge cosi’ il masochismo morale e quello femminile.
La ricerca inconscia della sofferenza non si limita piu’, quindi, allo scenario sessuale, ma si puo’ estendere allo stile esistenziale globale della persona, caratterizzandone le scelte, le motivazioni, i comportamenti.
Poiche’ dobbiamo sempre tenere presente che la natura e la spinta profonda di un tale assetto psicologico e’ essenzialmente inconscia, noi potremmo avere una persona, ad esempio una donna per restare al nostro argomento, che vive ripetute relazioni sentimentali autolesionistiche ed infelici ma consapevolmente non le vorrebbe, sul piano razionale e cosciente desidera invece, in tutta sincerita’, trovare un partner adeguato a cui non sottomettersi e con cui vivere serenamente. La psicoanalisi ci ha insegnato da tempo che questi due registri, conscio ed incoscio, possono purtroppo convivere in piena contraddizione dentro di noi.
Il motore interno del masochismo morale è la presenza dell’istinto di morte, una pulsione inconscia antitetica alla libido, cioe’ all’istinto di vita, che in queste persone e’ particolarmente elevata, o non sufficientemente fusa con la libido che ne dovrebbe attutire la distruttivita’, cosicche’ si ritrova libera ad operare all’interno della psiche, causando la ritorsione dell’aggressivita’ verso il Se’ (nel masochismo, appunto) o verso l’oggetto, l’Altro (nel sadismo).
La psicoanalisi moderna vede nel masochismo un’origine plurideterminata: vi sono casi in cui effettivamente l’aggressivita’ del soggetto e’ rivolta verso se stesso, con necessita’ di autopunizone e quindi sofferenza masochistica, ma piu’ spesso troviamo casi in cui la ricerca inconscia della sofferenze e dell’umiliazione costituisce la ripetizione, in forma diretta o ribaltata, delle vicende traumatiche infantili. Il trauma puo’ essere anche apparentemente modesto, ma ripetuto nel tempo (cosiddetto ‘trauma cumulativo’), come ad esempio una madre alternativamente affettuosa e maltrattante, e venire introiettato nella mente del bambino come l’unica realta’ possibile. nella prima infanzia si è appreso emotivamente che per avere un po’ di attenzione e amore si devono sopportare gli accessi di rabbia, gli sbalzi d’umore, gli abusi o le imprevedibilita’, incosciamente portata nella vita adulta, anche quando non ne sussiste piu’ il bisogno, quel tipo di relazione sarò ritenuto naturale, ricercato e in alcuni casi addirittura ricreato.
Questo è il contesto.
L'argomento siamo noi.
Il nesso tra amore e dolore non eliminabile.
Ma a volte è davvero troppo stretto.
Vorrei parlarne, discutendo se volete di teoria... ma sopratutto di noi.