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Questa, se me lo permettete... la dedicherei all'amico Zadig
Gran ballo in società
scusa, è talmente antica che credevo fosse di pubblico dominio.
Ad un gran ballo di gala di tempi andati, quando ancora usava l'etichetta, nobili signori e splendide dame intrecciavano valzer, mazurke e minuetti... infatti il tango se lo facevano solo in privato... (ma questa è un'altra storia).
E così leggiadramente avvinti, scivolando sapientemente su seducenti melodie di prestigiosi maestri si scambiavano versi e complimenti, e delicate frasi di compiacimento e simpatia.
La marchesa Ballary volteggia leggera al braccio del conte Wolf, splendido rampollo di genìa teutonica e brillante comandante del locale distaccamento dei Granatieri.
Ed ecco che giusto nel culmine della danza, quando più incalzano le battute ed occorre reggersi stretti, il conte sfora con le labbra l'eburneo padiglione della nobile dama chiaramente sillabando: "Marchesa, appena finita 'sta festa, andiamo a scopare?..."
Inaudito ardire!!... e la marchesa nemmeno ha il tempo di pensare!... con sonoro, subitaneo e furibondo ceffone percuote il volto del bieco impudente e subito si scioglie dall'allaccio sdegnata sibilando "lurido porco svergognato".
Scappa via la marchesa dal centro della sala mentre alcuno mostra il minimo stupore. L'etichetta infatti, è ben noto a tutti, giammai permetterebbe un'ingerenza!
Procede tranquilla la serata, fra sorrisi, saluti e convenevoli. E pian piano, fra una danza e l'altra, un rinfresco, un brindisi, un sorriso, anche la gota giovane di Wolf riprende il naturale colorito, e si sbiadisce il marchio dello schiaffo.
Infatti, il prode militare non sembra sia adombrato per l'onta ricevuta!... e in nulla s'è turbata la giovialità che sempre sfoggia.
Non così invece per la povera Marchesa!... Umiliata, affranta, inviperita, siede impettita su di un divanetto ferita nell'onore e nell'orgoglio...
Quanto amerebbe che un nobile signore, un cavalier servente, un cicisbeo, sfidasse in duello quel fellone e ne effondesse il sangue sulla terra...
Eppure... eppur le sembra strano e poco vero che un giovane elegante e tanto ammodo, si sia permesso tanto turpiloquio...
e poi con lei, Marchesa Ballary!...
Non è pensabile! anche se ha ben inteso... una sì infame frase, in quella bocca, in quel giustacuore! E poi sorride, il conte, ed umiliato non sembra affatto dalla sua vergogna!... possibile sia mai?... si chiede la marchesa... e il dubbio le entra dentro al cuore.
"Certamente io, ho capito male!... - ripete a sé stessa titubante - chissà quale parola assai suadente, forse straniera, forse un neologismo... un'espressione poetica, chissà?... ha voluto sussurrarmi nell'orecchio... ed io per mia malizia ho travisato!..."
Ora è a disagio, la nobile signora, si sente in colpa, teme, di aver davvero fatto una gran gaffe... di quelle imperdonabili... tremende!...
Non v'ha che rimediare... sempre ammesso... che il gentiluomo voglia perdonare.... Ma forse si... in fondo poi non sembra che la collera gli bolla dentro al petto...
Ma non si sa mai!... c'è sempre l'etichetta... a coprire passioni ed emozioni...
Ma non c'è rimedio... sia pure con prudenza… occorre chieder scusa... e farlo adesso!
Procura dunque la nobile signora, ancora di ballare con in conte. Un poco vergognosa, in verità, ma certo a lei non manca la maestria!
Danzando pianamente un valzer strascicato, la marchesina studia le parole da sussurrare con prudenza al conte che, per suo conto non dimostra affatto, di avere remore per quanto sia accaduto...
"Ecco, signore... io vorrei scusarmi.... per quello che ho commesso poco fa..."
"E di cosa mai, dica, di grazia! una creatura divina mai dovrà pentirsi?... - galante e pronto la interrompe il conte - forse d'una carezza vigorosa, data ad uomo al centro d'una sala?..." sorride franco il fiero capitano, stringendo fra le braccia la marchesa
"Gli è.. mi scusi, che io avevo inteso... per mia stoltezza certo e cattiveria!... di una sua proposta..."
"Ah si!... ricordo bene!... andare a letto insieme appena pronti, per una sana e libera scopata?... la proposta rimane, e questo è certo!... forse ci ha ripensato ed ora accetta?..."
Sdegno e vergogna arrossano le gote nuovamente alla giovane signora, ma il momento degli schiaffi è ormai passato; la donna s'impone calma; e cerca di capire.
"Ma signor conte non le pare questa proposta irriguardosa e indegna d'un signore?... un uomo blasonato, un militare?...."
"Forse ha ragione, si, signora mia... ma io uso spesso ripeterla alle dame più squisite, quelle desiderate e belle... come lei..."
"Ma allora avrà collezionato un numero infinito di schiaffoni!..."
"Ebbene si, Marchesa, non lo nego... ma sa quante scopate, mi son fatte?..."
Lucio Musto 6 luglio 2009
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