Prévert ricorre al mezzo più
valido, all'uso del linguaggio popolare, alla parola che deve essere
detta, parlata, non ancora una volta mortificata dai "compromessi" di
stile. Da qui l'accessibilità di Prévert che è sembrata faciloneria o
abile ricorso a moduli semplicistici che nulla hanno a che fare con la
letteratura. Eppure la sua elaborazione sul linguaggio popolare è
faticosa, come sono stati faticosi per altri poeti gli esercizi di
stile sull'alessandrino. Abbiamo già detto che Prévert fa agire le sue
parole con il suo umore, ed è naturale quindi che questa parola
assuma di volta in volta, secondo le occasioni, la forza della
-violenza, del rimpianto, dell'ironia, della tenerezza, della vendetta,
dell'amore, di tutte quelle manifestazioni
insomma a cui l'uomo semplice, l'uomo della strada, dedica la propria
vita.
Poeta troppo raro. Vorremmo opporre al
nichilismo e all'aggressività, più che mai virulenta in Aragon o
Benjamin Péret, i canti della speranza, dell'utopia sociale, del sogno
o della semplice effusione in Prévert... " Quale migliore
assistenza dunque se non quella del linguaggio da strada, del gioco dei
sentimenti dell'uomo semplice, dell'umanità
umiliata? Prévert si mette dalla parte di questo linguaggio e di questi
sentimenti e, attraverso il suo dono
naturale di invenzione, costruisce le sue narrazioni per i discredati, per coloro che attendono e che mai hanno smesso di attendere.
Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno
Cattivo come il tempo
Quando il tempo e cattivo
Questo amore così vero
Questo amore così bello
Così felice
Così gioioso
Così irrisorio
Tremante di paura come un bambino quando e buio
Così sicuro dì sé
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
Questo amore che faceva paura
Agli altri
E li faceva parlare e impallidire
Questo amore tenuto d’occhio
Perché noi lo tenevamo d’occhio
Braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato
Perché noi l’abbiamo braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato
Questo amore tutt’intero
Così vivo ancora
E baciato dal sole
E’ il tuo amore
E’ il mio amore
E’ quel che e stato
Questa cosa sempre nuova
Che non e mai cambiata
Vera come una pianta
Tremante come un uccello
Calda viva come l’estate
Sia tu che io possiamo
Andare e tornare possiamo
Dimenticare
E poi riaddormentarci
Svegliarci soffrire invecchiare
Addormentarci ancora
Sognarci della morte
Ringiovanire
E svegli sorridere ridere Il nostro amore non si muove
Testardo come un mulo
Vivo come il desiderio
Crudele come la memoria
Stupido come i rimpianti
Tenero come il ricordo
Freddo come il marmo
Bello come il giorno
Fragile come un bambino
Ci guarda sorridendo
Ci parla senza dire
E io l’ascolto tremando
E grido
Grido per te
Grido per me
Ti supplico
Per te per me per tutti quelli che si amano
E che si sono amati
Oh sì gli grido
Per te per me per tutti gli altri
Che non conosco
Resta dove sei
Non andartene via
Resta dov’eri un tempo
Resta dove sei
Non muoverti
Non te ne andare
Noi che siamo amati noi t’abbiamo
Dimenticato
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci morire assiderati
Lontano sempre più lontano
Dove tu vuoi
Dacci un segno di vita
Più tardi, più tardi, di notte
Nella foresta del ricordo
Sorgi improvviso
Tendici la mano
Portaci in salvo.
valido, all'uso del linguaggio popolare, alla parola che deve essere
detta, parlata, non ancora una volta mortificata dai "compromessi" di
stile. Da qui l'accessibilità di Prévert che è sembrata faciloneria o
abile ricorso a moduli semplicistici che nulla hanno a che fare con la
letteratura. Eppure la sua elaborazione sul linguaggio popolare è
faticosa, come sono stati faticosi per altri poeti gli esercizi di
stile sull'alessandrino. Abbiamo già detto che Prévert fa agire le sue
parole con il suo umore, ed è naturale quindi che questa parola
assuma di volta in volta, secondo le occasioni, la forza della
-violenza, del rimpianto, dell'ironia, della tenerezza, della vendetta,
dell'amore, di tutte quelle manifestazioni
insomma a cui l'uomo semplice, l'uomo della strada, dedica la propria
vita.
Poeta troppo raro. Vorremmo opporre al
nichilismo e all'aggressività, più che mai virulenta in Aragon o
Benjamin Péret, i canti della speranza, dell'utopia sociale, del sogno
o della semplice effusione in Prévert... " Quale migliore
assistenza dunque se non quella del linguaggio da strada, del gioco dei
sentimenti dell'uomo semplice, dell'umanità
umiliata? Prévert si mette dalla parte di questo linguaggio e di questi
sentimenti e, attraverso il suo dono
naturale di invenzione, costruisce le sue narrazioni per i discredati, per coloro che attendono e che mai hanno smesso di attendere.
Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno
Cattivo come il tempo
Quando il tempo e cattivo
Questo amore così vero
Questo amore così bello
Così felice
Così gioioso
Così irrisorio
Tremante di paura come un bambino quando e buio
Così sicuro dì sé
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
Questo amore che faceva paura
Agli altri
E li faceva parlare e impallidire
Questo amore tenuto d’occhio
Perché noi lo tenevamo d’occhio
Braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato
Perché noi l’abbiamo braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato
Questo amore tutt’intero
Così vivo ancora
E baciato dal sole
E’ il tuo amore
E’ il mio amore
E’ quel che e stato
Questa cosa sempre nuova
Che non e mai cambiata
Vera come una pianta
Tremante come un uccello
Calda viva come l’estate
Sia tu che io possiamo
Andare e tornare possiamo
Dimenticare
E poi riaddormentarci
Svegliarci soffrire invecchiare
Addormentarci ancora
Sognarci della morte
Ringiovanire
E svegli sorridere ridere Il nostro amore non si muove
Testardo come un mulo
Vivo come il desiderio
Crudele come la memoria
Stupido come i rimpianti
Tenero come il ricordo
Freddo come il marmo
Bello come il giorno
Fragile come un bambino
Ci guarda sorridendo
Ci parla senza dire
E io l’ascolto tremando
E grido
Grido per te
Grido per me
Ti supplico
Per te per me per tutti quelli che si amano
E che si sono amati
Oh sì gli grido
Per te per me per tutti gli altri
Che non conosco
Resta dove sei
Non andartene via
Resta dov’eri un tempo
Resta dove sei
Non muoverti
Non te ne andare
Noi che siamo amati noi t’abbiamo
Dimenticato
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci morire assiderati
Lontano sempre più lontano
Dove tu vuoi
Dacci un segno di vita
Più tardi, più tardi, di notte
Nella foresta del ricordo
Sorgi improvviso
Tendici la mano
Portaci in salvo.