Lo Swing
Il periodo delle grandi orchestre (Big Band) può essere considerato come quello dell’era classica del jazz in quanto fu un periodo di grande stabilita' e di maggior benessere economico. Le Big Band erano più piccole dell' orchestra di musica classica, ma rappresentavano un' espansione rispetto ai gruppi di 5-6 elementi di New Orleans e si cominciò ad arrangiare i pezzi lasciando comunque spazio all' improvvisazione.
La prima Big Band nacque a New York nel 1931 grazie a Fletcher Henderson e Don Redman, provenienti dal conservatorio. Seguirono Cab Calloway, Duke Ellington, Jimmie Lunceford, Chick Webb. Nel 1926 aprì' il Savoy Ballroom di Harlem che divenne il punto di riferimento per questo genere. Famoso anche il Cotton Club di cinematografica memoria. Chick Webb “inventò” la prima star vocalist: Ella Fitzgerald. A Chicago successe la stessa cosa con Earl Hines, Charles Cooke, David Peyton ed Erskine Tate.
Le sale da ballo nate durante la depressione e sviluppatesi durante al ripresa divennero il posto di esibizione ideale delle Big Band e cominciarono a diffondersi anche i balli latini quali la rumba, il tango, il mambo, la samba e il cha-cha introducendo nelle Band nuovi elementi di ritmica.
Nei bar si diffuse invece una versione ridotta della Big Band, il cosiddetto "combo" di cinque o sei strumenti con un jazz più soft. Il cool jazz ebbe origine da questi combo. I rivali dei combo nei bar furono i pianisti solisti in quanto molti bar preferirono continuare la tradizione dei saloon e dei bordelli nata a New Orleans
Duke Ellington nel 1932 scrisse "It don't mean a thing if it ain't got that swing" e fu la nascita ufficiale del genere. Due anni dopo nasce la prima rivista dedicata esclusivamente al jazz, Down Beat e Commodore e Blue Note furono le prime etichette discografiche dedicate interamente al jazz.
Lo swing comincia a delinearsi verso la metà degli anni venti in quanto gli stili degli anni precedenti sembravano essere superati e cominciava a crearsi un nuovo stile che, mescolando la musica di New Orleans e quella di Chicago diede origine a questo nuovo modo di fare jazz.
Molti musicisti si spostarono da Chicago a New York che divenne il centro di questo genere. La caratteristica principale dello swing è costituita dalla formazione di grandi orchestre dovuta alla esigenza di creare un rilevante volume sonoro sufficiente a ”riempire di musica” i grossi locali da ballo.
Dal 1925 al 1929, ad Harlem e Kansas City, le grandi orchestre di Duke Ellington, Fletcher Henderson e Count Basie impostarono un radicale rinnovamento del jazz, con la messa a punto del linguaggio orchestrale. Queste grandi orchestre fissarono le fondamentali caratteristiche strutturali delle orchestre stesse, formate da tre distinte sezioni di fiati: trombe, tromboni e sassofoni in numero variante dai tre ai cinque strumenti per sezione, oltre ad una sezione ritmica comune anche ai piccoli complessi, formata da pianoforte, chitarra, contrabbasso e batteria.
Le orchestre suonavano la loro musica e si caratterizzavano per la personalità del loro leader il quale definiva l'impostazione del suono della band attraverso gli arrangiamenti scritti. Completavano il quadro gli interventi improvvisati dei solisti.
La crisi economica del 1929 costituì una grossa battuta di arresto per il jazz; in quella occasione molti musicisti furono costretti a cambiare mestiere o a trovare qualche impiego nei locali gestiti dai gangsters locali dediti al controllo della prostituzione ed al traffico clandestino di alcoolici durante il proibizionismo. Grazie a ciò il jazz continuò a sopravvivere, specialmente a Kansas City, dove la vita notturna non ebbe praticamente interruzioni e crisi nei locali gestiti dai boss della malavita bianca e nera. A Kansas City si affermarono alcune delle più importanti grandi orchestre, come quella di Count Basie, e trovarono il loro momento di gloria i grandi solisti quali Ben Webster, Coleman Hawkins e Lester Young, o le grandi cantanti come Billie Holiday . Kansas City vide nascere una vera e propria scuola solistica che formerà alcuni dei grossi nomi del jazz moderno come ad esempio Charlie Parker. Bisognerà comunque attendere il superamento della crisi economica per assistere al rilancio del jazz, quando, verso la metà degli anni trenta, raggiunse con lo Swing il suo culmine commerciale e la cosa proseguirà fino al dopo guerra.