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1
Jester
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Viandante Storico
Viandante Storico
Dedicata alla mia terra natìa, la Liguria....

Lo sguardo severo delle pietre,
le notti di luce fioca, tetre,
le piazze strette in un abbraccio
che pare l'ultimo saluto di ghiaccio,
quando diventi un semplice passante.

Profumi di incenso misto a muschio,
il giovane ascolta silente il vecchio,
presi nel vortice liquido del dialetto,
invasi dal mare col suo eterno balletto
di onde che rinascono all'orizzonte.

2
Jester
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Viandante Storico
Viandante Storico
UNCINI

Oggi mi sento molto strano
come se abitassi lontano
da me stesso, dalla mia testa,
come una barca in tempesta.

Vacilla la torre e l'ingranaggio
si rompe su strani rumori :
quello laggiù non è un miraggio,
non sono fuochi fatui là fuori.

Viene il momento di svelarti
che sei sempre presente,
sei soffocante, non posso nasconderti;
dentro me, uncini a rete
riaprono di nuovo le ferite.

3
NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Carramba!
Sei nato in Liguria anche tu?
Ponente o Levante? Carrugio 750739


...sono proprio belle le poesie Carrugio 897470

4
Jester
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Viandante Storico
Viandante Storico
Sono nato a Ponente...quasi vicino ai franzosi tranZalpini...ti ringrazio per i complimenti! Carrugio 753681

5
marimba
marimba
Direttore del Corriere della Pera
Direttore del Corriere della Pera
Alua m'adesciu anca mie...

Omaggio a Montale

IL MIO PAESE - 1

Meriggiar pallido, fra mura vecchie e strette
nodosi ulivi fin su le alte vette
terrazze e vigne che van da costa a costa
onde furiose che batton senza sosta
i sassi, fra nebbia e nuvola di schiuma
corre lo sguardo al cielo fra la bruma

Qui vola il falco e nido e' di gabbiani
qui vive il cinghiale, con volpi e gatti e cani
Qui v'e' silenzio, o fragore d'onde
(Acc, mi si brucia la torta al microonde!)
Il tuono nella valle ora risuona
d'estate il sole la testa ti rintrona.

Quale sia, amici, il mio paese amato
in queste rime vaghe e' ben celato.

6
The Royal
The Royal
Viandante Storico
Viandante Storico
Jester ha scritto:

Lo sguardo severo delle pietre,
le notti di luce fioca, tetre,
le piazze strette in un abbraccio
che pare l'ultimo saluto di ghiaccio,
quando diventi un semplice passante.

Profumi di incenso misto a muschio,
il giovane ascolta silente il vecchio,
presi nel vortice liquido del dialetto,
invasi dal mare col suo eterno balletto
di onde che rinascono all'orizzonte.


Un'altra prova maiuscola di questo poeta dalla luminosa sensibilita' e dall'equilibrio compositivo che e' un'autentica costante della sua produzione lirica.

Leggendo questa raffinata poesia dal timbro"soft" e dal, come e' gia'avvenuto altrove, l'uso moderato di una gradevole rima si ha la sensazione di contemplare un quadro d'arte contemporanea in cui il tratteggio espressivo esprima con immediatezza atmosfere tanto tipiche quanto uniche.

Il gusto letterario, quindi trova la sua piu' evidente consacrazione.

E' come se l'autore riflettesse su un tema fondato su un valore di cui noi italiani molto spesso siamo i propugnatori primi, e cioe' l'amore per il luogo dove siamo nati.E tanto piu' i liguri.

Una nostra" costante " morale che nel caso in oggetto assurge al piu' esemplare livello poetico.

Due quartine caratterizzate da una sorta di espressivita' catalittica, nel senso che con la loro immediatezza espressiva tratteggiano in un attimo il tanto complesso quanto affascinante ambiente di paese ligure.

Lo sguardo severo delle pietre,
le notti di luce fioca, tetre,
le piazze strette in un abbraccio
che pare l'ultimo saluto di ghiaccio,
quando diventi un semplice passante.

Per un attimo, il poeta si cala nel ruolo di passante e con gli occhi di quest'ultimo coglie le piu' artistiche impressioni visive che un osservatore possa vedere , nobilizzate dalla realta' poetica.

Le pietre hanno uno sguardo severo, cioe' l'autore esprime un'assonanza visiva per descrivere tutta la piu' vivida realta' del paese ligure: le pietre che si impongono alla visione di tutti "severamente", cioe' si fanno notare anche per quella sensazione di poverta' che promanano.

"Le notti di luce fioca, tetre".

Quando il poeta scrive "tetre", e' ben lontano dallo sminuire quell'aggettivo.
Quel "tetre" e' soltanto un suggestivo aggettivo per immortalare il fascino di un 'oscurita' splendente che e' tipica delle notti liguri.

Quel buio che l'osservatore si trova intorno in quelle piazzette dall'aspetto onirico e "sentite" come un misterioso idolo cerebrale nella testa di tutti i passanti.

Le piazze strette in un abbraccio
che pare l'ultimo saluto di ghiaccio,
quando diventi un semplice passante.

Abbraccio-ghiaccio: un accostamento creativo, da una parte tutto il calore della terra amata,ma dall'altro, tutta l' ermetica indifferenza che sembra pervadere l'animo di un estraneo (il passante), quando si trovi immerso in quel scevro paesaggio.

Profumi di incenso misto a muschio,
il giovane ascolta silente il vecchio,
presi nel vortice liquido del dialetto,
invasi dal mare col suo eterno balletto
di onde che rinascono all'orizzonte.

Siamo all'apoteosi del messggio poetico: l'autore collega le varie sensazioni-visioni mentre sullo sfondo, il magico mare e' il motore artistico di tutto il componimento.

Profumi di incenso misto a muschio: il salino e per estensione si potrebbe anche parlare del profumo dei fiiori o di qualche pianta di agrumi in cui in questi paesi e' facile imbattersici nelle vie.

Il giovane ascolta silente il vecchio, presi nel vortice liquido del dialetto.

Nella civilta' ligure, c'e la cultura dell'ascolto e del rispetto per gli anziani, specie nei paesi; un'altro tassello morale-culturale di questa poesia.

Il vortice liquido del dialetto: altra immagine poetica; l'ermetico fluire del dialetto genovese e' paragonato ad un vortice liquido:il richiamo del mare la cui voce regna anche in terra.

" invasi dal mare col suo eterno balletto
di onde che rinascono all'orizzonte".

Incredibile, questo finale:il mare, realta' dalle mille suggestioni, "invade" poeticamente ed artisticamente
quei quadretti che sono pezzi di cuore del poeta e dei lettori.

O meglio, leggendo questo magnifico canto al mondo ligure ed alla propria poeticita', ebbene lo sono diventati anche per loro.

7
Jester
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Viandante Storico
Viandante Storico
Mi inchino, modesto, alla tua interpretazione , The Royal inchino ...fin'ora hai letto per bene tra i miei versi, quanto sentimento (e attaccamento) riservo alla mia terra...

8
Blasel
Blasel
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..e quindi, caro Jester sei 'quasi' ad Albenga ed Andora....

sono 'quasi' astemio ma con amici, in zona, ho bevuto un blanc de blanc, autoprodotto ch'era la fine del mondo, anzi, meglio : l'inizio di un nuovo mondo.

9
Jester
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Viandante Storico
Viandante Storico
no, mio caro blasel...io da piccolo, sono come Giovanni Drogo nel "Deserto dei Tartari"...i francesi li vedo distintamente all'orizzonte e so che prima o poi li incontrero'... rotolarsi dal ridere ...sono nato a SanRemo e confermo che godiamo di vini bianchi davvero ottimi (Vermentino e Pigato su tutti!)...

10
Blasel
Blasel
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...li chiami 'francesi' ma lo sono diventati (quasi) quando noi siamo divenuti italiani....

11
Jester
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Viandante Storico
Viandante Storico
si, qui ti do' ragione....esiste una nuance di appartenenza che fa si' che chi é nato "sulla frontiera", si sente da subito influenzato dall'altra cultura ed é mosso anche da una voglia di incontro e conoscenza con il dirimpettaio(per loro é anche cosi' con noi italiani di ponente)...i francesi della Costa Azzurra sono diversissimi per esempio dagli alsaziani o dai bretoni...eppure sempre di nazione Francia stiamo parlando...

12
Blasel
Blasel
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Nazione che conosco benissimo... fino al 1992, ogni anno trascorrevo due settimane a Nizza perche' da li, ogni giorno andavo in una spiaggia diversa e la sera avevo ampia scelta, ma avevo sempre l'aeroporto a due passi.

Una mazzata in fronte, per me, era quando arrivavano amici che mi chiedevano di accompagnarli a Saint Tropez e l'unica nota positiva di tale giornata era quella di passare prima per Port Grimaud, come era allora...

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