6 GIUGNO 2010 - Quando si dice "lontano dagli occhi, lontano dal cuore".
Secondo
quanto riportato da Mother Jones e dal Daily News, la compagnia
petrolifera britannica BP, responsabile del disastro del Golfo del
Messico, pare aver vietato agli addetti ai lavori che tentano di
risolvere il problema della marea nera di condividere le foto degli
animali morti (uccisi dal petrolio) che finiscono a riva sui social
network, o di passarle ai giornali.Questo controllo, che assomiglia
molto ad una censura, sembra serva ai responsabili per tentare di
alleggerire la propria posizione di fronte all'opinione pubblica. E
guardando immagini come queste si capisce il perché di tale scelta.
Ma
siccome siamo in America, un provvedimento così arcaico e inadeguato
non poteva passare inosservato. Un giornalista del Daily News infatti
si è accorto del divieto, ed ha immediatamente accusato la BP di aver
preso questa decisione perché non voleva far vedere il disastro, nella
sua abnormità, al presidente Obama. C'è molto insabbiamento da parte
della BP.
In particolare ci hanno informato che non vogliono
circolino queste immagini di animali morti. Sanno che l'oceano ripulirà
la maggior parte delle prove. E' importante per me che la gente sappia
la verità su ciò che succede qui. Per le cose che ho visto, non possono
aver ragione. Tutta la vita qui fuori è affogata nel petrolio.
Il
reporter americano ha poi mostrato le foto di un delfino morto già in
putrefazione sulla terra, ricoperto di petrolio; pellicani con il capo
coperto di sostanza vischiosa che cercano di pulirsi ripetutamente, ma
senza successo; tartarughe morte e quelle non ancora decedute, ma che
presto lo saranno.
Secondo la stima effettuata da Kate Sheppard,
come già accaduto per la catastrofe della Exxon Valdez, le carcasse
della maggior parte degli animali probabilmente sono affondate e non
saranno mai trovate.
Fonte: [Treehugger]
ECOLOGIAE