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Viaggio nel mondo del mito e della fiaba

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IlDucaBianco
IlDucaBianco
Viandante Residente
Viandante Residente

Buona parte della cultura orale dei popoli primitivi, cioè priva di scrittura, è incentrata su storie mitiche che nascondono una logica che fa riferimento alla struttura sociale ed economica e illustra il valore e l’importanza di alcuni riti o istituzioni sociali del popolo a cui il mito appartiene.
Lévi-Strauss ha individuato nei miti il tentativo di spiegare, di dare un ordine alla realtà naturale.
I miti si strutturano sulla base del contrasto binario , in genere tra natura/cultura o tra mondo "divino"/mondo umano.

Rispetto a questi ed altri elementi il genere del mito è quello della fiaba sembrano essere compplementari.
- Nelle fiabe c'è il contrasto binario, ma limitato ad opposizioni più lievi di carattere morale e sociale (manicheismo morale)
- Nelle fiabe, ma ancor più nei miti, le parole e le regole del discorso operano su due piani: quello del significato cosiddetto "normale" e quello del meta-linguaggio
- Fiabe e miti assumono nelle culture orali un ruolo determinante nella strutturazione dei rapporti sociali e nella costituzione delle istituzioni sociali.

Vi sono poi caratteristiche specifiche della fiaba riscontrabili talvolta anche nei miti.
- L'elemento magico che fa sì che tutto sia grandioso, esasperato, esagerato e non solo nei personaggi ma anche nei sentimenti e nelle passioni.
- l'inverosimiliante e la dimensione onirica della temporalità
- la reiterazione e la ripetizione di fatti, eventi e formule espressive
- lo scopo didattico che si palesa nell'apoteosi finale
- Presenza di personaggi tipici

2
victorinox
victorinox
Viandante Residente
Viandante Residente
IlDucaBianco ha scritto:


- Presenza di personaggi tipici

Jung parla a riguardo di archetipi.
Sono modelli profondi, connaturati nella psiche umana, che hanno un potere immutabile per tutta la vita. Sono connessi con il “Viaggio dell’Eroe”: viaggio verso l’identificazione che consente il
dispiegarsi e il fiorire del sé.



L'INNOCENTE
Siamo in presenza di questo archetipo quando ci ritroviamo a pensare che il mondo, tutto ciò che ci circonda, esiste unicamente per gratificarci. A livello mitologico, e cioè in quei racconti dove gli archetipi agiscono metaforicamente, l'Innocente è rappresentato da Adamo ed Eva.E' "la caduta" che scuote l'Innocente dalla sua incoscienza o inconsapevolezza primordiale.
La nostalgia per la beatitudine perduta fa accedere l'individuo dall'archetipo dell'Innocente a quello dell'Orfano.


L'ORFANO
E' l'idealista deluso, la cui caduta è tanto più dolorosa quanto più alto era l'ideale. Tale atteggiamento è presente soprattutto nell'adolescenza, quando il ragazzo scopre che i genitori in realtà non sono delle divinità onnipotenti e che non sono in grado di preservarli dalle inevitabili frustrazioni della vita.
Per l'Innocente la vita è un paradiso, per l'Orfano è la cacciata da esso.



IL VIANDANTE
Per il viandante la vita è un'avventura. Questo viaggio può essere in paesi lontani o dentro la propria psiche, come in un processo analitico o in un percorso spirituale. Non a caso il nome sanscrito che indica il monaco buddhista " che ha abbandonato la casa", cioè colui che, prendendo i voti monastici, lascia la propria dimora per diventare errante. Tale tradizione era presente anche in occidente, soprattutto nel medioevo.
Il denominatore comune delle varie forme è quello del considerarsi fuori dalle regole convenzionali.
La storia del Viandante inizia quando ci si sente prigionieri di uno status quo, costretti a obbedire a false regole tradizionali, a una identità non autentica.
Ostacolo al viaggio è il senso di colpa del volersi allontanare da una situazione familiare o lavorativa ben remunerativa. Tutto questo blocca il Viandante sul cammino che porta alla realizzazione del proprio sé.
Per il Viandante sarà necessario confrontarsi con la propria solitudine, fino a quel momento così dispendiosamente negata.
Il suo equivalente femminile sarebbe la Principessa.

Il GUERRIERO
Quando il Viandante comincia a confrontarsi con le difficoltà che incontra sul suo cammino, si attivizza l'archetipo del Guerriero.
Compito del Guerriero è di ottenere affermazione di sé, fiducia, coraggio e rispetto, qualità opposte a quelle dell'Orfano, che nel Guerriero assume il ruolo di parte Ombra, negata o salvata.

Il MARTIRE
Il Guerriero accede all'archetipo dei Martire quando sceglie di rinunciare a qualcosa non tanto perché lo vuole, ma per il bene di qualcun altro e perché per "essere nel mondo" qualche sacrificio è necessario.
L'attivizzazione di tale archetipo permette anche di trasformare l'egoismo narcisistico dell'Orfano.

Il MAGO
Il Mago non è altro che noi stessi. Nel momento in cui lo scopriamo, ci convinciamo che l'universo non è qualcosa di statico, ma qualcosa in continua creazione. Qui possiamo notare come a un simile livello archetipico vi sia la dissoluzione del dualismo io-mondo. Grazie a quel lavoro si è aperto a una totale accettazione del mondo, con le sue gioie e i suoi dolori, non con la negazione della sofferenza dell'Orfano, la lotta del Guerriero o il sacrificio del Martire.
Può essere Bianco, o nero. Fata e Strega sono riconducibili ad essa.



IL PADRE
Questa figura e la personificazione dell'autorità, della legge, dell'ordine, delle convenzioni sociali, dei comportamenti esemplari, ecc. e inoltre della protezione maschile.
La sua variante negativa è l'Orco.


.... e così via.
Sono molti.
I fondamentali sono i primi 6.

3
NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
victorinox ha scritto:
IL VIANDANTE
Per il viandante la vita è un'avventura. Questo viaggio può essere in paesi lontani o dentro la propria psiche, come in un processo analitico o in un percorso spirituale. Non a caso il nome sanscrito che indica il monaco buddhista " che ha abbandonato la casa", cioè colui che, prendendo i voti monastici, lascia la propria dimora per diventare errante. Tale tradizione era presente anche in occidente, soprattutto nel medioevo.
Il denominatore comune delle varie forme è quello del considerarsi fuori dalle regole convenzionali.
La storia del Viandante inizia quando ci si sente prigionieri di uno status quo, costretti a obbedire a false regole tradizionali, a una identità non autentica.
Ostacolo al viaggio è il senso di colpa del volersi allontanare da una situazione familiare o lavorativa ben remunerativa. Tutto questo blocca il Viandante sul cammino che porta alla realizzazione del proprio sé.
Per il Viandante sarà necessario confrontarsi con la propria solitudine, fino a quel momento così dispendiosamente negata.
Il suo equivalente femminile sarebbe la Principessa.

rotolarsi dal ridere ... qui in teoria siamo tutti Viandanti



BeautyfulSuina E' una figura a cui sono molto legata e l'immagine del viaggio ricorre sia nelle cosacce che scrivo che in quelle che leggo. Forse sono a questo punto del mio persorso.... bo....


4
BigBossStigazzi
BigBossStigazzi
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
non credo nel sistema binario anche perchè di solito ti investe un treno sul più bello, infatti lo studio degli archetipi nelle fiabe (vedi afanasev e propp), si basa su concetti aristotelici, ma c'è il cambio di ruolo, ossia la vittima diventa eroe, oppure il persecutore vittima grazie ad un percorso e all'aiutante magico (schematizzando molto) ossia serve movimento per creare una storia, un mito, ulisse deve tornare per dare un senso al suo vagare e deve ripartire per dare un senso al suo tornare, quindi wilcoyote e bep bep è sì il contrasto binario, ma poi c'è la acme (il cui presidente generale è ovviamente bep bep) che fornisce invenzioni e trappole farlocche a vile il coyote che da predatore diventa preda, ci sono gli archetipi ma sono molto più articolati e complessi di quanto non appaia

5
NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
BIGbossSTIGAZZI ha scritto: lo studio degli archetipi nelle fiabe (vedi afanasev e propp), si basa su concetti aristotelici

Eh?
Mi spieghi?

Questa cosa non l'ho in bagaglio

6
Shri_Radha
Shri_Radha
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Io credo che non sia fondamentale soltanto la presenza di certi elementi nella fiaba, ma anche e sopratutto l'atto del raccontarla.
Diuverso è se viene letta, detta dalla mamma o attraverso fiabe sonore.

7
BigBossStigazzi
BigBossStigazzi
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
NinfaEco ha scritto:
BIGbossSTIGAZZI ha scritto: lo studio degli archetipi nelle fiabe (vedi afanasev e propp), si basa su concetti aristotelici

Eh?
Mi spieghi?

Questa cosa non l'ho in bagaglio

afanasev (da qualche parte ha un accento) è l'autore russo di una corposa raccolta di fiabe su cui Propp ha studiato i meccanismi della fiaba, gli archetipi delle fiabe, si tratta di un tipo di analisi letteraria e non psicanalitica, ma fà capire come si costruiscono le storie e come si costruisce l'immaginario umano, ed è apparentemente aristotelico, ossia c'è l'eroe e c'è il cattivo, ma la fiaba diventa interessante se c'è un cambio di ruoli, ossia la strega di hansel e gretel finisce nel forno e diventa vittima, per questo cambio c'è "l'aiutante magico" che a volte è anche solo il passar del tempo, quindi non si tratta più di un dualismo ma di una trinità o di una oligarchia degli elementi del racconto

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