IlDucaBianco ha scritto:
- Presenza di personaggi tipici
Jung parla a riguardo di archetipi.
Sono modelli profondi, connaturati nella psiche umana, che hanno un potere immutabile per tutta la vita. Sono connessi con il “Viaggio dell’Eroe”: viaggio verso l’identificazione che consente il
dispiegarsi e il fiorire del sé.
L'INNOCENTE
Siamo in presenza di questo archetipo quando ci ritroviamo a pensare che il mondo, tutto ciò che ci circonda, esiste unicamente per gratificarci. A livello mitologico, e cioè in quei racconti dove gli archetipi agiscono metaforicamente, l'Innocente è rappresentato da Adamo ed Eva.E' "la caduta" che scuote l'Innocente dalla sua incoscienza o inconsapevolezza primordiale.
La nostalgia per la beatitudine perduta fa accedere l'individuo dall'archetipo dell'Innocente a quello dell'Orfano.
L'ORFANO
E' l'idealista deluso, la cui caduta è tanto più dolorosa quanto più alto era l'ideale. Tale atteggiamento è presente soprattutto nell'adolescenza, quando il ragazzo scopre che i genitori in realtà non sono delle divinità onnipotenti e che non sono in grado di preservarli dalle inevitabili frustrazioni della vita.
Per l'Innocente la vita è un paradiso, per l'Orfano è la cacciata da esso.
IL VIANDANTE
Per il viandante la vita è un'avventura. Questo viaggio può essere in paesi lontani o dentro la propria psiche, come in un processo analitico o in un percorso spirituale. Non a caso il nome sanscrito che indica il monaco buddhista " che ha abbandonato la casa", cioè colui che, prendendo i voti monastici, lascia la propria dimora per diventare errante. Tale tradizione era presente anche in occidente, soprattutto nel medioevo.
Il denominatore comune delle varie forme è quello del considerarsi fuori dalle regole convenzionali.
La storia del Viandante inizia quando ci si sente prigionieri di uno status quo, costretti a obbedire a false regole tradizionali, a una identità non autentica.
Ostacolo al viaggio è il senso di colpa del volersi allontanare da una situazione familiare o lavorativa ben remunerativa. Tutto questo blocca il Viandante sul cammino che porta alla realizzazione del proprio sé.
Per il Viandante sarà necessario confrontarsi con la propria solitudine, fino a quel momento così dispendiosamente negata.
Il suo equivalente femminile sarebbe la Principessa.
Il GUERRIERO
Quando il Viandante comincia a confrontarsi con le difficoltà che incontra sul suo cammino, si attivizza l'archetipo del Guerriero.
Compito del Guerriero è di ottenere affermazione di sé, fiducia, coraggio e rispetto, qualità opposte a quelle dell'Orfano, che nel Guerriero assume il ruolo di parte Ombra, negata o salvata.
Il MARTIRE
Il Guerriero accede all'archetipo dei Martire quando sceglie di rinunciare a qualcosa non tanto perché lo vuole, ma per il bene di qualcun altro e perché per "essere nel mondo" qualche sacrificio è necessario.
L'attivizzazione di tale archetipo permette anche di trasformare l'egoismo narcisistico dell'Orfano.
Il MAGO
Il Mago non è altro che noi stessi. Nel momento in cui lo scopriamo, ci convinciamo che l'universo non è qualcosa di statico, ma qualcosa in continua creazione. Qui possiamo notare come a un simile livello archetipico vi sia la dissoluzione del dualismo io-mondo. Grazie a quel lavoro si è aperto a una totale accettazione del mondo, con le sue gioie e i suoi dolori, non con la negazione della sofferenza dell'Orfano, la lotta del Guerriero o il sacrificio del Martire.
Può essere Bianco, o nero. Fata e Strega sono riconducibili ad essa.
IL PADRE
Questa figura e la personificazione dell'autorità, della legge, dell'ordine, delle convenzioni sociali, dei comportamenti esemplari, ecc. e inoltre della protezione maschile.
La sua variante negativa è l'Orco.
.... e così via.
Sono molti.
I fondamentali sono i primi 6.