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La nuova squadra di Eto'o.

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cinquestelle
cinquestelle
Viandante Affezionato
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Ma voi ci sareste andati?

IL REPORTAGE

Lusso, attentati e filo spinato
ecco il bunker dorato di Eto'o
Viaggio nella patria dell'Anzhi dove il calcio è un progetto politico. I giocatori vivono a Mosca, a 1.600 chilometri dallo stadio: arrivano il venerdì notte vanno in ritiro sulle limousine e dopo la partita ripartono

MAKHACHKALA (Daghestan) - Seguite le colonne di fumo che salgono dalle sterpaglie. Là, tra quelle baracche di legno marcio e i cumuli di rifiuti, dove si alzano due o tre nugoli di cavallette impazzite. Il resort dei campioni è quella specie di campo militare circondato da un muretto bianco e da rovi di filo spinato. Qui viene da mesi il grande Roberto Carlos, qui si aspetta da un giorno all'altro anche Samuel Eto'o per coronare un sogno che è nato tra questa steppa e le sale del Cremlino: dimenticare la guerra, il terrorismo, perfino la miseria del 98% della popolazione. Tutto grazie ai gol e alle imprese dell'Anzhi football club. Magliette gialloverdi, vent'anni di mediocrità e di epiche sconfitte, e uno slogan marziale che compare sui muri grigi di questa cupa repubblica, al confine con la Cecenia, sull'estremità meridionale del Caucaso ribelle: "Anzhi, la nuova Storia".

Progetto politico, prima che sportivo, fondato sulla regola più amata e ripetuta a ogni occasione dal proprietario della squadra, Suleyman Kerimov, daghestano, miliardario per cause imprecisate e mille sospetti mai provati: "Con i soldi si ottiene sempre tutto". E come dargli torto, guardando il villaggio che ospita campioni abituati ai lussi e agli eccessi dei calciatori di oggi, almeno per tutti i week end in cui l'Anzhi gioca una partita in casa? Arrivano il venerdì dalle loro ville moscovite o dal centro polifunzionale d'allenamento della capitale. Di notte. Anche per evitare la folla di tassisti abusivi e le mucche che pascolano libere sul piazzale dell'aeroporto. Su un convoglio di Suv e limousine attraversano la steppa tra catapecchie contadine, stabilimenti sovietici in disuso, una trivella che da qualche mese cerca petrolio a due passi dalla città. Il villaggio "Djami" è al di sotto degli standard del turista medio russo. Mobili dozzinali, muffa nelle docce, frigobar da riempire con quello che ti porti da casa. In fondo a un vialetto fatto di meli e peri di plastica e palme di materiale fluorescente, c'è la spiaggia sulle rive del Mar Caspio. Panorama balneare, pure gradevole. Bisogna solo concentrarsi bene e non guardare le garitte dei militari dei servizi segreti che hanno una caserma proprio a fianco, né gli sbarramenti da fortino assediato dislocati tutto attorno.

In questo bunker i calciatori miliardari dell'Anzhi passano il sabato e la domenica fino alla partita. Poi docce e partenza, sempre di notte. Nessuno li vede a Makhachkala. Compaiono solo al momento di sbucare in campo dal tunnel dello stadio dentro a una coreografia grandiosa. Bandiere e striscioni nuovi di zecca, la colonna sonora de "L'ultimo dei Mohicani" sparata al massimo dagli amplificatori, cori dei supporter "I ragazzi terribili", organizzati e foraggiati apertamente dal club. "Ne mandiamo sempre almeno 300 ogni trasferta con due charter", spiega German Chistyakov, giovane direttore generale, convinto sostenitore della "missione Anzhi".
Devastato da due guerre, sotto attacco costante del terrorismo integralista che sogna un Emirato che comprenda Daghestan, Cecenia, Kabardino-Balkaria e tutte le repubbliche islamiche del Caucaso, il Paese sa bene che il calcio è solo una strada per uscire dal tunnel. Ed è anche un'arma propagandistica poderosa per il governo Putin deciso a spacciare per pace una tregua armata e a certificare la russificazione definitiva di una ragnatela di popoli e di etnie eternamente in lotta contro il potere centrale. La stessa ricetta usata da Ramzan Kadyrov, autoritario governatore della Cecenia, che ha puntato sul lancio del Terek, squadra di Grozny. Un vero e proprio derby tra due capitali del terrorismo nazionale. Con una inevitabile rivalità tra i dirigenti. Chisytakov ci tiene a precisare la qualità manageriale superiore da parte del suo team: "Kadyrov ha puntato su Gullit, grande calciatore, mediocre allenatore. Noi invece puntiamo tutto sui grandi calciatori, Roberto Carlos, l'ungherese Dzsudsak, Yurij Zhirkov preso dal Chelsea. E speriamo anche in Eto'o. Non vogliamo competere subito con Real Madrid e Manchester United ma intanto scalare le gerarchie in Russia, diventare una squadra di livello europeo". Intanto dopo la vittoria di domenica è 3° in classifica per la prima volta nella sua storia.

Il sogno è ambizioso. Il presente ancora incerto. La squadra gioca nel piccolo stadio Dinamo, che fu del team sovietico della polizia. Dodicimila posti sempre occupati. Prezzi stracciati (due euro le curve, sei la tribuna centrale), pulizia affidata a un gruppo di contadine in foulard islamico, campo rizollato ogni settimana. Per arrivarci bisogna deviare dal viale centrale dedicato a Pietro il Grande, visto che la zona dei palazzi presidenziali e di governo è sigillata da soldati e blindati. Si deve percorrere una strada fatta di poveri negozi, venditori di kvas fatto in casa, pubblicità di cartone dipinto del bar Oasis e del ristorante Faraon. Ma il 45enne proprietario Kerimov ha le idee chiare e gli appoggi giusti. Prevede addirittura una città satellite da costruire tra il mare e la steppa. Alberghi a 5 stelle, uno stadio da 45mila spettatori, ville da calciatori e da dirigenti. Con la solita ricetta: un mare di soldi da spendere e da regalare alle persone giuste.

Inutile fare l'elenco degli ultimi episodi di terrorismo. Solo nelle ultime due settimane, l'addetto stampa di un ministro fatto fuori a fucilate, cinque poliziotti uccisi in due esplosioni, una bomba di cento chili disinnescata per caso nella vicina città di Khasavyurt. La missione dell'Anzhi non può fermarsi davanti a queste cose. Magomed Omarov, addetto alla sicurezza dei calciatori quando passano da qui, non si spaventa. "È vero, ci sono tanti morti ma non riguardano la popolazione. I terroristi mirano solo a militari e politici. Non ci riguarda".

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orvix
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Viandante Storico
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cinquestelle ha scritto:
Ma voi ci sareste andati?

IL REPORTAGE

Lusso, attentati e filo spinato
ecco il bunker dorato di Eto'o
Viaggio nella patria dell'Anzhi dove il calcio è un progetto politico. I giocatori vivono a Mosca, a 1.600 chilometri dallo stadio: arrivano il venerdì notte vanno in ritiro sulle limousine e dopo la partita ripartono

MAKHACHKALA (Daghestan) - Seguite le colonne di fumo che salgono dalle sterpaglie. Là, tra quelle baracche di legno marcio e i cumuli di rifiuti, dove si alzano due o tre nugoli di cavallette impazzite. Il resort dei campioni è quella specie di campo militare circondato da un muretto bianco e da rovi di filo spinato. Qui viene da mesi il grande Roberto Carlos, qui si aspetta da un giorno all'altro anche Samuel Eto'o per coronare un sogno che è nato tra questa steppa e le sale del Cremlino: dimenticare la guerra, il terrorismo, perfino la miseria del 98% della popolazione. Tutto grazie ai gol e alle imprese dell'Anzhi football club. Magliette gialloverdi, vent'anni di mediocrità e di epiche sconfitte, e uno slogan marziale che compare sui muri grigi di questa cupa repubblica, al confine con la Cecenia, sull'estremità meridionale del Caucaso ribelle: "Anzhi, la nuova Storia".

Progetto politico, prima che sportivo, fondato sulla regola più amata e ripetuta a ogni occasione dal proprietario della squadra, Suleyman Kerimov, daghestano, miliardario per cause imprecisate e mille sospetti mai provati: "Con i soldi si ottiene sempre tutto". E come dargli torto, guardando il villaggio che ospita campioni abituati ai lussi e agli eccessi dei calciatori di oggi, almeno per tutti i week end in cui l'Anzhi gioca una partita in casa? Arrivano il venerdì dalle loro ville moscovite o dal centro polifunzionale d'allenamento della capitale. Di notte. Anche per evitare la folla di tassisti abusivi e le mucche che pascolano libere sul piazzale dell'aeroporto. Su un convoglio di Suv e limousine attraversano la steppa tra catapecchie contadine, stabilimenti sovietici in disuso, una trivella che da qualche mese cerca petrolio a due passi dalla città. Il villaggio "Djami" è al di sotto degli standard del turista medio russo. Mobili dozzinali, muffa nelle docce, frigobar da riempire con quello che ti porti da casa. In fondo a un vialetto fatto di meli e peri di plastica e palme di materiale fluorescente, c'è la spiaggia sulle rive del Mar Caspio. Panorama balneare, pure gradevole. Bisogna solo concentrarsi bene e non guardare le garitte dei militari dei servizi segreti che hanno una caserma proprio a fianco, né gli sbarramenti da fortino assediato dislocati tutto attorno.

In questo bunker i calciatori miliardari dell'Anzhi passano il sabato e la domenica fino alla partita. Poi docce e partenza, sempre di notte. Nessuno li vede a Makhachkala. Compaiono solo al momento di sbucare in campo dal tunnel dello stadio dentro a una coreografia grandiosa. Bandiere e striscioni nuovi di zecca, la colonna sonora de "L'ultimo dei Mohicani" sparata al massimo dagli amplificatori, cori dei supporter "I ragazzi terribili", organizzati e foraggiati apertamente dal club. "Ne mandiamo sempre almeno 300 ogni trasferta con due charter", spiega German Chistyakov, giovane direttore generale, convinto sostenitore della "missione Anzhi".
Devastato da due guerre, sotto attacco costante del terrorismo integralista che sogna un Emirato che comprenda Daghestan, Cecenia, Kabardino-Balkaria e tutte le repubbliche islamiche del Caucaso, il Paese sa bene che il calcio è solo una strada per uscire dal tunnel. Ed è anche un'arma propagandistica poderosa per il governo Putin deciso a spacciare per pace una tregua armata e a certificare la russificazione definitiva di una ragnatela di popoli e di etnie eternamente in lotta contro il potere centrale. La stessa ricetta usata da Ramzan Kadyrov, autoritario governatore della Cecenia, che ha puntato sul lancio del Terek, squadra di Grozny. Un vero e proprio derby tra due capitali del terrorismo nazionale. Con una inevitabile rivalità tra i dirigenti. Chisytakov ci tiene a precisare la qualità manageriale superiore da parte del suo team: "Kadyrov ha puntato su Gullit, grande calciatore, mediocre allenatore. Noi invece puntiamo tutto sui grandi calciatori, Roberto Carlos, l'ungherese Dzsudsak, Yurij Zhirkov preso dal Chelsea. E speriamo anche in Eto'o. Non vogliamo competere subito con Real Madrid e Manchester United ma intanto scalare le gerarchie in Russia, diventare una squadra di livello europeo". Intanto dopo la vittoria di domenica è 3° in classifica per la prima volta nella sua storia.

Il sogno è ambizioso. Il presente ancora incerto. La squadra gioca nel piccolo stadio Dinamo, che fu del team sovietico della polizia. Dodicimila posti sempre occupati. Prezzi stracciati (due euro le curve, sei la tribuna centrale), pulizia affidata a un gruppo di contadine in foulard islamico, campo rizollato ogni settimana. Per arrivarci bisogna deviare dal viale centrale dedicato a Pietro il Grande, visto che la zona dei palazzi presidenziali e di governo è sigillata da soldati e blindati. Si deve percorrere una strada fatta di poveri negozi, venditori di kvas fatto in casa, pubblicità di cartone dipinto del bar Oasis e del ristorante Faraon. Ma il 45enne proprietario Kerimov ha le idee chiare e gli appoggi giusti. Prevede addirittura una città satellite da costruire tra il mare e la steppa. Alberghi a 5 stelle, uno stadio da 45mila spettatori, ville da calciatori e da dirigenti. Con la solita ricetta: un mare di soldi da spendere e da regalare alle persone giuste.




Impressionante...io continuo a sostenere, ma purtroppo non ho la controprova, che se guadagni 1000 euro al mese e trovi un posto dove ti danno il triplo o il quadruplo ti cambia la vita...se invece guadagni 10 miliardi e trovi un posto dove te ne danno 20....non ti cambia niente.....

Inutile fare l'elenco degli ultimi episodi di terrorismo. Solo nelle ultime due settimane, l'addetto stampa di un ministro fatto fuori a fucilate, cinque poliziotti uccisi in due esplosioni, una bomba di cento chili disinnescata per caso nella vicina città di Khasavyurt. La missione dell'Anzhi non può fermarsi davanti a queste cose. Magomed Omarov, addetto alla sicurezza dei calciatori quando passano da qui, non si spaventa. "È vero, ci sono tanti morti ma non riguardano la popolazione. I terroristi mirano solo a militari e politici. Non ci riguarda".

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orvix
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Ma voi ci sareste andati?

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Lusso, attentati e filo spinato
ecco il bunker dorato di Eto'o
Viaggio nella patria dell'Anzhi dove il calcio è un progetto politico. I giocatori vivono a Mosca, a 1.600 chilometri dallo stadio: arrivano il venerdì notte vanno in ritiro sulle limousine e dopo la partita ripartono

MAKHACHKALA (Daghestan) - Seguite le colonne di fumo che salgono dalle sterpaglie. Là, tra quelle baracche di legno marcio e i cumuli di rifiuti, dove si alzano due o tre nugoli di cavallette impazzite. Il resort dei campioni è quella specie di campo militare circondato da un muretto bianco e da rovi di filo spinato. Qui viene da mesi il grande Roberto Carlos, qui si aspetta da un giorno all'altro anche Samuel Eto'o per coronare un sogno che è nato tra questa steppa e le sale del Cremlino: dimenticare la guerra, il terrorismo, perfino la miseria del 98% della popolazione. Tutto grazie ai gol e alle imprese dell'Anzhi football club. Magliette gialloverdi, vent'anni di mediocrità e di epiche sconfitte, e uno slogan marziale che compare sui muri grigi di questa cupa repubblica, al confine con la Cecenia, sull'estremità meridionale del Caucaso ribelle: "Anzhi, la nuova Storia".

Progetto politico, prima che sportivo, fondato sulla regola più amata e ripetuta a ogni occasione dal proprietario della squadra, Suleyman Kerimov, daghestano, miliardario per cause imprecisate e mille sospetti mai provati: "Con i soldi si ottiene sempre tutto". E come dargli torto, guardando il villaggio che ospita campioni abituati ai lussi e agli eccessi dei calciatori di oggi, almeno per tutti i week end in cui l'Anzhi gioca una partita in casa? Arrivano il venerdì dalle loro ville moscovite o dal centro polifunzionale d'allenamento della capitale. Di notte. Anche per evitare la folla di tassisti abusivi e le mucche che pascolano libere sul piazzale dell'aeroporto. Su un convoglio di Suv e limousine attraversano la steppa tra catapecchie contadine, stabilimenti sovietici in disuso, una trivella che da qualche mese cerca petrolio a due passi dalla città. Il villaggio "Djami" è al di sotto degli standard del turista medio russo. Mobili dozzinali, muffa nelle docce, frigobar da riempire con quello che ti porti da casa. In fondo a un vialetto fatto di meli e peri di plastica e palme di materiale fluorescente, c'è la spiaggia sulle rive del Mar Caspio. Panorama balneare, pure gradevole. Bisogna solo concentrarsi bene e non guardare le garitte dei militari dei servizi segreti che hanno una caserma proprio a fianco, né gli sbarramenti da fortino assediato dislocati tutto attorno.

In questo bunker i calciatori miliardari dell'Anzhi passano il sabato e la domenica fino alla partita. Poi docce e partenza, sempre di notte. Nessuno li vede a Makhachkala. Compaiono solo al momento di sbucare in campo dal tunnel dello stadio dentro a una coreografia grandiosa. Bandiere e striscioni nuovi di zecca, la colonna sonora de "L'ultimo dei Mohicani" sparata al massimo dagli amplificatori, cori dei supporter "I ragazzi terribili", organizzati e foraggiati apertamente dal club. "Ne mandiamo sempre almeno 300 ogni trasferta con due charter", spiega German Chistyakov, giovane direttore generale, convinto sostenitore della "missione Anzhi".
Devastato da due guerre, sotto attacco costante del terrorismo integralista che sogna un Emirato che comprenda Daghestan, Cecenia, Kabardino-Balkaria e tutte le repubbliche islamiche del Caucaso, il Paese sa bene che il calcio è solo una strada per uscire dal tunnel. Ed è anche un'arma propagandistica poderosa per il governo Putin deciso a spacciare per pace una tregua armata e a certificare la russificazione definitiva di una ragnatela di popoli e di etnie eternamente in lotta contro il potere centrale. La stessa ricetta usata da Ramzan Kadyrov, autoritario governatore della Cecenia, che ha puntato sul lancio del Terek, squadra di Grozny. Un vero e proprio derby tra due capitali del terrorismo nazionale. Con una inevitabile rivalità tra i dirigenti. Chisytakov ci tiene a precisare la qualità manageriale superiore da parte del suo team: "Kadyrov ha puntato su Gullit, grande calciatore, mediocre allenatore. Noi invece puntiamo tutto sui grandi calciatori, Roberto Carlos, l'ungherese Dzsudsak, Yurij Zhirkov preso dal Chelsea. E speriamo anche in Eto'o. Non vogliamo competere subito con Real Madrid e Manchester United ma intanto scalare le gerarchie in Russia, diventare una squadra di livello europeo". Intanto dopo la vittoria di domenica è 3° in classifica per la prima volta nella sua storia.

Il sogno è ambizioso. Il presente ancora incerto. La squadra gioca nel piccolo stadio Dinamo, che fu del team sovietico della polizia. Dodicimila posti sempre occupati. Prezzi stracciati (due euro le curve, sei la tribuna centrale), pulizia affidata a un gruppo di contadine in foulard islamico, campo rizollato ogni settimana. Per arrivarci bisogna deviare dal viale centrale dedicato a Pietro il Grande, visto che la zona dei palazzi presidenziali e di governo è sigillata da soldati e blindati. Si deve percorrere una strada fatta di poveri negozi, venditori di kvas fatto in casa, pubblicità di cartone dipinto del bar Oasis e del ristorante Faraon. Ma il 45enne proprietario Kerimov ha le idee chiare e gli appoggi giusti. Prevede addirittura una città satellite da costruire tra il mare e la steppa. Alberghi a 5 stelle, uno stadio da 45mila spettatori, ville da calciatori e da dirigenti. Con la solita ricetta: un mare di soldi da spendere e da regalare alle persone giuste.




Impressionante...io continuo a sostenere, ma purtroppo non ho la controprova, che se guadagni 1000 euro al mese e trovi un posto dove ti danno il triplo o il quadruplo ti cambia la vita...se invece guadagni 10 miliardi e trovi un posto dove te ne danno 20....non ti cambia niente.....

Inutile fare l'elenco degli ultimi episodi di terrorismo. Solo nelle ultime due settimane, l'addetto stampa di un ministro fatto fuori a fucilate, cinque poliziotti uccisi in due esplosioni, una bomba di cento chili disinnescata per caso nella vicina città di Khasavyurt. La missione dell'Anzhi non può fermarsi davanti a queste cose. Magomed Omarov, addetto alla sicurezza dei calciatori quando passano da qui, non si spaventa. "È vero, ci sono tanti morti ma non riguardano la popolazione. I terroristi mirano solo a militari e politici. Non ci riguarda".



mpressionante...io continuo a sostenere, ma purtroppo non ho la controprova, che se guadagni 1000 euro al mese e trovi un posto dove ti danno il triplo o il quadruplo ti cambia la vita...se invece guadagni 10 miliardi e trovi un posto dove te ne danno 20....non ti cambia niente.....

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cinquestelle
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orvix ha scritto:
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Viaggio nella patria dell'Anzhi dove il calcio è un progetto politico. I giocatori vivono a Mosca, a 1.600 chilometri dallo stadio: arrivano il venerdì notte vanno in ritiro sulle limousine e dopo la partita ripartono

MAKHACHKALA (Daghestan) - Seguite le colonne di fumo che salgono dalle sterpaglie. Là, tra quelle baracche di legno marcio e i cumuli di rifiuti, dove si alzano due o tre nugoli di cavallette impazzite. Il resort dei campioni è quella specie di campo militare circondato da un muretto bianco e da rovi di filo spinato. Qui viene da mesi il grande Roberto Carlos, qui si aspetta da un giorno all'altro anche Samuel Eto'o per coronare un sogno che è nato tra questa steppa e le sale del Cremlino: dimenticare la guerra, il terrorismo, perfino la miseria del 98% della popolazione. Tutto grazie ai gol e alle imprese dell'Anzhi football club. Magliette gialloverdi, vent'anni di mediocrità e di epiche sconfitte, e uno slogan marziale che compare sui muri grigi di questa cupa repubblica, al confine con la Cecenia, sull'estremità meridionale del Caucaso ribelle: "Anzhi, la nuova Storia".

Progetto politico, prima che sportivo, fondato sulla regola più amata e ripetuta a ogni occasione dal proprietario della squadra, Suleyman Kerimov, daghestano, miliardario per cause imprecisate e mille sospetti mai provati: "Con i soldi si ottiene sempre tutto". E come dargli torto, guardando il villaggio che ospita campioni abituati ai lussi e agli eccessi dei calciatori di oggi, almeno per tutti i week end in cui l'Anzhi gioca una partita in casa? Arrivano il venerdì dalle loro ville moscovite o dal centro polifunzionale d'allenamento della capitale. Di notte. Anche per evitare la folla di tassisti abusivi e le mucche che pascolano libere sul piazzale dell'aeroporto. Su un convoglio di Suv e limousine attraversano la steppa tra catapecchie contadine, stabilimenti sovietici in disuso, una trivella che da qualche mese cerca petrolio a due passi dalla città. Il villaggio "Djami" è al di sotto degli standard del turista medio russo. Mobili dozzinali, muffa nelle docce, frigobar da riempire con quello che ti porti da casa. In fondo a un vialetto fatto di meli e peri di plastica e palme di materiale fluorescente, c'è la spiaggia sulle rive del Mar Caspio. Panorama balneare, pure gradevole. Bisogna solo concentrarsi bene e non guardare le garitte dei militari dei servizi segreti che hanno una caserma proprio a fianco, né gli sbarramenti da fortino assediato dislocati tutto attorno.

In questo bunker i calciatori miliardari dell'Anzhi passano il sabato e la domenica fino alla partita. Poi docce e partenza, sempre di notte. Nessuno li vede a Makhachkala. Compaiono solo al momento di sbucare in campo dal tunnel dello stadio dentro a una coreografia grandiosa. Bandiere e striscioni nuovi di zecca, la colonna sonora de "L'ultimo dei Mohicani" sparata al massimo dagli amplificatori, cori dei supporter "I ragazzi terribili", organizzati e foraggiati apertamente dal club. "Ne mandiamo sempre almeno 300 ogni trasferta con due charter", spiega German Chistyakov, giovane direttore generale, convinto sostenitore della "missione Anzhi".
Devastato da due guerre, sotto attacco costante del terrorismo integralista che sogna un Emirato che comprenda Daghestan, Cecenia, Kabardino-Balkaria e tutte le repubbliche islamiche del Caucaso, il Paese sa bene che il calcio è solo una strada per uscire dal tunnel. Ed è anche un'arma propagandistica poderosa per il governo Putin deciso a spacciare per pace una tregua armata e a certificare la russificazione definitiva di una ragnatela di popoli e di etnie eternamente in lotta contro il potere centrale. La stessa ricetta usata da Ramzan Kadyrov, autoritario governatore della Cecenia, che ha puntato sul lancio del Terek, squadra di Grozny. Un vero e proprio derby tra due capitali del terrorismo nazionale. Con una inevitabile rivalità tra i dirigenti. Chisytakov ci tiene a precisare la qualità manageriale superiore da parte del suo team: "Kadyrov ha puntato su Gullit, grande calciatore, mediocre allenatore. Noi invece puntiamo tutto sui grandi calciatori, Roberto Carlos, l'ungherese Dzsudsak, Yurij Zhirkov preso dal Chelsea. E speriamo anche in Eto'o. Non vogliamo competere subito con Real Madrid e Manchester United ma intanto scalare le gerarchie in Russia, diventare una squadra di livello europeo". Intanto dopo la vittoria di domenica è 3° in classifica per la prima volta nella sua storia.

Il sogno è ambizioso. Il presente ancora incerto. La squadra gioca nel piccolo stadio Dinamo, che fu del team sovietico della polizia. Dodicimila posti sempre occupati. Prezzi stracciati (due euro le curve, sei la tribuna centrale), pulizia affidata a un gruppo di contadine in foulard islamico, campo rizollato ogni settimana. Per arrivarci bisogna deviare dal viale centrale dedicato a Pietro il Grande, visto che la zona dei palazzi presidenziali e di governo è sigillata da soldati e blindati. Si deve percorrere una strada fatta di poveri negozi, venditori di kvas fatto in casa, pubblicità di cartone dipinto del bar Oasis e del ristorante Faraon. Ma il 45enne proprietario Kerimov ha le idee chiare e gli appoggi giusti. Prevede addirittura una città satellite da costruire tra il mare e la steppa. Alberghi a 5 stelle, uno stadio da 45mila spettatori, ville da calciatori e da dirigenti. Con la solita ricetta: un mare di soldi da spendere e da regalare alle persone giuste.




Impressionante...io continuo a sostenere, ma purtroppo non ho la controprova, che se guadagni 1000 euro al mese e trovi un posto dove ti danno il triplo o il quadruplo ti cambia la vita...se invece guadagni 10 miliardi e trovi un posto dove te ne danno 20....non ti cambia niente.....

Inutile fare l'elenco degli ultimi episodi di terrorismo. Solo nelle ultime due settimane, l'addetto stampa di un ministro fatto fuori a fucilate, cinque poliziotti uccisi in due esplosioni, una bomba di cento chili disinnescata per caso nella vicina città di Khasavyurt. La missione dell'Anzhi non può fermarsi davanti a queste cose. Magomed Omarov, addetto alla sicurezza dei calciatori quando passano da qui, non si spaventa. "È vero, ci sono tanti morti ma non riguardano la popolazione. I terroristi mirano solo a militari e politici. Non ci riguarda".



mpressionante...io continuo a sostenere, ma purtroppo non ho la controprova, che se guadagni 1000 euro al mese e trovi un posto dove ti danno il triplo o il quadruplo ti cambia la vita...se invece guadagni 10 miliardi e trovi un posto dove te ne danno 20....non ti cambia niente.....


Concordo con te Orvix.
Avrà un pò di milioni di euro in più però con questa scelta finisce la sua carriera nel calcio che conta.
E poi baciano le maglie........mah.

5
carnil_carani
carnil_carani
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
cinquestelle ha scritto:

Concordo con te Orvix.
Avrà un pò di milioni di euro in più però con questa scelta finisce la sua carriera nel calcio che conta.
E poi baciano le maglie........mah.

Se mi danno 5 milioni di € all'anno per tirare quattro calci ad un pallone, andare al lavoro per 2 o 3 ore per 4 o al massimo 5 giorni su 7 alla settimana con tanto di viaggi in aereo gratis e chiunque che mi regala qualsiasi cosa stai tranquillo che la bacio con affetto reale e sincero la maglia della squadra per cui gioco, persino se è stata appena usata da un compagno per una sesssione di ripetute in salita a metà Luglio...

Ho più rispetto per chi fa il "mercenario" comportandosi coerentemente rispetto a quelli che dopo una vita in una sola squadra pretendono di dettare legge quando il loro compito è quello di sudare per dimostrare all'allenatore di valere la maglia da titolare.
Questo per dire che quello splendido giocatore e quella meravigliosa "bandiera" che è Francesco Totti mi ha un "attimino" deluso con la sua magliettina con su scritto "BASTA" dopo la prima partita che ha iniziato in panchina nella sua Roma dal millennio scorso.

Detto questo chiunque si stupisca della "mossa" di Eto'o vuol dire che non conosce il personaggio, ricordo che il simpaticone quest'estate è riuscito a rinfacciare alla sua federazione che i viaggi in aereo per giocare in nazionale se li paga lui, stiam parlando della federazione del Camerun, un paese che come PIL è probabilmente sullo stesso livello del giro d'affari che ruota intorno al suo giocatore simbolo...
Un paio d'anni dopo il Mundial di Spagna un certo attaccante dal cognome comunissimo riuscì a "lamentarsi" sulla stampa specializzata perchè la società sportiva che deteneva il suo cartellino non voleva alzargli (non erano ancora i tempi degli "adeguamenti" dopo un tunnel in amichevole...) lo stipendio (circa 250 milioni di lire all'anno nel 1984...) domandando retoricamente in che modo avrebbe PAGATO I PANNOLINI al suo primogenito...

Se davvero pensate che chi guadagna tanto si accontenti di ciò che ha mi sa che avete sbagliato alla grande anche se come voi non capisco come chi guadagna 10 milioni di € all'anno possa andare a complicarsi la vita per prendere il doppio...
Per me (e anche per voi direi..) il doppio di "troppo" è sempre "troppo"...

6
istinto
istinto
Viandante Storico
Viandante Storico
Non lo so, non ho mai avuto rapporti con certe cifre rotolarsi dal ridere cmq s pensi che Zico è diventato CT ell'Iraq... non credo che lo strapaghino, ma rimarrei di certo disoccupato piuttosto che andare lì!

7
cinquestelle
cinquestelle
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
carnil_carani ha scritto:
cinquestelle ha scritto:

Concordo con te Orvix.
Avrà un pò di milioni di euro in più però con questa scelta finisce la sua carriera nel calcio che conta.
E poi baciano le maglie........mah.

Se mi danno 5 milioni di € all'anno per tirare quattro calci ad un pallone, andare al lavoro per 2 o 3 ore per 4 o al massimo 5 giorni su 7 alla settimana con tanto di viaggi in aereo gratis e chiunque che mi regala qualsiasi cosa stai tranquillo che la bacio con affetto reale e sincero la maglia della squadra per cui gioco, persino se è stata appena usata da un compagno per una sesssione di ripetute in salita a metà Luglio...

Ho più rispetto per chi fa il "mercenario" comportandosi coerentemente rispetto a quelli che dopo una vita in una sola squadra pretendono di dettare legge quando il loro compito è quello di sudare per dimostrare all'allenatore di valere la maglia da titolare.
Questo per dire che quello splendido giocatore e quella meravigliosa "bandiera" che è Francesco Totti mi ha un "attimino" deluso con la sua magliettina con su scritto "BASTA" dopo la prima partita che ha iniziato in panchina nella sua Roma dal millennio scorso.

Detto questo chiunque si stupisca della "mossa" di Eto'o vuol dire che non conosce il personaggio, ricordo che il simpaticone quest'estate è riuscito a rinfacciare alla sua federazione che i viaggi in aereo per giocare in nazionale se li paga lui, stiam parlando della federazione del Camerun, un paese che come PIL è probabilmente sullo stesso livello del giro d'affari che ruota intorno al suo giocatore simbolo...
Un paio d'anni dopo il Mundial di Spagna un certo attaccante dal cognome comunissimo riuscì a "lamentarsi" sulla stampa specializzata perchè la società sportiva che deteneva il suo cartellino non voleva alzargli (non erano ancora i tempi degli "adeguamenti" dopo un tunnel in amichevole...) lo stipendio (circa 250 milioni di lire all'anno nel 1984...) domandando retoricamente in che modo avrebbe PAGATO I PANNOLINI al suo primogenito...

Se davvero pensate che chi guadagna tanto si accontenti di ciò che ha mi sa che avete sbagliato alla grande anche se come voi non capisco come chi guadagna 10 milioni di € all'anno possa andare a complicarsi la vita per prendere il doppio...
Per me (e anche per voi direi..) il doppio di "troppo" è sempre "troppo"...

Ciao Carnil.
Non mi scandalizza affatto sapere che un giocatore vada a giocare dove gli offrono il doppio dell'ingaggio, mi sorprende però che un giocatore come Eto'o, ancora validissimo e che può giocare ad altissimo livello per almeno 3-4 anni, vada a giocare in un campionato mediocre e non giochi nemmeno la Champions.
Avrei capito molto di più questa scelta se l'avesse fatta un pò più avanti.

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Don Chisciotte 83
Don Chisciotte 83
Tutor Corriere della Pera
Tutor Corriere della Pera
cinquestelle ha scritto:
carnil_carani ha scritto:
cinquestelle ha scritto:

Concordo con te Orvix.
Avrà un pò di milioni di euro in più però con questa scelta finisce la sua carriera nel calcio che conta.
E poi baciano le maglie........mah.

Se mi danno 5 milioni di € all'anno per tirare quattro calci ad un pallone, andare al lavoro per 2 o 3 ore per 4 o al massimo 5 giorni su 7 alla settimana con tanto di viaggi in aereo gratis e chiunque che mi regala qualsiasi cosa stai tranquillo che la bacio con affetto reale e sincero la maglia della squadra per cui gioco, persino se è stata appena usata da un compagno per una sesssione di ripetute in salita a metà Luglio...

Ho più rispetto per chi fa il "mercenario" comportandosi coerentemente rispetto a quelli che dopo una vita in una sola squadra pretendono di dettare legge quando il loro compito è quello di sudare per dimostrare all'allenatore di valere la maglia da titolare.
Questo per dire che quello splendido giocatore e quella meravigliosa "bandiera" che è Francesco Totti mi ha un "attimino" deluso con la sua magliettina con su scritto "BASTA" dopo la prima partita che ha iniziato in panchina nella sua Roma dal millennio scorso.

Detto questo chiunque si stupisca della "mossa" di Eto'o vuol dire che non conosce il personaggio, ricordo che il simpaticone quest'estate è riuscito a rinfacciare alla sua federazione che i viaggi in aereo per giocare in nazionale se li paga lui, stiam parlando della federazione del Camerun, un paese che come PIL è probabilmente sullo stesso livello del giro d'affari che ruota intorno al suo giocatore simbolo...
Un paio d'anni dopo il Mundial di Spagna un certo attaccante dal cognome comunissimo riuscì a "lamentarsi" sulla stampa specializzata perchè la società sportiva che deteneva il suo cartellino non voleva alzargli (non erano ancora i tempi degli "adeguamenti" dopo un tunnel in amichevole...) lo stipendio (circa 250 milioni di lire all'anno nel 1984...) domandando retoricamente in che modo avrebbe PAGATO I PANNOLINI al suo primogenito...

Se davvero pensate che chi guadagna tanto si accontenti di ciò che ha mi sa che avete sbagliato alla grande anche se come voi non capisco come chi guadagna 10 milioni di € all'anno possa andare a complicarsi la vita per prendere il doppio...
Per me (e anche per voi direi..) il doppio di "troppo" è sempre "troppo"...

Ciao Carnil.
Non mi scandalizza affatto sapere che un giocatore vada a giocare dove gli offrono il doppio dell'ingaggio, mi sorprende però che un giocatore come Eto'o, ancora validissimo e che può giocare ad altissimo livello per almeno 3-4 anni, vada a giocare in un campionato mediocre e non giochi nemmeno la Champions.
Avrei capito molto di più questa scelta se l'avesse fatta un pò più avanti.

ci è andato perché per più tempo guadagna il doppio di quello che guadagnerebbe in tutte le altre squadre... in 4 anni sono 40 mln di euro in più...

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orvix
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Viandante Storico
Viandante Storico
Don Chisciotte 83 ha scritto:
cinquestelle ha scritto:
carnil_carani ha scritto:
cinquestelle ha scritto:

Concordo con te Orvix.
Avrà un pò di milioni di euro in più però con questa scelta finisce la sua carriera nel calcio che conta.
E poi baciano le maglie........mah.

Se mi danno 5 milioni di € all'anno per tirare quattro calci ad un pallone, andare al lavoro per 2 o 3 ore per 4 o al massimo 5 giorni su 7 alla settimana con tanto di viaggi in aereo gratis e chiunque che mi regala qualsiasi cosa stai tranquillo che la bacio con affetto reale e sincero la maglia della squadra per cui gioco, persino se è stata appena usata da un compagno per una sesssione di ripetute in salita a metà Luglio...

Ho più rispetto per chi fa il "mercenario" comportandosi coerentemente rispetto a quelli che dopo una vita in una sola squadra pretendono di dettare legge quando il loro compito è quello di sudare per dimostrare all'allenatore di valere la maglia da titolare.
Questo per dire che quello splendido giocatore e quella meravigliosa "bandiera" che è Francesco Totti mi ha un "attimino" deluso con la sua magliettina con su scritto "BASTA" dopo la prima partita che ha iniziato in panchina nella sua Roma dal millennio scorso.

Detto questo chiunque si stupisca della "mossa" di Eto'o vuol dire che non conosce il personaggio, ricordo che il simpaticone quest'estate è riuscito a rinfacciare alla sua federazione che i viaggi in aereo per giocare in nazionale se li paga lui, stiam parlando della federazione del Camerun, un paese che come PIL è probabilmente sullo stesso livello del giro d'affari che ruota intorno al suo giocatore simbolo...
Un paio d'anni dopo il Mundial di Spagna un certo attaccante dal cognome comunissimo riuscì a "lamentarsi" sulla stampa specializzata perchè la società sportiva che deteneva il suo cartellino non voleva alzargli (non erano ancora i tempi degli "adeguamenti" dopo un tunnel in amichevole...) lo stipendio (circa 250 milioni di lire all'anno nel 1984...) domandando retoricamente in che modo avrebbe PAGATO I PANNOLINI al suo primogenito...

Se davvero pensate che chi guadagna tanto si accontenti di ciò che ha mi sa che avete sbagliato alla grande anche se come voi non capisco come chi guadagna 10 milioni di € all'anno possa andare a complicarsi la vita per prendere il doppio...
Per me (e anche per voi direi..) il doppio di "troppo" è sempre "troppo"...

Ciao Carnil.
Non mi scandalizza affatto sapere che un giocatore vada a giocare dove gli offrono il doppio dell'ingaggio, mi sorprende però che un giocatore come Eto'o, ancora validissimo e che può giocare ad altissimo livello per almeno 3-4 anni, vada a giocare in un campionato mediocre e non giochi nemmeno la Champions.
Avrei capito molto di più questa scelta se l'avesse fatta un pò più avanti.

ci è andato perché per più tempo guadagna il doppio di quello che guadagnerebbe in tutte le altre squadre... in 4 anni sono 40 mln di euro in più...


cosa ci fai...ci compri il Camerun?
Eto ha gia abbastanza soldi x se x i suoi nipoti per i suoi pronipoti e non gli bastano cinque vite x spenderli tutti...adesso cosa fa', li butta da un aereo sopra tutta l'Africa?
prima poteva permettersi 80 yacht adesso ne compra 160?
mah......

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