Alle origini non esisteva alcun tipo di vincolo in tal senso e non ve n’è traccia nelle delibere del Concilio di Nicea. Poi, l’influenza sempre più forti delle correnti monastiche di stampo ascetico iniziò a rendere l’idea di un sacerdote coniugato sempre meno accettabile, visto che doveva armeggiare durante la liturgia con il corpo e il sangue di Cristo. Eppure si giunge al medioevo senza una linea costante e precisa in merito. La tendenza è quella di ribadire il valore del celibato, sancito nuovamente nell’anno 1000 durante il Sinodo di Reims, ma non mancano voci contrarie. Il celibato infondo, diventa indiscutibile soltanto dopo il Concilio di Trento . In precedenza si parlava dell’obbligo di non contrarre matrimonio e non convivere. Da questo momento in poi, le regole sono molto più precise e dettagliate. Il legame tra sacerdozio e celibato è stabilito per legge, cioè la vocazione al sacerdozio e il dono del celibato sono due cose distinte e la legge stabilisce che chi ha solo la vocazione al sacerdozio non debba essere ordinato. La vocazione al sacerdozio senza il dono del celibato significa vocazione al sacerdozio con vocazione matrimoniale.
Quali possono essere state secondo voi le ragioni che hanno portato all’introduzione di questo vincolo?
Esso ha fondamenti religiosi? O piuttosto si tratta di una scelta politica?
La presenza del celibato, aggiunge qualcosa al valore del servizio di un prete?
Siete favorevoli o contrari alla sua presenza?
Si tratta per voi di una scelta necessaria?