la vicenda la conoscete, l'attaccante brasiliano a fine stagione viene considerato "fuori progetto", lo si mette sul mercato ed insieme ad altri (Melo, Sissoko e Grosso) non convocato per le varie fasi del ritiro estivo. Amauri rifuta qualsiasi ipotesi di trasferimento, anche quella più "conveniente" a Marsiglia e un polemico Marotta annuncia che la società intende considerarlo fuori rosa, il bomber(?) si allenerà da solo nelle strutture della Juventus.
La vicenda cade a fagiolo nelle pieghe dell'accordo sul contratto collettivo dei calciatori, il punto principale del contendere tra lega e sindacato riguarda, in ultima analisi, proprio la questione dei "fuori rosa".
La cosa è molto più delicata di quel che si possa credere, negli altri ambienti di lavoro questo potrebbe persino configurarsi come mobbing, anche se nel 99% degli altri ambienti di lavoro l'attenzione di una fetta rilevantissima dell'opinione pubblica non esiste.
La stragrande maggioranza dei tifosi juventini stanno con la società, anche perchè il rifiuto di Amauri a tutte le proposte di trasferimento (ha detto di no persino a Zamparini prima ancora di conoscere le condizioni contrattuali..) è visto più che altro come una specie di "ripicca" del calciatore nei confronti della società. Senza dimenticare l'immagine da "viziato strapagato" che non fa certo bene alla causa del sindacato dei calciatori in questi giorni di trattative.. E oltre tutto come si fa a definire "professionista" un calciatore che di fatto rinuncia di sua spontanea volontà all'indispensabile "aggiornamento" dato dagli allenamenti in rosa con compagni ed allenatore e alla "vetrina" data dalle partite giocate per rimanere a casa facendosi al massimo una sgambata un giorno si e uno no? Ha rifiutato un "posto" in una squadra che gioca in Champions e che è ad un passo da Torino (esistono gli aerei...), stiam parlando dell'Olympique Marseille, non del Mazembe!!
Da parte mia, pur capendo la posizione dell'AIC trovo un pelino assurde alcune cose che ho sentito in questi giorni, vedi la posizione "fuori dal coro" di Cellino, lo stesso che da presidente del Cagliari ha tenuto in "esilio" Marchetti, uno dei più forti portieri italiani impedendogli così di continuare la sua strada verso la porta della nazionale maggiore e procurando un triplice danno, alla stessa società di cui Cellino è proprietario e presidente, al giocatore e al calcio italiano in generale..
Ed ora a voi amici vecchi e nuovi del forum...
La vicenda cade a fagiolo nelle pieghe dell'accordo sul contratto collettivo dei calciatori, il punto principale del contendere tra lega e sindacato riguarda, in ultima analisi, proprio la questione dei "fuori rosa".
La cosa è molto più delicata di quel che si possa credere, negli altri ambienti di lavoro questo potrebbe persino configurarsi come mobbing, anche se nel 99% degli altri ambienti di lavoro l'attenzione di una fetta rilevantissima dell'opinione pubblica non esiste.
La stragrande maggioranza dei tifosi juventini stanno con la società, anche perchè il rifiuto di Amauri a tutte le proposte di trasferimento (ha detto di no persino a Zamparini prima ancora di conoscere le condizioni contrattuali..) è visto più che altro come una specie di "ripicca" del calciatore nei confronti della società. Senza dimenticare l'immagine da "viziato strapagato" che non fa certo bene alla causa del sindacato dei calciatori in questi giorni di trattative.. E oltre tutto come si fa a definire "professionista" un calciatore che di fatto rinuncia di sua spontanea volontà all'indispensabile "aggiornamento" dato dagli allenamenti in rosa con compagni ed allenatore e alla "vetrina" data dalle partite giocate per rimanere a casa facendosi al massimo una sgambata un giorno si e uno no? Ha rifiutato un "posto" in una squadra che gioca in Champions e che è ad un passo da Torino (esistono gli aerei...), stiam parlando dell'Olympique Marseille, non del Mazembe!!
Da parte mia, pur capendo la posizione dell'AIC trovo un pelino assurde alcune cose che ho sentito in questi giorni, vedi la posizione "fuori dal coro" di Cellino, lo stesso che da presidente del Cagliari ha tenuto in "esilio" Marchetti, uno dei più forti portieri italiani impedendogli così di continuare la sua strada verso la porta della nazionale maggiore e procurando un triplice danno, alla stessa società di cui Cellino è proprietario e presidente, al giocatore e al calcio italiano in generale..
Ed ora a voi amici vecchi e nuovi del forum...