Abbiamo gia' avuto modo di parlare di questo valentissimo ed incredibile autore, il quale ha un merito cristallino: quello di aver preso l'ironia ed averla elevata a livello letterario creando cosi' uno stile comunicativo unico nel suo genere ed assolutamente inimitabile: un autentico Pierino della cultura e della critica il quale costringe con la propria unicita', i lettori dei suoi scritti a fare continuamente i conti con loro stessi e con i propri eventuali limiti. Una macchina a vapore travolgente la quale magistralmente spiazza tutti coloro che si trovino sulla sua strada. Un non allineato dal talento diamantino. Questa sera abbiamo avuto modo sul Diagramma di intrattenerci con lui e pensiamo che sia ottima cosa analizzare questa sua stupenda composizione la quale, a nostro avviso rappresenta il diapason sia del suo pensiero sia di quell'istrionismo culturale di cui egli e' appassionato alfiere. Vediamo alcune parti del suo scritto Ancora sulla morte.
Come vedi, Direttore, ho titolato il mio intervento “Ancora sulla morte” e non sulle Bermude, che continuano a mantenere tutto il loro fascino e dare la stura a innumerevoli barili d’inchiostro… e così sarà finché qualcuno accerterà cosa davvero accada da quelle parti o le Assicurazioni alzeranno tanto i prezzi da rendere più convenienti rotte alternative.
Senza vittime o con tante morti chiaramente comprensibili, il triangolo delle Bermude perderà il suo fascino e diventerà come quei pericolosi tratti di strada statale che tutti noi percorriamo ogni giorno moltiplicando gli scongiuri, e dove i morti sfracellati non fanno più notizia.
Perché è di questo che stiamo parlando. Di fascino, e di notizia.
Qui l'autore inizia il proprio componimento all'insegna dell'ironia e di una sorta di casalinga nostalgia reminescente. Usa l'espressione "barili d'inchiostro" , (originale vero?)per costruire una sorta di pantomina a tavolino come se egli, seduto dietro una scrivania, nel silenzio della propria stanza stesse rimunginando sul destino del mondo e su tutti i suoi protagonisti piu' o meno famosi. C'e' poi qualcosa di decadente nel passaggio "il triangolo delle Bermude perdera' il suo fascino". L'autore fornisce la sensazione di una profezia decadente ma veritiera, uscendo completamente dai canoni convenzionali della letteratura e preannunciando la pochezza di un tema destinato ad estinguersi.
Quanto alla morte, ed il mio “Ancora” del titolo sta ad indicare che già più volte ho toccato l’argomento, di per se è un avvenimento comune, banale, scontato e del tutto privo di interesse.
Non per chi muore, certo, ché quello è evento unico nella sua vita ed in qualche modo (per noi ancora misterioso) sarà certo celebrato… ma è una faccenda personale.
E nemmeno per i suoi parenti, per la cerchia di amici cari che certamente ne soffriranno, o per i creditori che temeranno per i loro quattrini, e forse per qualche nemico (vorremmo che nessuno avesse nemici) contento della dipartita… ma sono eccezioni.
Per l’universo intero, la morte c’è, è ineluttabile, misteriosa ed originale.
Dolorosa e veloce come quella della signora che citavi, e beata lei secondo il parere di qualcuno, o insopportabilmente lenta per altri, e beati loro che fanno avuto tempo di chiedere perdono per i peccati, precoce ed atroce quella dell’infante, e beato lui che si è risparmiato le brutture della vita, o tardiva e quasi insensibile quella del centenario che beato lui ha avuto il tempo di godersi tutto…
In questi passaggi l'autore filosofeggia realisticamente sulla realta' della vita evidenziandone in modo completissimo e sintetico la realta' talvolta dura da accettare: la morte dell'infante contrapposta a quella del centenario. Una verita' che da' fastidio, ma che nello stesso tempo e' amara: chi per nulla ha goduto, e chi invece ha visto generazioni di persone estinguersi prima di lui. Un urlo velato , silenziosamente rabbioso contro le ingiustizie della vita.
Dalla morte inutile che non merita una nota, come quella di quasi tutti quelli che non conosco e mai ho sentito nominare, fino alla morte epica tragica e definitiva; quella mia, che coinciderà con la fine dell’universo che conosco.
Universo vuoto prima che io nascessi, definitivamente inutile dopo che me ne sarò andato.
La speculazione filosofica dell'autore, nei sopracitati passaggi diventa ancora piu' profonda , riflessiva e densa di poetica struggente tristezza: il tema della pochezza umana che concepisce l'universo come una totalita' che ha senso solo in relazione all'essere umano medesimo: un cimento di bravura senza pari ed ancora una volta la delusione di una incapacita' umana di poter effettivamente contemplare i nessi e le finalita' ultime di un creato che si spinge oltre l'esistenza umana medesima.
Non voglio dilungarmi, ma solo affermare che la morte non è né bella né brutta, né utile, né catastrofica, né tragica, né terrifica né liberatoria.
Per il mondo, la morte degli altri è semplicemente un fatto.
Ed allora ci si può argomentare, ci si può ragionare, la si può analizzare, può essere argomento di preghiera, o motivo di umorismo… con la dovuta buona creanza, ovviamente, ché quella è comunque sempre obbligatoria.
Un'altra constatazione crepuscolare sulla morte: la relativita' di essa e la tragedia di essa quando invece venga subita dai soggetti interessati: la profondita' di questi passaggi si commenta da sola.
Ed allora si, si può dire che forse alle Bermude si ripete il fenomeno delle caramelle Mentos nella Coca-Cola light senza tema di dileggiare le vittime di tante tragedie, senza mancar loro di rispetto.
In fondo, se spesso si parla di quelle anime ritornate al Padre in uno degli innumerevoli modi con cui la Morte si manifesta, non è “perché ci hanno lasciati”, ma per le circostanze bizzarre dell’evento, per la subitaneità, per la mancanza di relitti, per l’imprevedibilità…
Quello che ci intriga non sono le persone, ma il fenomeno, e loro, ammesso che siano interessate alla cosa, devono ringraziare la CocaCola, se sono conosciute dal mondo ed ammantate di celebrità.
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Questo passaggio e' profondissimo e presenta due aspetti: il primo e' quello che i deceduti non abbiamo avuto alcuna intenzione di lasciarci, ed in effetti non ci avrebbero lasciato ma siano le vittime di una dinamica naturale che li ha travolti portandoli nel mondo del sovrasensibile e dell'eterno. L'altro aspetto invece e' la notorieta' delle persone e dell'evento: essere famosi e conosciuti nel mondo, anche a costo della vita, dipende da fenomeni naturali che alla fine hanno la stessa portata di quelli pubblicitari. Una zampata artistica e sardonica, come abbiamo detto altrove che solo lui, Lucio Musto pioniere del polemismo e dell'arte ironica ha saputo dare e che forse mai piu' potra' essere eguagliata.