Si tratta di un meccanismo che è particolarmente forte nei gruppi monolitici, accomunati cioè da dei credo tanto forti da sostituire ai diversi poli di responsabilità individuali quello collettivo ( partiti politici, sette, ecc) , e nei gruppi- massa temporanei e non ( popolo in rivolta, manifestanti, gente allo stadio, ecc).
Alcuni studi hanno dimostrato che il semplice indossare uniformi o divise che ci fanno apparire uguali a tutti gli altri porta a farci sentire meno responsabili delle nostre azioni e più aggressivi. In altre parole tutto ciò che rende gli uomini uguali, nella coscienza come nell'aspetto, contribuisce a renderli più pericolosi.
Oltre all'inserimento in un gruppo con certe caratteristiche e all'omologazione, c'è un altro elemento decisivo: la possibilità di restare nell'ombra. Gli individui avvertono di non essere responsabili delle loro azioni, quando hanno poche possibilità di essere sorpresi. Infine, un altro elemento importante è l'auto consapevolezza. Se essa è ridotta si è più vicini alle regole di gruppo e meno alle proprie regole morali.
Tutto questo dovrebbe farci riflettere su molte cose.
Innanzitutto, qual'è l'effettivo potere del gruppo su di noi? in quali circostanze è più forte?
Davvero anche nelle suddette condizioni restiamo fedeli a noi stessi? E quando ciò non accade, perchè ci deindividuiziamo? E' solo frutto di debolezza o si trae un profitto da tutto ciò?
In quali contesti è forte il rischio di deindividuazione nella nostra società?
E perchè l'uomo, sollevato dal peso della responsabilità da il peggio di se?