Personalmente, non credo nei sogni premonitori, nella veggenza o in nient'altro di ciò che di solito si definisce "paranormale", "sovrannaturale", "trascendentale" e così via. Visto che è stato scherzosamente tirato in ballo Matrix, a quanto appena detto posso tranquillamente aggiungere che non credo nemmeno nell'esistenza di una realtà oggettiva, ovvero parto dal presupposto che tutto ciò che percepisco, definisco ed elaboro come "reale" così come tutto ciò che percepisco, definisco ed elaboro come "non-reale" (sogni, fantasie, allucinazioni ecc.) non siano altro che prodotti della mia mente. Non esiste nessun "dato oggettivo" ma solo ciò che, dopo una lunghissima serie di filtri ed interpretazioni, il mio cervello elabora come "reale/non reale", quindi un dato relativo.
Questo piccolo preambolo è per focalizzare l'attenzione su un fatto che mi sembra importante, in relazione al topic: il nostro cervello è una macchina altamente specializzata nell'assorbire, filtrare ed elaborare dati. Lo fa di continuo e la stragrande maggioranza di questi processi avviene totalmente al di fuori della nostra coscienza, ovvero: non ce ne accorgiamo minimamente. Anzi, in realtà è corretto dire che TUTTE queste operazioni sono subcoscienti, almeno nel senso che quando ci mettiamo coscientemente ad elaborare dati, cioè a riflettere, lo stiamo facendo su materiale che è già stato abbondantemente processato, filtrato, modificato.
Questo vuol dire che noi abbiamo, in effetti, un gigantesco bacino di "informazioni" disponibile, ma a cui solo in parte e molto di rado abbiamo accesso. Però attenzione: il fatto che si "escluso" dalla coscienza, non significa che se ne stia lì, fermo e placido, anzi è in continua "ebollizione".
A questo proposito voglio raccontare un aneddoto: un paio di anni fa stavo passando la settimana di capodanno in una casa in montagna insieme a mia moglie e a degli amici. Eravamo tutti in questa grande cucina e io ero ai fornelli a friggere qualcosa che adesso nemmeno ricordo cosa fosse. Ad un certo punto devo andare in bagno, un'amica prende il mio posto ai fornelli e, passando affianco a mia moglie le dico qualcosa tipo "Stai lontana dalla pentola dell'olio", il che per me è strano perché non sono esattamente un tipo prodigo di avvertimenti. Quando, un paio di minuti dopo, torno in cucina scopro -oh, meraviglia- che sono tutti molto indaffarati a pulire per terra ché la padella con l'olio bollente è precipitata dai fornelli e solo per pura fortuna non ha fritto le gambe dell'amica che aveva preso il mio posto.
Adesso, nel mentre succedeva tutto questo io ero soprattutto impegnato a ridere e scherzare con gli amici, curandomi della cucina praticamente con il "pilota automatico" e anche l'avvertimento a mia moglie era stato frutto di uno slancio momentaneo, non (coscientemente) elaborato. Solo che, rivendendolo a posteriori, c'era un enorme numero di elementi che rendeva FACILISSIMA quella "previsione": la padella era molto grande e molto vecchia, dunque parecchio ammaccata; il fornello, al contrario, era piuttosto piccolo e messo in una posizione scomoda e, ovviamente, tutto ciò rendeva la padella piuttosto instabile; inoltre, eravamo tutti tra l'alticcio e l'ubriaco andante e, come ho detto, pensavamo soprattutto ai cazzi nostri più che a fare attenzione in cucina.
L'episodio, naturalmente, ha una dinamica molto semplice ed evidente e l'ho scelto proprio perché è ampiamente illustrativo. Di fatto, io penso che le stesse dinamiche siano alla base di quasi tutti i fenomeni di "veggenza" -inclusi i sogni premonitori- che normalmente ci appaiono inspiegabili.
C'è però un'altra considerazione da fare. É esperienza frequente e largamente condivisa che, quando svolgiamo un compito particolarmente delicato -che so, trasportare un cospicuo servizio di bicchieri molto delicati- se cominciamo a pensare qualcosa tipo "attento, non farli cadere. Non farli cadere per nessuna ragione! STAI ATTENTISSIMO a NON farli cadere" le possibilità di sbatterli in terra frantumandoli in un triliardo di pezzi aumentano esponenzialmente.
In un modo simile mi è capitato di conoscere un sacco di persone che si fanno "fare le carte" e quando uno gli chiede conto di solito ottiene risposte tipo: "guarda non è che ci creda, però è incredibile come questo tizio ci azzecca sempre con le sue previsioni". Il fenomeno è esattamente lo stesso: il cervello si focalizza su qualcosa. Per cui se un "chiromante" ti dice che, entro sei mesi, entrerà nella tua vita una donna dai capelli neri, il cervello ha una specie di "marker" che lancia un segnale ogni volta che vedi una donna dai capelli neri. E, stanti così le cose, è abbastanza normale che ci vogliano sei giorni -non sei mesi- prima che nella tua vita entri "una donna dai capelli neri".
Previsioni che si autoavverano -ossia: non abbiamo previsto il fenomeno, è il fenomeno che si verifica perché lo abbiamo previsto- è una cosa che sperimentiamo in continuazione, nella nostra vita.
Quindi, ricapitolando: la possibilità di elaborare un numero di elementi infinitamente maggiore di quello di cui siamo coscienti (e quindi di fare previsioni molto più accurate di quanto pensiamo) unita ad una dinamica funzionale del cervello che tende a far combaciare i nostri comportamenti con ciò su cui siamo focalizzati, penso che possano in gran parte spiegare la fenomenologia di cui si parla qui.