Mentre si scontrano i titani, può essere di un qualche interesse segnalare che, da un punto di vista Storico (dove la maiuscola serve solo a marcare la differenza con le inattendibili fregnacce scritte nella bibbia), se una figura assimilabile a quella del "Gesù Cristo" delle scritture è realmente esistita, si trattava probabilmente o di uno zelota o di uno zadochita o, più probabilmente, di un esseno nazareno ("nazorim", da cui molto probabilmente è derivata l'erronea traduzione "il nazareno" con riferimento a Nazareth di cui, però, non esistono tracce precedenti il I sec. d.C.).
Quello che è interessante è che queste tre sette (esseni -nazareni e osseani-, zeloti e zadochiti), rappresentavano la fascia più estremista della resistenza contro i romani. In un certo senso, se l'impero romano era la "superpotenza" dell'epoca, questi erano l'equivalente dei terroristi arabi moderni.
Quindi, parlando di "prossimo tuo" o di "amarsi l'un l'altro", il cristo (da "christòs", xριστός parola greca per l'ebraico מָשִׁיחַ, "mašíaḥ", "unto (dal Signore)", che quindi era un titolo da leader) si riferiva ai primi cristiani giudei, ossia gli unici degni di sedere sul trono di Israele (la "terra promessa"), e a nessun altro.
A tutti gli altri, in particolare se romani "usurpatori" ma, in generale, non cristiani giudei (anche agli ebrei troppo vicini all'impero romano, come la casta sacerdotale dei sadducei) era perfettamente lecito, e addirittura caldeggiato, rompere il culo a sangue.
Verosimilmente, dunque, il cristo dell'epoca (molti si avvicendarono in questo titolo, nella lotta contro l'impero romano, finendo puntualmente ammazzati), seppure ha detto qualcosa del genere, parlava della propria setta, o al massimo dell'intera resistenza giudaica anti-romana, non in senso universale.
Quindi, nel caso, avrà detto qualcosa tipo "Ama il prossimo tuo (compare di setta) come te stesso. E tutti gli altri indegni infedeli ammazzali senza pietà".