Shushan, la tua è una visione di questo forum in cui, sinceramente, non mi ritrovo. Nel senso che non mi pare che quin piovano insulti e grondino improperi come se nulla fosse e, anzi, ho sempre rilevato una moderazione precisa e puntuale quando qualche discussione si infiammava un po' troppo, uscendo dal "seminato contenutistico" per scadere nell'insulto volgarotto.
Posso capire se ciò a cui alludi sono dei forti scontri, talvolta violenti ma pur sempre latori di contenuti, tra gli utenti. Questo sì, qui è frequente e lo trovo anche del tutto positivo. Chiamare gratuitamente "coglione" un utente o compilare un post pieno di niente se non bile e rabbia, siamo d'accordo che siano comportamenti controproducenti. Ma scontrarsi sul merito e sui contenuti di una discussione, anche con fervore, anche tirando fuori le unghie e i denti (e, perché no, del sano cinismo) mi sembra che possa solo portare più in profondità un confronto, con un vantaggio -in termini di arricchimento- per tutti. E se poi qualcuno si deve "leccare le ferite", amen, non finirà il mondo per questo.
É vero pure, tra l'altro, che quando si pubblica qualcosa su un "forum di discussione", la si espone all'essere analizzata, criticata, discussa appunto, da tutta l'utenza. Questa discussione può andare in direzioni che l'autore non si aspettava né prevedeva minimamente, può rivelare realtà e punti di vista del tutto contrari alle aspettative di chi ha scritto inizialmente. Diamine, è questo il "bello" (nonché, la ragion d'essere, di un "forum di discussione").
Chiaramente, stanti queste premesse, è ovvio che se appare un utente che apre thread con post di due righe in cui pone una domanda e, fatto questo, si intestardisce sul ripetere la stessa, identica, domanda finché non ottiene la risposta che vuole sentire o se un altro inizia dei thread senza il minimo contenuto o se un altro ancora contribuisce con posizioni in cui si dichiara favorevole all'eugenetica o alla pedofilia, questi utenti si espongono al rischio che gli vengano fatte notare le falle dei loro ragionamenti, l'inconsistenza o la faziosità degli argomenti o le molte problematiche etiche (ed eventualmente giuridiche) connesse alla loro posizione.