Lucio Musto ha scritto:
Ti ringrazio della tua pazienza e disponibilità nel rispondermi nonostante il mio argomentare confuso ed irreale che ovviamente rilevi, ma non controbatti con argomentazioni tue chiare e concrete, ma solo con gratuita sufficienza.
veramente, molto concretamente, ti ho solo ricordato i fatti, e cioè che è stato il regime fascista, instauratosi come regime non con regolari elezioni, ma con le leggi speciali del biennio 25/26 e le relative intimidazioni alle opposizioni (vedi omicidio Matteotti) carcere, confino e purghe, omicidi di oppositori all'estero (fratelli Rosselli...), a decidere per l'intervento in guerra;
oltretutto, la Marcia su Roma e il mancato intervento dell'esercito non si configurano come un regolare percorso istituzionale...
Lucio Musto ha scritto:
riguardo al resto che ho ritenuto utile quotare mi permetto (sempre confusamente ed irrealmente) di farti notare che con molta nonchalance e superficialità stai buttando nella merda tutta una intera generazione, quella dei tuoi nonni (immagino) e dei miei genitori che non erano affatto gli sprovveduti imbecilli che dici tu, che votarono e come, per il maestrino elementare, in base ad una costituzione che forse a te sembrerà risibile, ma che all'epoca era all'avanguardia, rispettata ed onorata nel mondo.
Costituzione ? ti risulta che nello Statuto albertino fosse previsto il voto al partito unico ?
comunque, la maggior parte della mia famiglia di allora ha rifiutato di aderire al regime e di iscriversi al partito, beccandosi manganellate, confino, torture, carcere, casa bruciata, impossibilità di lavorare, e si sono salvati da conseguenze peggiori solo perché tutti ex-combattenti e decorati del 15-18; ma qui tornerò dopo...
Lucio Musto ha scritto:
Ed a quei generali inetti che dici tu, ben pochi comandanti di oggi sarebbero degni di baciare gli stivali. Quei generali, quegli ufficiali, caro il mio ragazzotto, per la Patria nella quale credevano (poi un'altra volta cercherò di spiegarti cosa sia la Patria, ma con poche speranze che tu possa capire) sacrificarono la propria vita sul campo, non nascondendosi da imboscati ben al riparo nelle retrovie.
Se tu avessi un minimo di pudore e senso morale (non dico di spirito democratico che siamo lontanissimi!) parleresti con ben altro rispetto dei tuoi nonni e dei tuoi genitori che sacrificarono la loro vita cercando di dare a quest'Italia una dignità che oggi state buttando alle ortiche, senza nemmeno il pudore di vergognarvi!.
Francamente, credo che smetterò di piangere per i miei sbagli. L'invasione gialla ve la meritate tutta, voi che non avete scrupolo di sputare sulle vostre radici!
Scusami se ora non me la sento di salutarti con cordialità; io, i morti li rispetto!
tu mi parli di vergogna, di rispetto per i miei nonni, mi vuoi spiegare cosa sia la Patria... grazie
nel 1947, mio nonno, Armando M., tornava in treno nel paese di sua moglie - proprio accanto a casa tua - dal Trentino con la bara del suo figlio maggiore, di due che ne aveva, caduto diciottenne in combattimento contro un reparto di SS ceche nella provincia di Trento;
caduto in quella terra irredenta dove nonno Armando aveva combattuto durante i 3 anni e mezzo della Grande Guerra, terra che il duce che tanti italiani amavano nel 1944 aveva ceduto a Hitler, assieme al Friuli, altra terra irredenta, per essere annessa al Reicht tedesco come Suedmark;
zio Alberto M. (classe 1926, papà è del 28...) era uno studente appena diciassettenne quando passò in clandestinità dopo il bombardamento del 19 luglio di Roma, e si recò nella tua città natale per combattere durante le 4 giornate, dove fu ferito da una mitragliatrice tedesca;
ancora convalescente, fu addestrato dalle forze britanniche per missioni di commando, inviato nelle Marche, in Romagna e poi in Trentino - dove poi cadde nell'ottobre 44, non uno arrivato all'ultimo minuto... - per organizzare gruppi di combattimento;
nonno Armando (classe 1894), una delle prime patenti d'auto a Roma, durante la guerra 15-18 era stato pilota d'aereo nella squadriglia di F. Baracca - come puoi immaginare, una competenza preziosa all'epoca - ma siccome non si iscrisse mai al partito fascista non poté mai trovare un lavoro pubblico, nemmeno come autista della nettezza urbana...
l'altra parte della mia famiglia a perduto tutti i suoi averi in Istria, grazie alla scellerata politica di potenza del duce che ci ha fatto perdere quelle terre...
la dignità di cui parli tu, l'Italia l'aveva perduta andando a farsi serva dei miti hitleriani della razza e scrivendo pagine di vergognoso disonore militare e umano, come la pugnalata alle spalle della Francia già sconfitta, per "gettare sul piatto della pace qualche migliaio di morti..." (parole del duce), con le stragi di civili in Jugoslavia...
tu mi vorresti insegnare l'amor di Patria, il rispetto per i miei nonni, genitori ?
beh, grazie...
io so che non mi basterebbero cento vite per peragonarmi a loro, ma sono anche sicuro che quello che mi chiedono è di non lasciare mai che il senso di giustizia e dignità con cui hanno vissuto e per cui materialmente hanno rischiato e dato la vita, sia dimenticato e annegato nella maldestra e meschina caciara che vuole tutti uguali, quelli che combattevano per riprendere terre italiane all'ingordigia nazista e quelli che accompagnavano vecchi, donne e bambini ai treni piombati senza ritorno;
grazie ancora per la lezione di rispetto e amor di Patria, ma quella della Bell'abissina, della pugnalata alle spalle alla Francia, dello spezzeremo le reni alla Grecia, delle leggi razziali e della risiera di S.Sabba non è la mia patria, anche se ne ho ugualmente vergogna;
ma forse è la tua...