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**Lucio Musto**

Viandante Ad Honorem

non più ormai... mi sta venendo la dislessia da vecchiaia...

chi posta dopo di me non ha problemi di vecchiaia!

**moony**

Viandante Storico

Decisamente no!

Chi posta dopo di me è molto furbo ed intuitivo :)

**Lucio Musto**

Viandante Ad Honorem

temo né l'uno né l'altro. Forse prudente e di esperienza.

Chi posta dopo di me si sente impulsivo e passionale.

**moony**

Viandante Storico

Molto, farei meglio a frenare ogni tanto

Chi posta dopo di me si sta annoiando?

**LieveMente**

Viandante Storico

No, peccato, la noia è fonte di ispirazione.

Chi posta dopo di me ha pensieri che lo turbano

**Lucio Musto**

Viandante Ad Honorem

Purtroppo si. Ma lottare ccontro i turbamenti rafforza lo spirito.

Chi posta dopo di me ha lasciato mezza testa dell'Avatar a casa... Sorriso Scemo

**LieveMente**

Viandante Storico

Ah quella...meglio perderla che trovarla CHI POSTA DOPO DI ME??? - Pagina 9 73990920

Chi posta dopo di me è molto ottimista( io penso che i turbamenti fiacchino lo spirito)

**Lucio Musto**

Viandante Ad Honorem

non esattamente... ma ho parecchia tigna.

chi posta dopo di me è persona solare

**LieveMente**

Viandante Storico

Certo sì, ma troppo condizionabile. (Cos'è la tigna?)

Chi posta dopo di me sa che è inutile fare programmi

**Lucio Musto**

Viandante Ad Honorem

Io sono nato programmatore, nel senso che sono nato (all'età adulta) insieme ai calcolatori con programmi registrabili in una memoria interna.
e so da sempre che non esiste programma perfetto, che non esiste programmatore infallibile, e che certamente prima o poi la "grenza" uscirà fuori...

["Tigna" può essere tradotto, più o meno come "caparbietà oltre il ragionevole"]

ci posta dopo di me vive una vita "valzer"

(come omaggio a te, ma anche perché me ne è venuta voglia, vado a pubblicare in "Echi.., le nostre opere"
un ricordo di vita vissuta, a proposito di programmi proprio birichini. si chiama "Un cappuccino malupino")

**LieveMente**

Viandante Storico

Una vita danzante...sempre CHI POSTA DOPO DI ME??? - Pagina 9 73990920

!

Chi posta dopo di me ama passeggiare al tramonto

(grazie x la spiegazione e x l'omaggio...poi arrivo a leggere)

**ThanksGod**

Viandante Storico

Sì, molto

Chi posta dopo di me sta ascoltando qualcuno cantare

**Lucio Musto**

Viandante Ad Honorem

veramente è solo l'acciottolio di mia moglie che rigoverna...
ma la cena è andata bene, i ragazzi hanno mangiato buoni buoni,
ed anche il malatino ha gradito... si, credo che sia una canzone

Chi posta dopo di me ama "i quadri"

**LieveMente**

Viandante Storico

Quadri virgolettato lascia il posto a molte interpretazioni.
Se parliamo di pittura... ci sono dei quadri che mi incantano...

Chi posta dopo di me ha una sorta di odio/amore per le esagerazioni

**Lucio Musto**

Viandante Ad Honorem

Si, mi piacciono i paradossi...

chi posta dopo di me oltre che di pittura si appassiona anche
di quadri senza virgolette, cioè immaagini, situazioni, atmosfere, immagini....

**moony**

Viandante Storico

Si, ogni cosa può suscitare emozione, per cui si

Chi posta dopo di me odia chi si nasconde per tendere agguati

**diananadia**

Viandante Affezionato

Vero, perdono solo le mie gatte quando me li fanno per gioco

chi posta dopo di me non capisce perchè ogni tanto non arrivino le notifiche dalla valle scratch

(pensavo non aveste scritto nulla da ieri sera Mad2

)

**Pazza_di_Acerra**

Viandante Ad Honorem

Visto chi la gestisce, capisco benissimo... Sorriso Scemo

Chi posta dopo di me è testardo

**diananadia**

Viandante Affezionato

non sempre, ma quando mi impunto son peggio di un mulo

chi posta dopo di me adoooora il profumo dei tigli in fiore

**Lucio Musto**

Viandante Ad Honorem

diananadia ha scritto:non sempre, ma quando mi impunto son peggio di un mulo

chi posta dopo di me adoooora il profumo dei tigli in fiore

Il profumo di via Marconi..

.
Cronache di quando il byte già esisteva
ma non sapeva ancora di chiamarsi così.

Lo chiama Pina, la moglie del mio amico Giovanni, ed in questa sola parola ci mette una vita.

Perché a Via Marconi c’era il mio ufficio, nel futuristico edificio di cristallo e vetro che era il nostro Centro Elettronico, vera meraviglia architettonica dei nostri anni e personale orgoglio mio, di Giovanni e di tanta altri giovani di belle speranze e grandi sogni, spinti da un lavoro amato verso immancabili splendidi orizzonti poco lontani.

Perché noi eravamo i pionieri della “programmazione elettronica”, i padri del futuro, perché eravamo giovani ed innamorati, ricchi di soldi e di obiettivi belli… ma soprattutto eravamo unici!... Quello strano mestiere che andavamo esercitando ed imparando insieme era un mestiere nuovo di zecca, e nessuno poteva insegnarcelo, ché la “scienza della pagina precedente” non c’era ancora, e quel libro vergine lo stavamo scrivendo noi!

Ed io mi sentivo gasco di tagliamare dell’immane vascello della mia azienda, il primo a fendere le onde di un oceano sconosciuto di progresso e benessere.

Tutto era bello intorno a noi e tutto sottolineato dal profumo dei tigli che giovani come noi, ma già rigogliosi, guarnivano in fila ininterrotta i marciapiedi del nostro viale.

Via Marconi. Forse trecento metri di strada solenne e silenziosa, profumata ed ombrosa, tutta nostra, ché gli altri prestigiosi complessi previsti erano già progettati, ma non ancora realizzati.
La Facoltà di Fisica, e i nuovi edifici della RAI con l’auditorium e gli studi.

Fiorivano a lungo quelle piante amiche, quando in fine del mese di maggio le giornate ormai calde sono lunghe e innumerevoli pronubi riempiono l’aria di leggeri ronzii.
Discordi fra loro ma tutti assieme a formare la dolce sinfonia della vita.

Ed era piacevole passeggiare coi colleghi, in atteggiamento peripatetico affrontando i problemi del lavoro, cercando soluzioni brillanti o fantasiose, inventando e mettendo a punto nuove regole, nuove astuzie, pezzetti di futuro.
I mattoni che avrebbero fondato l’informatica di oggi.

Ed i pronubi dei fiori, forse propiziavano idee anche nelle nostre menti ebbre di giovinezza e di quel sentore forte di nettare dolce e sensuale.

Tanti tigli tutti assieme non li ho mai più visti, né mai ho aspirato così tanto profumo, e m’è rimasto dentro, sì che ora ancora lo riconosco immediatamente.

Quei tigli, hanno cadenzato il ritmo di vent’anni della mia vita, forse i più belli, certo i più proficui.
Che vent’anni non sono stati, ma almeno il doppio.
Certo perché vissuti intensamente, ma anche perché sempre scanditi due volte.

Mi spiego.
I Tigli, certo lo sapete, sono per loro natura assai disciplinati ed amano far le cose tutt’assieme e tutti insieme.

E ad ogni primavera, percorrendo Via Marconi assorto in un qualche mio pensieri, mi capitava di notare, di colpo e con stupore i rami scuri, fino ad ieri stecchiti, coperti di infinite minuscole gemme verdi, del verde squillante che solo l’esultanza della rinascita può dare.
Un’esplosione contemporanea e generalizzata. Per ogni rametto, per ogni singolo stecco, innumerevoli getti minuscoli perfettamente uguali fra loro e perfettamente uguali a tutti gli altri di tutti gli altri alberi del bel viale.

«Toh!... E’ nuovamente primavera!...»
L’impulso di gioia saliva istintivo nell’animo, ma subito moderato dalla razionalità della parte malinconica della mente:
«Già!... è passato un altro anno!...»

Ma più oltre, dopo lo splendore e il profumo, dopo il grato riparo dall’ardere del sole d’estate, dopo il tappeto crocchiante di piccole bacche cadute viene il giorno, o meglio l’uggiosa mattina in cui di colpo scopri in quelle foglie grandi, a forma di cuore fremente, un margine sottile di rosso e d’oro.

Tutte insieme le foglie hanno i nuovi colori, ogni albero ha il suo nuovo vestito, identico a quello degli altri.

«E’ tornato l’autunno!... ed ancora un altro anno è passato!...».

Ecco com’è che i tigli di via Marconi ci hanno marcato la vita due volte!

Lucio Musto 3 giugno 2008 parole 635
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**diananadia**

Viandante Affezionato

grazie...

un unico grande tiglio l'avevo davanti al terrazzo della mia camera fino ad un anno fa. Messo a dimora quand'era un alberello modesto, nei 23 anni di reciproca compagnia, era diventato maestoso...i suoi rami fin quasi dentro la stanza sono tra le cose che ora più mi mancano...ogni ventata di profumo che ora m'arriva, mi riporta là