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Dio è visibile ?

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1
hakimsanai43
hakimsanai43
Viandante Storico
Viandante Storico
inchino
Dio è visibile?
Certamente sì.
E chi lo dice?
Lo dice Lui stesso nel Santo Corano:"Ovunque tu volgi lo sguardo,vedrai il volto di Allah." (Cor,2,11)

Ma allora è impossibile autodefinirsi atei?
Certamente sì perchè,se chiudi gli occhi per non vedere Allah,devi sapere che Allah è luce e anche buio.

Allahu'Akbar !

inchino

2
Jeggi
Jeggi
Viandante Residente
Viandante Residente
Dio è visibile ? 389421934
Nah, dio (è voluto i minuscolo) è storia passata, he's too mainstream.
Per me capire la sua inesistenza però non è chiudere gli occhi, ma aprirli.

3
hakimsanai43
hakimsanai43
Viandante Storico
Viandante Storico
Dio è visibile ? 73990920
Non hai capito.
Ripeto: se hai gli occhi aperti vedi Allah,l'unico vero Dio.
Se chiudi gli occhi vedi Allah,l'unico vro Dio.

Allahu'Akbar !

Ancora no?

inchino

4
Candido
Candido
Viandante Storico
Viandante Storico
Quanto male alla fine hanno fatto le religioni agli uomini...Oggi soprattutto perché impediscono la libera ricerca dell'Assoluto, in quanto si tende ad associare all'istante l'idea di Dio con quella di religione. Che per assai validi motivi si tende a rifiutare.
Allah al bar (è dappertutto, quindi anche lì)

5
consolida
consolida
Viandante Residente
Viandante Residente
....D.I.O.....nn c'è punto e basta.

6
hakimsanai43
hakimsanai43
Viandante Storico
Viandante Storico
consolida ha scritto:....D.I.O.....nn c'è punto e basta.
fischio
Se non c'è come ha fatto a scrivere il Corano?
Se non c'è ,come fai tu a vdere ovunque il suo volto?

Vedi come l'Islam non è catechismo cattolico ma tutt'altro?

Bismi'llahi ar Rahman ar Rahim !

sadness

7
consolida
consolida
Viandante Residente
Viandante Residente
hakimsanai43 ha scritto:
consolida ha scritto:....D.I.O.....nn c'è punto e basta.
fischio
Se non c'è come ha fatto a scrivere il Corano?
Se non c'è ,come fai tu a vdere ovunque il suo volto?

Vedi come l'Islam non è catechismo cattolico ma tutt'altro?

Bismi'llahi ar Rahman ar Rahim !

sadness

....e tu come fai a dire che c'è, che ha scritto il corano....,e come fai a dire che il volto che vedi ovunque è quello di D.I.O...tu ti basi su cose scritte da altri....C'eri tu....,eri presente quando il tuo D.I.O....ha scritto questo corano....,come fai a dire che tu hai ragione e io no....come fai....

8
Candido
Candido
Viandante Storico
Viandante Storico
Dio è visibile ? Vignette-b_22

9
consolida
consolida
Viandante Residente
Viandante Residente
Candido ha scritto:Dio è visibile ? Vignette-b_22




....I LIKE..... YES ..... YES .... YES

10
Pier Silverio
Pier Silverio
Viandante Residente
Viandante Residente
Candido ha scritto:Quanto male alla fine hanno fatto le religioni agli uomini...Oggi soprattutto perché impediscono la libera ricerca dell'Assoluto, in quanto si tende ad associare all'istante l'idea di Dio con quella di religione. Che per assai validi motivi si tende a rifiutare.
Allah al bar (è dappertutto, quindi anche lì)
Assolutamente innegabile.
Ma quanto bene hanno fatto le religioni agli uomini? Mi sembra palese che anche da questo lato della medaglia non se la cavino poi così male. Ad ogni modo non voglio assolutamente fare discorsi del tipo "le religioni hanno fatto più male che bene (o viceversa)": intendo solo invitare alla continua relativizzazione YES

Jeggi ha scritto:Dio è visibile ? 389421934
Nah, dio (è voluto i minuscolo) è storia passata, he's too mainstream.
Per me capire la sua inesistenza però non è chiudere gli occhi, ma aprirli.

Mi ha fatto proprio sorridere, si potrebbe fare una maglietta "God?… too mainstream!" SGHIGNAZZARE
D'altra parte ci ho pensato un momento e mi viene però un'altra riflessione:
"Atheism?…too mainstream!"
ove all'ateismo possiamo sostituire probabilmente anche l'agnosticismo.
Dico questo perché negli ultimi anni ho visto un rilevante aumento e diffusione non solo tra i ceti culturalmente elevati e medio-elevati (passatemi l'espressione, è per capirci)* ma anche tra quelli più bassi di un imperante ateismo/agnosticismo, decisamente sufficientemente convinto, granitico, contrito da potersi definire dogmatico.
Ho però anche notato che qualcuno tra quelli del "ceto culturalmente più elevato" sta riscoprendo una spiritualità di stampo più religioso. E' fin troppo facile ipotizzare quali siano i rischi di una società di stampo marcatamente ateo, in termini di perdita di sentimento, umanità, reciprocità. E la posizione dell'agnostico, spesso, è solo una etichetta utile a proteggere coloro che si vergognano di ammettere un sostanziale ateismo, ovvero una schermo per deflettere discorsi analoghi a questo che sto facendo, o più forti ancora. Questo senza nulla togliere al vero agnosticismo, che però ritengo essere davvero di pochi, solo di una minima parte di coloro che si professano agnostici - e infatti anche io, in defintiva, mi colloco, anche se di sbieco, in questa classe (o così credo…).

Se le religioni hanno certamente provocato tanto male nel mondo, ciò nondimeno mi sembra opportuno non incorrere nel rischio opposto: il rischio una radicalizzazione dogmatica in favore non più dei "religiosi", come negli ultimi secoli, ma dei "non-religiosi". E questo è ai miei occhi già in atto: in qualsiasi classe liceale o universitaria (E quindi sicuramente anche in moltissimi altri luoghi e situazioni, collaborative o agonistiche, di potere o meno) è fin troppo facile trovare ragazzi ben felici di manifestare apertamente, con una convinzione del tutto veemente, le proprie posizione ateo-agnostiche; d'altra parte è assai più difficoltoso rintracciare un ragazzo che abbia il coraggio - perché ormai di questo si tratta - di definirsi credente (giusto per chiarire: neanche i ragazzi, pochi, che seguono l'ora di religione ammettono , o sono disposti ad ammattere, di essere credenti). Questo per dire che oggi, secondo me, è assai più facile mantenersi su posizioni ateo-agnostiche che su posizioni "di fede". E intendo "facile" in due modi: dal punto di vista sociale, e dal punto di vista della "fede" appunto. Mi spiego: da un lato il costume ormai impone di avere posizioni non-religiose, in nome di una qualche pretesa - o auspicata - "scientificizzazione sociale", vista come la retta via di sviluppo, che supera e sorpassa le retrive ed arcaiche idee religiose; dall'altro, oggi è decisamente più facile "convincere" qualcuno della non-esistenza di Dio, piuttosto che della sua esistenza. Ovviamente la logica, o ragione, chiamamola come vogliamo, imporrebbe che l'a-teismo e il teismo abbiano eguale valore, basandosi in defintiva su convinzioni del tutto soggettive. Ciò nonostante, affermare la propria religiosità equivale praticamente a farsi carico consenzientemente dell'appellativo di bigotto.
D'altra parte tempo fa vidi, non ricordo neanche più dove, alcune vignette e filmatini il cui succo era «Nessuna persona che possa ritenersi dotato di un qualche intelletto può scegliere una posizione diversa dall'agnosticismo». Questo ovviamente critica sia ateismo che teismo. Di fatto, però, finisce per costituire una forma di dogmatismo in tutto analoga alle posizioni più radicali che invece si propone di criticare.

In conclusione, tutto quello che è scritto è solo un per far riflettere sulla pericolosità del dogmatismo, fenomeno che oggi è decisamente più riscontrabile, a mio avviso, nelle posizioni "non-religiose", piuttosto che in quelle religiose (parlo locamente, a livello di mondo occidentale). E ciò nondimeno, non voglio adombrare le colpe e le idee retrive di una certa religiosità, o per meglio dire di una certa componente istituzionale, ufficiale, della religione (di tutte, non solo cristiana - e tutte vuol dire anche di quelle orientali, che spesso dagli occidentali sono invece viste come qualcosa di più dignitoso di cristianesimo e islamismo solo perché avvolte da un'aura per così dire "esotica").
Insomma, l'ondata ateistico-agnostica del Terzo Millennio mi sembra che stia rischiando (anche se a questo punto potrei evitare di un'sare un verbo eventualistico come "rischiare") di intaccare, erodere, anche l'ultima parte di spiritualità che ancora gli uomini mantenevano e trasmettevano ai propri figli. E la spiritualità (che non è la religiosità), io penso, è l'unica cosa che davvero permetta all'uomo di essere felice.

*Nota: ovviamente "ceto culturale" è un'espressione quanto mai vaga, che rischia di farmi passare per discriminatore, classista, se non anche marxista. Specifico quindi che ho scelto questi termini solo perché ora come ora non me ne vengono di migliori, ovvero altrettanto "potenti semanticamente".

11
consolida
consolida
Viandante Residente
Viandante Residente
Pier Silverio ha scritto:
Candido ha scritto:Quanto male alla fine hanno fatto le religioni agli uomini...Oggi soprattutto perché impediscono la libera ricerca dell'Assoluto, in quanto si tende ad associare all'istante l'idea di Dio con quella di religione. Che per assai validi motivi si tende a rifiutare.
Allah al bar (è dappertutto, quindi anche lì)
Assolutamente innegabile.
Ma quanto bene hanno fatto le religioni agli uomini? Mi sembra palese che anche da questo lato della medaglia non se la cavino poi così male. Ad ogni modo non voglio assolutamente fare discorsi del tipo "le religioni hanno fatto più male che bene (o viceversa)": intendo solo invitare alla continua relativizzazione YES

Jeggi ha scritto:Dio è visibile ? 389421934
Nah, dio (è voluto i minuscolo) è storia passata, he's too mainstream.
Per me capire la sua inesistenza però non è chiudere gli occhi, ma aprirli.

Mi ha fatto proprio sorridere, si potrebbe fare una maglietta "God?… too mainstream!" SGHIGNAZZARE
D'altra parte ci ho pensato un momento e mi viene però un'altra riflessione:
"Atheism?…too mainstream!"
ove all'ateismo possiamo sostituire probabilmente anche l'agnosticismo.
Dico questo perché negli ultimi anni ho visto un rilevante aumento e diffusione non solo tra i ceti culturalmente elevati e medio-elevati (passatemi l'espressione, è per capirci)* ma anche tra quelli più bassi di un imperante ateismo/agnosticismo, decisamente sufficientemente convinto, granitico, contrito da potersi definire dogmatico.
Ho però anche notato che qualcuno tra quelli del "ceto culturalmente più elevato" sta riscoprendo una spiritualità di stampo più religioso. E' fin troppo facile ipotizzare quali siano i rischi di una società di stampo marcatamente ateo, in termini di perdita di sentimento, umanità, reciprocità. E la posizione dell'agnostico, spesso, è solo una etichetta utile a proteggere coloro che si vergognano di ammettere un sostanziale ateismo, ovvero una schermo per deflettere discorsi analoghi a questo che sto facendo, o più forti ancora. Questo senza nulla togliere al vero agnosticismo, che però ritengo essere davvero di pochi, solo di una minima parte di coloro che si professano agnostici - e infatti anche io, in defintiva, mi colloco, anche se di sbieco, in questa classe (o così credo…).

Se le religioni hanno certamente provocato tanto male nel mondo, ciò nondimeno mi sembra opportuno non incorrere nel rischio opposto: il rischio una radicalizzazione dogmatica in favore non più dei "religiosi", come negli ultimi secoli, ma dei "non-religiosi". E questo è ai miei occhi già in atto: in qualsiasi classe liceale o universitaria (E quindi sicuramente anche in moltissimi altri luoghi e situazioni, collaborative o agonistiche, di potere o meno) è fin troppo facile trovare ragazzi ben felici di manifestare apertamente, con una convinzione del tutto veemente, le proprie posizione ateo-agnostiche; d'altra parte è assai più difficoltoso rintracciare un ragazzo che abbia il coraggio - perché ormai di questo si tratta - di definirsi credente (giusto per chiarire: neanche i ragazzi, pochi, che seguono l'ora di religione ammettono , o sono disposti ad ammattere, di essere credenti). Questo per dire che oggi, secondo me, è assai più facile mantenersi su posizioni ateo-agnostiche che su posizioni "di fede". E intendo "facile" in due modi: dal punto di vista sociale, e dal punto di vista della "fede" appunto. Mi spiego: da un lato il costume ormai impone di avere posizioni non-religiose, in nome di una qualche pretesa - o auspicata - "scientificizzazione sociale", vista come la retta via di sviluppo, che supera e sorpassa le retrive ed arcaiche idee religiose; dall'altro, oggi è decisamente più facile "convincere" qualcuno della non-esistenza di Dio, piuttosto che della sua esistenza. Ovviamente la logica, o ragione, chiamamola come vogliamo, imporrebbe che l'a-teismo e il teismo abbiano eguale valore, basandosi in defintiva su convinzioni del tutto soggettive. Ciò nonostante, affermare la propria religiosità equivale praticamente a farsi carico consenzientemente dell'appellativo di bigotto.
D'altra parte tempo fa vidi, non ricordo neanche più dove, alcune vignette e filmatini il cui succo era «Nessuna persona che possa ritenersi dotato di un qualche intelletto può scegliere una posizione diversa dall'agnosticismo». Questo ovviamente critica sia ateismo che teismo. Di fatto, però, finisce per costituire una forma di dogmatismo in tutto analoga alle posizioni più radicali che invece si propone di criticare.

In conclusione, tutto quello che è scritto è solo un per far riflettere sulla pericolosità del dogmatismo, fenomeno che oggi è decisamente più riscontrabile, a mio avviso, nelle posizioni "non-religiose", piuttosto che in quelle religiose (parlo locamente, a livello di mondo occidentale). E ciò nondimeno, non voglio adombrare le colpe e le idee retrive di una certa religiosità, o per meglio dire di una certa componente istituzionale, ufficiale, della religione (di tutte, non solo cristiana - e tutte vuol dire anche di quelle orientali, che spesso dagli occidentali sono invece viste come qualcosa di più dignitoso di cristianesimo e islamismo solo perché avvolte da un'aura per così dire "esotica").
Insomma, l'ondata ateistico-agnostica del Terzo Millennio mi sembra che stia rischiando (anche se a questo punto potrei evitare di un'sare un verbo eventualistico come "rischiare") di intaccare, erodere, anche l'ultima parte di spiritualità che ancora gli uomini mantenevano e trasmettevano ai propri figli. E la spiritualità (che non è la religiosità), io penso, è l'unica cosa che davvero permetta all'uomo di essere felice.

*Nota: ovviamente "ceto culturale" è un'espressione quanto mai vaga, che rischia di farmi passare per discriminatore, classista, se non anche marxista. Specifico quindi che ho scelto questi termini solo perché ora come ora non me ne vengono di migliori, ovvero altrettanto "potenti semanticamente".

.....vedi se fosse vero che D.I.O esiste avrebbe dovuto munirti del dono della sintesi.....,che come si può notare nn ne sei provvisto...il tuo scritto interessante,forse ma troppo lungo e troppo articolato per i miei gusti, io nn discuto il tuo credo.....,se tu sei convinto che sia reale te lo lascio credere...,io al contrario credo nn esista nessuno D.I.O....per quanto discutibile e fastidioso è il mio personalissimo pensiero.... YES

12
Candido
Candido
Viandante Storico
Viandante Storico
Condivido in buona parte quanto afferma Pier Silverio, non vorrei dare l'impressione di dare opinioni tagliate con l'accetta. Naturalmente alla base del discorso c'è la tendenza dell'uomo a chiedersi i motivi della sua esistenza, origine di un cammino che porta dalle divinità individuate nella natura agli attuali culti religiosi, dove però di solito assistiamo ad un progressivo affermarsi di strutture di potere interessate più al loro perpetuarsi che all'affinamento spirituale delle persone.
Non di rado, nell'ambito delle religioni costituite, esistono alcuni settori di base che operano in modo apprezzabile, per fare un piccolo esempio molti anni fa ebbi modo di conoscere dei ragazzi impegnati come volontari in un'opera di aiuto agli stranieri immigrati e senza mezzi di sussistenza. Facevano parte della Comunità di sant'Egidio. Giovani veramente dediti al prossimo, come pochi altri. Purtroppo ritengo che il potere ecclesiastico se ne serva come fiore all'occhiello, ma qui di certo incorro nelle ire di xmanx... rolleyss

13
Pier Silverio
Pier Silverio
Viandante Residente
Viandante Residente
consolida ha scritto:
Pier Silverio ha scritto:[…]

.....vedi se fosse vero che D.I.O esiste avrebbe dovuto munirti del dono della sintesi.....,che come si può notare nn ne sei provvisto...il tuo scritto interessante,forse ma troppo lungo e troppo articolato per i miei gusti, io nn discuto il tuo credo.....,se tu sei convinto che sia reale te lo lascio credere...,io al contrario credo nn esista nessuno D.I.O....per quanto discutibile e fastidioso è il mio personalissimo pensiero.... YES
Mi sembra di capire che ti non abbia voluto leggere ciò che ho scritto. Oppure non hai compreso. Oppure hai saltato proprio la riga in cui l'ho scritto Sorriso Scemo non affermo assolutamente di essere credente, fedele, cattolico, cristiano o religioso. Mi sono definito agnostico di sbieco, perché tendo ad avere una certa religiosità (che comunque è personalissima), ma in definitiva sono ancora più agnostico che religioso YES
Quindi per risponderti tenstualmente: io non sono convisto che sia reale, quindi non devi - né puoi - lasciarmelo credere. Quindi decade anche il connettivo che hai usato "al contrario". Il tuo pensiero non mi infastidisce in quanto tale, mi infastidisce solo SE si prpopone come dogmatico. Ora, io non ti conosco e non sono in grado di dedurre niente da ciò che hai scritto, quindi ovviamente il tuo pensiero non mi infastidisce affatto
abbraccio

Mi accordo solo ora che tutto il mio discorso è in perfetto accordo con la massima di Nietzche in alto nel forum: «Le convinzioni, più delle menzogne, sono nemiche pericolose della verità.»
Anche se "verità" è decisamente una parola troppo forte, che prosupporrebbe, di nuovo, qualche forma di dogma.

14
NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Candido ha scritto: qui di certo incorro nelle ire di xmanx... rolleyss

ma dio ti perdonerà Sorriso Scemo

15
Finalitario
Finalitario
Viandante Residente
Viandante Residente
Una cosa mi stupisce, il fatto di legare due termini così distanti tra loro
Religione e Spiritualità
Tutto questo fa capire che spesso si parla, senza comprendere a fondo di cosa si stia parlando
Religione può essere (anche) spiritualità, ma non esclusivamente.
la spiritualità è prerogativa affidata al singolo, che esso stia in mezzo alle religioni o da esse separato. La spiritualità è un rapporto diretto che non potrà mai essere "controllata"

16
Aleister
Aleister
Viandante Storico
Viandante Storico
Sentendomi chiamato in causa azzardo una risposta ai mortali questuanti e questionanti, evidentemente falsa in quanto costretta all'uscita dall'obl-io, alla discesa nelle determinazioni create che non mi appartengono, ma il falso è vero per i falsi.
Sulla questione della mia visibilità mi avvalgo dell'interessante dialettica giovannea nel cui vangelo si afferma da un lato la nozione di Dio come Spirito, che non si adora nè nei templi, nè sui monti, ovvero, in sostanza, che non sta in immagini e rappresentazioni e dunque non si può neppure vedere o comunque esperire attraverso mediazioni.

Per un verso dunque la mia visione si configura in modo apparentemente paradossale poichè essa è impossibile, nel senso che nessuna visione determinata può essere presa come visione esclusiva di Dio (mia): ciò renderebbe infatti Dio un oggetto finito ovvero un idolo, concezione alla quale Giovanni recisamente obietta che "nessuno ha mai visto Dio".
Per un altro verso però, gli stessi versetti giovannei, con l'incarnazione del Logos e con l'affermazione di Gesù: "Chi vede me, vede il Padre" fanno comprendere che la visione di Dio è possibile in ogni istante poichè si può vedere, conoscere, ri-conoscere Dio nel prossimo, anzi in ogni creatura. Le due cose sembrano contraddittorie ma in realtà non lo sono.

La contraddizione si risolve infatti appena si sposti l'accento dall'oggetto della visione al soggetto che vede: la visione di Dio non è la visione dell'oggetto Dio, ma il modo di vedere di Dio che l'uomo fa proprio. "L'occhio nel quale io vedo Dio è lo stesso occhio in cui Dio mi vede: l'occhio mio e l'occhio di Dio non sono che un solo occhio, una sola visione una sola conoscenza, un solo amore" (M. Eckhart). Vedere, conoscere ed amare sono qui strettamente legati, anzi fanno un medesimo atto. E' l'atto specifico del distacco, il guardare le cose con l'occhio stesso di Dio in quanto è sguardo colmo di tenerezza per il loro essere che è visto sub specie aeternitatis, e in questo senso è la visione di Dio. E qui il genitivo è soggettivo e oggettivo insieme: soggettivo perchè è, appunto, il guardare il mondo al modo di Dio, ma anche oggettivo perchè ogni creatura è piena di Dio, e nella creatura si mostra visibilmente il Dio invisibile...

17
Finalitario
Finalitario
Viandante Residente
Viandante Residente
Aleister ha scritto:Sentendomi chiamato in causa azzardo una risposta ai mortali questuanti e questionanti, evidentemente falsa in quanto costretta all'uscita dall'obl-io, alla discesa nelle determinazioni create che non mi appartengono, ma il falso è vero per i falsi.
Sulla questione della mia visibilità mi avvalgo dell'interessante dialettica giovannea nel cui vangelo si afferma da un lato la nozione di Dio come Spirito, che non si adora nè nei templi, nè sui monti, ovvero, in sostanza, che non sta in immagini e rappresentazioni e dunque non si può neppure vedere o comunque esperire attraverso mediazioni.

Per un verso dunque la mia visione si configura in modo apparentemente paradossale poichè essa è impossibile, nel senso che nessuna visione determinata può essere presa come visione esclusiva di Dio (mia): ciò renderebbe infatti Dio un oggetto finito ovvero un idolo, concezione alla quale Giovanni recisamente obietta che "nessuno ha mai visto Dio".
Per un altro verso però, gli stessi versetti giovannei, con l'incarnazione del Logos e con l'affermazione di Gesù: "Chi vede me, vede il Padre" fanno comprendere che la visione di Dio è possibile in ogni istante poichè si può vedere, conoscere, ri-conoscere Dio nel prossimo, anzi in ogni creatura. Le due cose sembrano contraddittorie ma in realtà non lo sono.

La contraddizione si risolve infatti appena si sposti l'accento dall'oggetto della visione al soggetto che vede: la visione di Dio non è la visione dell'oggetto Dio, ma il modo di vedere di Dio che l'uomo fa proprio. "L'occhio nel quale io vedo Dio è lo stesso occhio in cui Dio mi vede: l'occhio mio e l'occhio di Dio non sono che un solo occhio, una sola visione una sola conoscenza, un solo amore" (M. Eckhart). Vedere, conoscere ed amare sono qui strettamente legati, anzi fanno un medesimo atto. E' l'atto specifico del distacco, il guardare le cose con l'occhio stesso di Dio in quanto è sguardo colmo di tenerezza per il loro essere che è visto sub specie aeternitatis, e in questo senso è la visione di Dio. E qui il genitivo è soggettivo e oggettivo insieme: soggettivo perchè è, appunto, il guardare il mondo al modo di Dio, ma anche oggettivo perchè ogni creatura è piena di Dio, e nella creatura si mostra visibilmente il Dio invisibile...

Non potrei mai dire o fare meglio e per natura sono sintetico, però mi accontento di riuscire a spiegare un concetto difficile con due termini comprensibili, anzi uno...fare (o provare a fare) la Volontà di Dio.
Questo è tutto quanto potremmo mai riuscire a fare, qui o altrove.

18
Pier Silverio
Pier Silverio
Viandante Residente
Viandante Residente
consolida ha scritto:
Pier Silverio ha scritto:[…]
.....vedi se fosse vero che D.I.O esiste avrebbe dovuto munirti del dono della sintesi.....,che come si può notare nn ne sei provvisto...il tuo scritto interessante,forse ma troppo lungo e troppo articolato per i miei gusti, io nn discuto il tuo credo.....,se tu sei convinto che sia reale te lo lascio credere...,io al contrario credo nn esista nessuno D.I.O....per quanto discutibile e fastidioso è il mio personalissimo pensiero.... YES
Ah poi mi ero scordato di dire una cosa.
Se voglio posso essere estremamente sintetico. Ma qui, nella Valle dell'Eco, NON VOGLIO.
Partecipo e seguo questo forum solo perché ambisco a un luogo di discussione un minimo approfondita, pensata. E se dovessei parlare di concetto un minimo profondo in maniera sintetica è evidente che dovrei affidarmi ad espressioni sostanzialmente vaghe, e in un certo senso poetiche.
Quindi no: non sono né voglio essere sintetico, in questa sede.
Se concetto troppi lunghi ti impauriscono puoi saltare i miei messaggi troppo lunghi. Ma non voglio criticarti: magari hai solo avuto una lunga giornata e preferiresti messaggi più sintetici, e non sono non ci vedrei niente di male, ma anzi condividerei il tuo desiderio :
Finalitario ha scritto:litario"]Una cosa mi stupisce, il fatto di legare due termini così distanti tra loro
Religione e Spiritualità
Tutto questo fa capire che spesso si parla, senza comprendere a fondo di cosa si stia parlando
Religione può essere (anche) spiritualità, ma non esclusivamente.
la spiritualità è prerogativa affidata al singolo, che esso stia in mezzo alle religioni o da esse separato. La spiritualità è un rapporto diretto che non potrà mai essere "controllata"
Assolutamente d'accordo. Infatti affido massima importanza alla spiritualità, mentre la religiosità mi importa tanto quanto è necessario alla esigenze della mia spiritualità.

19
Finalitario
Finalitario
Viandante Residente
Viandante Residente
[quote="Pier Silverio"]
consolida ha scritto:
Pier Silverio ha scritto:[…]

Assolutamente d'accordo. Infatti affido massima importanza alla spiritualità, mentre la religiosità mi importa tanto quanto è necessario alla esigenze della mia spiritualità.


Ho dovuto specificare ad onor di chiarezza e d'altra parte non poteva che essere in questo modo. Spesso si parla di Religione e sono in molti quelli che collegano Dio a Religione o quest'ultima allo Spirito.
Dico di più, nella maggior parte dei casi, chi si professa o crede di essere Agnostico, risulta nella pratica e nella sostanza dei fatti, molto più religioso o spirituale di un normale credente tradizionalista. Il rapporto di Fede non è mai qualcosa di dogmatico e prefissato ma scorre parallelo a molte delle cose che si svolgonon in questo mondo. Ci si potrebbe ritrovare così spirituali da non credere veramente ai nostri occhi. Eppure, nulla è scontato, non dovremmo mai guardare in faccia (metaforicamente) e giudicare l'altro/a per quello che dice o per quello che si ritiene di essere. Se non conosciamo noi stessi, come faremmo a conoscere gli altri?

20
consolida
consolida
Viandante Residente
Viandante Residente
Pier Silverio ha scritto:
consolida ha scritto:
Pier Silverio ha scritto:[…]

.....vedi se fosse vero che D.I.O esiste avrebbe dovuto munirti del dono della sintesi.....,che come si può notare nn ne sei provvisto...il tuo scritto interessante,forse ma troppo lungo e troppo articolato per i miei gusti, io nn discuto il tuo credo.....,se tu sei convinto che sia reale te lo lascio credere...,io al contrario credo nn esista nessuno D.I.O....per quanto discutibile e fastidioso è il mio personalissimo pensiero.... YES
Mi sembra di capire che ti non abbia voluto leggere ciò che ho scritto. Oppure non hai compreso. Oppure hai saltato proprio la riga in cui l'ho scritto Sorriso Scemo non affermo assolutamente di essere credente, fedele, cattolico, cristiano o religioso. Mi sono definito agnostico di sbieco, perché tendo ad avere una certa religiosità (che comunque è personalissima), ma in definitiva sono ancora più agnostico che religioso YES
Quindi per risponderti tenstualmente: io non sono convisto che sia reale, quindi non devi - né puoi - lasciarmelo credere. Quindi decade anche il connettivo che hai usato "al contrario". Il tuo pensiero non mi infastidisce in quanto tale, mi infastidisce solo SE si prpopone come dogmatico. Ora, io non ti conosco e non sono in grado di dedurre niente da ciò che hai scritto, quindi ovviamente il tuo pensiero non mi infastidisce affatto
abbraccio

Mi accordo solo ora che tutto il mio discorso è in perfetto accordo con la massima di Nietzche in alto nel forum: «Le convinzioni, più delle menzogne, sono nemiche pericolose della verità.»
Anche se "verità" è decisamente una parola troppo forte, che prosupporrebbe, di nuovo, qualche forma di dogma.

...bho mi pareva di aver risposto a questo tuo, si vede che ho sbagliato qualcosa....e si è persa, comunque devo dire che si, nn ho letto con la giusta attenzione il tuo sopra, perchè troppo lungo e articolato per me, diciamo che l'ho letto a saltoni....e in modo superficiale.... excuse moi

21
Jeggi
Jeggi
Viandante Residente
Viandante Residente
Bah, a me tutte ste etichette danno solo prurito.

Ateo, agnostico, cristiano, pagano, buddhista, protestante...
Perché semplicemente non si può dire il proprio pensiero, evitando di catgorizzarlo?

Per e non esiste un'entità superiore all'uomo che lo segue con infinito amore.
Per me non c'è nulla al di là della morte, se non la morte stessa.

I "segni" dell'esistenza divina per me sono favolette, i testi sacri sono stati scritti dall'uomo per l'uomo.

Se poi alla mia morte scoprissi di essermi sbagliata non c'è problema, ma ci sono alcune cose delle quali discuterei con l'Illustrissimo, se mai davanti a un bel bicchiere di gin.

22
Pier Silverio
Pier Silverio
Viandante Residente
Viandante Residente
Jeggi ha scritto:Bah, a me tutte ste etichette danno solo prurito.

Ateo, agnostico, cristiano, pagano, buddhista, protestante...
Perché semplicemente non si può dire il proprio pensiero, evitando di catgorizzarlo?

Per e non esiste un'entità superiore all'uomo che lo segue con infinito amore.
Per me non c'è nulla al di là della morte, se non la morte stessa.

I "segni" dell'esistenza divina per me sono favolette, i testi sacri sono stati scritti dall'uomo per l'uomo.

Se poi alla mia morte scoprissi di essermi sbagliata non c'è problema, ma ci sono alcune cose delle quali discuterei con l'Illustrissimo, se mai davanti a un bel bicchiere di gin.
Beh, le etichette sono utili come sostantivi per determinare un oggetto del discorso, sono utili solo a discorrere, solo per farsi capire in sedi come questa. Poi è chiaro che ciascuno è più o meno collocabile o intersecabile con i vari appellativi, perché ciascuno ha una propria spiritualità (si spera). E per fortuna.

Riguardo ai segni, anche chi crede davvero, a un livello profondo (e quindi difficilmente in linea con la versione ufficiale di una religione) non si affida ai "segni", ma qualcosa che sentono dentro.
Per questo voglio pensare che l'autore del thread si riferisca a qualcosa di diverso dai "miracoli", di più olistico, o panistico, o panico, o sincretico/sincretistico. Non so neanche bene quali siano le distinzioni tra queste… etichette Sorriso Scemo

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Finalitario
Finalitario
Viandante Residente
Viandante Residente
Jeggi ha scritto:Bah, a me tutte ste etichette danno solo prurito.

Ateo, agnostico, cristiano, pagano, buddhista, protestante...
Perché semplicemente non si può dire il proprio pensiero, evitando di catgorizzarlo?

Per e non esiste un'entità superiore all'uomo che lo segue con infinito amore.
Per me non c'è nulla al di là della morte, se non la morte stessa.

I "segni" dell'esistenza divina per me sono favolette, i testi sacri sono stati scritti dall'uomo per l'uomo.

Se poi alla mia morte scoprissi di essermi sbagliata non c'è problema, ma ci sono alcune cose delle quali discuterei con l'Illustrissimo, se mai davanti a un bel bicchiere di gin.

Io non credo che qualcuno abbia da ridire se tu o altri non ammattono la presenza di Dio, si tratterebbe pur sempre di opinioni, le quali non interferiscono sulla sostanza dei fatti, eventualmente. Faccio un esempio: che io creda o non creda al sole, ciò non determina la sua scoparsa e se io fossi cieco sarebbe lo stesso...
Il problema (se mai si potesse parlare di problema) sarebbe un altro: il rimandare tutto al dopo morte potrebbe non essere la facile soluzione come sembrerebbe. E ritorno all'esempio di prima; convinto come sono della non esistenza del sole, mi potrebbe capitare (come Icaro) di avventurarmi in un viaggio in direzione del Sole stesso e giunto ad un punto di non ritorno, trovare lì la mia morte.
Questo per dire che non necessariamente alla morte, si chiarirà tutto, può essere che la vita stessa sia un periodo di prova, direttamente sottoposto al proseguimento ultraterreno. Cioè, potrebbe essere che chi crede o accetta questa realtà la debba vivere e chi invece la rifiuta strenuamente e va in altre direzioni non la debba vivere (come sarebbe logico pensare). E' come quando si fa un esame, esso serve per andare oltre, per proseguire quella strada, sarebbe assurdo inseguire la bocciatura ma pretendere di preseguire i successivi livelli. L'uno escluderebbe l'altro e viceversa.

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hakimsanai43
hakimsanai43
Viandante Storico
Viandante Storico
inchino
E allora ?
Dio è visibile o no?
E' visibile tutto intero o solamente il suo volto è visibile,come giustamente
dice Maometto?

Allah'Akbar !

inchino

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Jeggi
Jeggi
Viandante Residente
Viandante Residente
Finalitario ha scritto:
Io non credo che qualcuno abbia da ridire se tu o altri non ammattono la presenza di Dio, si tratterebbe pur sempre di opinioni, le quali non interferiscono sulla sostanza dei fatti, eventualmente. Faccio un esempio: che io creda o non creda al sole, ciò non determina la sua scoparsa e se io fossi cieco sarebbe lo stesso...
Il problema (se mai si potesse parlare di problema) sarebbe un altro: il rimandare tutto al dopo morte potrebbe non essere la facile soluzione come sembrerebbe. E ritorno all'esempio di prima; convinto come sono della non esistenza del sole, mi potrebbe capitare (come Icaro) di avventurarmi in un viaggio in direzione del Sole stesso e giunto ad un punto di non ritorno, trovare lì la mia morte.
Questo per dire che non necessariamente alla morte, si chiarirà tutto, può essere che la vita stessa sia un periodo di prova, direttamente sottoposto al proseguimento ultraterreno. Cioè, potrebbe essere che chi crede o accetta questa realtà la debba vivere e chi invece la rifiuta strenuamente e va in altre direzioni non la debba vivere (come sarebbe logico pensare). E' come quando si fa un esame, esso serve per andare oltre, per proseguire quella strada, sarebbe assurdo inseguire la bocciatura ma pretendere di preseguire i successivi livelli. L'uno escluderebbe l'altro e viceversa.


Non è esatto dire che rimando.
Lo ripeto, più chiaramente, per non lasciare dubbi: io non credo in nessun dio.
Per me non esistono angeli, demoni e simili. Nada de nada. È quello che mi dicono il cuore e la testa, per questo mi sento in diritto di esprimere la mia non-fede, perché sono coerente con me stessa.
Allo stesso tempo però non voglio eccedere con la sicurezza, quindi un margine di dubbio lo lascio a quelle che sono le mie convinzioni.


hakimsanai43 ha scritto:


Dio è visibile ? 60426
E allora ?
Dio è visibile o no?
E' visibile tutto intero o solamente il suo volto è visibile,come giustamente
dice Maometto?

Allah'Akbar !

Dio è visibile ? 60426

He doesn't exist Dio è visibile ? 2235717340

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