Il 19 aprile 2010 l'Avv. Eduardo Chiacchio , esperto di diritto sportivo, affermava: "Nel 2001 ci fu lo scandalo dei passaporti falsi, su tutti quello di Recoba. Da regolamento l'Inter doveva avere un punto di penalizzazione per ogni gara disputata con in campo il giocatore uruguaiano. Ferlaino mi chiese di attivarmi perché all'Inter di Moratti potevano essere comminati 23 punti di penalità e così a retrocedere era l'Inter e non il Napoli. Carraro, presidente della Lega di quegli anni, non se la sentì di rinviare a giudizio il club milanese. Era lui che doveva decidere visto che il campionato era terminato".
A Napoli non ci fu nessuna rivolta. Il Corriere dello Sport non tuonò in prima pagina che il campionato era falsato, come ha fatto all’indomani delle sanzioni decretate per la società partenopea da Palazzi riprendendo le parole di De Laurentiis. L’indignazione era tutta per la Juventus. Occorre infatti ricordare che il patteggiamento dei signori Oriali e Recoba avvenne il 25 maggio 2006, in pieno scandalo calciopoli, con le intercettazioni fatte col cuci e scuci che riguardavano la Triade su tutte le prime pagine, l’Espresso che pubblicava in tutta fretta libri basati su informazioni incomplete e parziali, la Gazzetta dello Sport che anticipava le sentenze sportive che avrebbero penalizzato la Juventus.
Gli stessi tifosi napoletani che zitti e buoni scivolarono nella serie cadetta attaccano adesso Pepe e Bonucci, che sono stati assolti, a loro giudizio perché in attività presso la stessa squadra tanto bene ammanicata politicamente che l’avvocato di Paolo Cannavaro si lagna non aver fatto tirare dentro anche Quagliarella. Vogliono giustizia, l’hanno scoperto adesso che quella della FIGC si vanta di essere una giustizia sommaria.
La lettura della motivazioni del TNAS della squalifica di Conte mette i brividi, non esigendo prove certe, ma hanno fatto orecchie da mercante, consapevoli che l’assenza dell’allenatore bianconero avrebbe potuto agevolare le sorti della loro squadra del cuore. Senza rendersi conto che la giustizia deve essere uguale per tutti e non è fatta per soddisfare le esigenze di parte. Senza considerare neanche per un secondo che la FIGC non dovrebbe fare leggi ad personam, come l’illecito strutturato, inserito ad hoc nel CGS per condannare la Juventus in assenza di illeciti conclamati. O come l’introduzione del patteggiamento e del pentimento per salvare le squadre che si erano macchiate di falso in bilancio, prime fra tutte entrambe le milanesi. Senza scandalizzarsi se la Federazione si arroga persino il diritto all’incompetenza.
Il Napoli nella persona del suo presidente e i napoletani tacquero quando l’affaire passaporti di Recoba avrebbe potuto risparmiare loro la serie B. Oggi si lamentano che non vinceranno il campionato a causa di 2 punti di penalizzazione. In estate hanno fatto il diavolo a 4 senza presentarsi alla premiazione della Supercoppa Italiana. Questo atteggiamento non appartiene a chi pretende giustizia, ma a chi intende gestire una giustizia di comodo.
Solo un anno fa a Napoli hanno sospeso una partita di campionato con la Juve al fine di assicurare un rinvio in ottica Europa, con la complicità delle autorità partenopee. De Laurentiis si lamenta sempre del calendario di serie A. Ma anche altri illustri esponenti del calcio italiano non sono da meno, a partire da Moratti, che sparge veleno e fa la vittima dall’inizio del campionato, istillando l’idea di una nuova calciopoli tutta da dimostrare, come quella vecchia. Moratti che sa bene che calciopoli coprì l’affaire passaporti che non fu neppure preso in considerazione da Carraro, che pure suggeriva al telefono al designatore Bergamo di comandare agli arbitri di non favorire la Juventus nel match contro la squadra nerazzurra. Moratti al quale hanno archiviato nonostante prove dettagliate (celebre l’intervista a Beccantini per Stampa nella quale ammise che Tavaroli si era occupato di certe indagini fuorilegge) l’affare dei dossieraggi illegali e prescritto di tutto e di più. Al quale nemmeno un pezzo di cartone riescono a rimuovere, del quale vergognosamente i calciatori che sono veramente degni di giocare al suo soldo osano gloriarsi senza dignità. Così come i tifosi.
Non è da meno Galliani, che già graziato da calciopoli, non la finisce di lagnarsi di una svista arbitrale dello scorso campionato sul gol fantasma di Muntari, attribuendo a quel singolo episodio la vittoria bianconera dello scudetto, quando sa benissimo che quella vittoria è stata ottenuta senza perdere una sola partita in tutto il campionato. E come dice Conte è un record che al massimo può essere eguagliato, ma non superato.
Gli italiani sono sempre più un popolo che non sa guardare alla giustizia, allo sport, alla legalità, all’uguaglianza dei diritti di tutti, ma al proprio tornaconto, godendo delle disgrazie altrui senza capire che, per citare ancora una volta Conte, un giorno potrebbe capitare anche a loro.
Se non saranno i tifosi napoletani, interisti, milanisti… a svegliarsi e prendere atto che la cosa comune si chiama così perché appartiene a tutti, prima o poi tutti ne pagheranno le conseguenze. Noi Juventini abbiamo speso tutto il nostro impegno e la nostra passione perché la lotta di calciopoli fosse una battaglia civile. E avesse il significato di una resistenza agli errori che quotidianamente vengono compiuti da dirigenti sportivi e politici dello sport che per aggrapparsi alle loro poltrone e ai loro interessi di parte sono disposti a uccidere il calcio, lo sport e il tifo.
Fino a quando la differenza tra noi e loro continuerà a essere quella che c’è tra un sito di persone che usano la testa, la cultura e il cuore e certi figli di dei minori che rispondono ai nomi di Travaglio, Mensurati, Monti Andrea e Fabio, Palombo, Bufi, De Paola, Verdelli ecc. continueremo a sprofondare sempre più in basso nella classifica dei paesi civili. Trovate per es. le differenze tra GLMDJ e questa spazzatura.
Si parla tanto di cambiare le regole riguardo alla responsabilità oggettiva della società, che si ritiene nei casi di calcio scommesse parte lesa. Si discute dell’equità di condurre avanti un campionato con sanzioni in corso d’opera. Persino se sia corretto infliggere penalizzazioni che allontanano dalla possibile lotta per lo scudetto o un posto in Europa. Quando toccò alla Juventus furono tutti felici di togliersela di torno. Con un processo sommario monco di un grado di giudizio e definito aborto giuridico dall’eminente giurista Corrado De Biase. Non pensarono che il campionato avrebbe perso valore e che la l’UEFA avrebbe scalato il ranking. Le sentenze bisogna accettarle, ci ripetono da anni. Oggi eminenti giuristi si sollevano dalla stessa procura napoletana che si pasce delle lettere di Lepore e dei “piaccia o non piaccia” di Narducci, che non pago di aver tentato di ricusare diverse volte la giudice del processo di calciopoli, si vede crollare addosso un castello accusatorio fatto di deduzioni, o piuttosto di induzioni ricavate da indagini illegali e viene denunciato da Dondarini, arbitro assolto, per le bugie pubblicate nel suo libro sul suo conto.
Quando Preziosi patteggiava e evitava la radiazione mentre Giraudo e Moggi venivano estromessi per sempre dal mondo del calcio, nessuno provava indignazione per non riuscire a trovare sul sito della FIGC la documentazione che dovrebbe essere resa pubblica. Quando Moggi subiva il processo GEA si dicevano tutti soddisfatti. Adesso che Moratti calca la mano con Sneijder né i media, né tantomeno l’acquiescente AIC trova da ridire e anzi invita ad abbassare i toni e trovare l’accordo.
Scegliere è possibile. Semplicemente esigere che le regole siano uguali per tutti si può. Partire dal calcio. Perché no? Lo sport lo pretende. Noi di Giulemanidallajuve lo abbiamo fatto. Ogni giorno cerchiamo di cambiare uno status quo iniquo. Adesso tocca a tutti gli altri. Ma se è necessario, che imparino a loro spese.
G.Fiorito
A Napoli non ci fu nessuna rivolta. Il Corriere dello Sport non tuonò in prima pagina che il campionato era falsato, come ha fatto all’indomani delle sanzioni decretate per la società partenopea da Palazzi riprendendo le parole di De Laurentiis. L’indignazione era tutta per la Juventus. Occorre infatti ricordare che il patteggiamento dei signori Oriali e Recoba avvenne il 25 maggio 2006, in pieno scandalo calciopoli, con le intercettazioni fatte col cuci e scuci che riguardavano la Triade su tutte le prime pagine, l’Espresso che pubblicava in tutta fretta libri basati su informazioni incomplete e parziali, la Gazzetta dello Sport che anticipava le sentenze sportive che avrebbero penalizzato la Juventus.
Gli stessi tifosi napoletani che zitti e buoni scivolarono nella serie cadetta attaccano adesso Pepe e Bonucci, che sono stati assolti, a loro giudizio perché in attività presso la stessa squadra tanto bene ammanicata politicamente che l’avvocato di Paolo Cannavaro si lagna non aver fatto tirare dentro anche Quagliarella. Vogliono giustizia, l’hanno scoperto adesso che quella della FIGC si vanta di essere una giustizia sommaria.
La lettura della motivazioni del TNAS della squalifica di Conte mette i brividi, non esigendo prove certe, ma hanno fatto orecchie da mercante, consapevoli che l’assenza dell’allenatore bianconero avrebbe potuto agevolare le sorti della loro squadra del cuore. Senza rendersi conto che la giustizia deve essere uguale per tutti e non è fatta per soddisfare le esigenze di parte. Senza considerare neanche per un secondo che la FIGC non dovrebbe fare leggi ad personam, come l’illecito strutturato, inserito ad hoc nel CGS per condannare la Juventus in assenza di illeciti conclamati. O come l’introduzione del patteggiamento e del pentimento per salvare le squadre che si erano macchiate di falso in bilancio, prime fra tutte entrambe le milanesi. Senza scandalizzarsi se la Federazione si arroga persino il diritto all’incompetenza.
Il Napoli nella persona del suo presidente e i napoletani tacquero quando l’affaire passaporti di Recoba avrebbe potuto risparmiare loro la serie B. Oggi si lamentano che non vinceranno il campionato a causa di 2 punti di penalizzazione. In estate hanno fatto il diavolo a 4 senza presentarsi alla premiazione della Supercoppa Italiana. Questo atteggiamento non appartiene a chi pretende giustizia, ma a chi intende gestire una giustizia di comodo.
Solo un anno fa a Napoli hanno sospeso una partita di campionato con la Juve al fine di assicurare un rinvio in ottica Europa, con la complicità delle autorità partenopee. De Laurentiis si lamenta sempre del calendario di serie A. Ma anche altri illustri esponenti del calcio italiano non sono da meno, a partire da Moratti, che sparge veleno e fa la vittima dall’inizio del campionato, istillando l’idea di una nuova calciopoli tutta da dimostrare, come quella vecchia. Moratti che sa bene che calciopoli coprì l’affaire passaporti che non fu neppure preso in considerazione da Carraro, che pure suggeriva al telefono al designatore Bergamo di comandare agli arbitri di non favorire la Juventus nel match contro la squadra nerazzurra. Moratti al quale hanno archiviato nonostante prove dettagliate (celebre l’intervista a Beccantini per Stampa nella quale ammise che Tavaroli si era occupato di certe indagini fuorilegge) l’affare dei dossieraggi illegali e prescritto di tutto e di più. Al quale nemmeno un pezzo di cartone riescono a rimuovere, del quale vergognosamente i calciatori che sono veramente degni di giocare al suo soldo osano gloriarsi senza dignità. Così come i tifosi.
Non è da meno Galliani, che già graziato da calciopoli, non la finisce di lagnarsi di una svista arbitrale dello scorso campionato sul gol fantasma di Muntari, attribuendo a quel singolo episodio la vittoria bianconera dello scudetto, quando sa benissimo che quella vittoria è stata ottenuta senza perdere una sola partita in tutto il campionato. E come dice Conte è un record che al massimo può essere eguagliato, ma non superato.
Gli italiani sono sempre più un popolo che non sa guardare alla giustizia, allo sport, alla legalità, all’uguaglianza dei diritti di tutti, ma al proprio tornaconto, godendo delle disgrazie altrui senza capire che, per citare ancora una volta Conte, un giorno potrebbe capitare anche a loro.
Se non saranno i tifosi napoletani, interisti, milanisti… a svegliarsi e prendere atto che la cosa comune si chiama così perché appartiene a tutti, prima o poi tutti ne pagheranno le conseguenze. Noi Juventini abbiamo speso tutto il nostro impegno e la nostra passione perché la lotta di calciopoli fosse una battaglia civile. E avesse il significato di una resistenza agli errori che quotidianamente vengono compiuti da dirigenti sportivi e politici dello sport che per aggrapparsi alle loro poltrone e ai loro interessi di parte sono disposti a uccidere il calcio, lo sport e il tifo.
Fino a quando la differenza tra noi e loro continuerà a essere quella che c’è tra un sito di persone che usano la testa, la cultura e il cuore e certi figli di dei minori che rispondono ai nomi di Travaglio, Mensurati, Monti Andrea e Fabio, Palombo, Bufi, De Paola, Verdelli ecc. continueremo a sprofondare sempre più in basso nella classifica dei paesi civili. Trovate per es. le differenze tra GLMDJ e questa spazzatura.
Si parla tanto di cambiare le regole riguardo alla responsabilità oggettiva della società, che si ritiene nei casi di calcio scommesse parte lesa. Si discute dell’equità di condurre avanti un campionato con sanzioni in corso d’opera. Persino se sia corretto infliggere penalizzazioni che allontanano dalla possibile lotta per lo scudetto o un posto in Europa. Quando toccò alla Juventus furono tutti felici di togliersela di torno. Con un processo sommario monco di un grado di giudizio e definito aborto giuridico dall’eminente giurista Corrado De Biase. Non pensarono che il campionato avrebbe perso valore e che la l’UEFA avrebbe scalato il ranking. Le sentenze bisogna accettarle, ci ripetono da anni. Oggi eminenti giuristi si sollevano dalla stessa procura napoletana che si pasce delle lettere di Lepore e dei “piaccia o non piaccia” di Narducci, che non pago di aver tentato di ricusare diverse volte la giudice del processo di calciopoli, si vede crollare addosso un castello accusatorio fatto di deduzioni, o piuttosto di induzioni ricavate da indagini illegali e viene denunciato da Dondarini, arbitro assolto, per le bugie pubblicate nel suo libro sul suo conto.
Quando Preziosi patteggiava e evitava la radiazione mentre Giraudo e Moggi venivano estromessi per sempre dal mondo del calcio, nessuno provava indignazione per non riuscire a trovare sul sito della FIGC la documentazione che dovrebbe essere resa pubblica. Quando Moggi subiva il processo GEA si dicevano tutti soddisfatti. Adesso che Moratti calca la mano con Sneijder né i media, né tantomeno l’acquiescente AIC trova da ridire e anzi invita ad abbassare i toni e trovare l’accordo.
Scegliere è possibile. Semplicemente esigere che le regole siano uguali per tutti si può. Partire dal calcio. Perché no? Lo sport lo pretende. Noi di Giulemanidallajuve lo abbiamo fatto. Ogni giorno cerchiamo di cambiare uno status quo iniquo. Adesso tocca a tutti gli altri. Ma se è necessario, che imparino a loro spese.
G.Fiorito