SergioAD ha scritto:I Modelli di eccellenza vengono costruiti dai processi di questa capacità quindi il senso dell'intelligenza è ragiungere l'obiettivo "esteticamente".
Due domande:
- i modelli di eccellenza sono culturali? Se sì, cosa modulano e cosa li modifica? Hanno uno scopo?
- In che senso il significato dell'intelligenza è raggiungere un obiettivo estetico?
Magonzo ha scritto: NinfaEco ha scritto:Se ho capito bene quindi, la teoria delle intelligenze multiple non è una sola. Ne esistono molte versioni, giusto?
Che senso ha parcellizzare l'intelligenza?
è solo un tentativo di correggere la nozione ereditata da un'impostazione positivista e funzionalista, basata sull'idea di "lavoro" e la necessità di misurare per selezionare;
l'idea dei test è quella di operazionalizzare, attribuire un valore ad una nozione standard funzionalista per cui l'"intelligenza" si può solo misurare come: capacità di risolvere problemi per unità di tempo;
Solo?
Ti sei mai chiesto perchè quell'impostazione ha preso piede?
Io mi sono imbattuta per caso in autori che si ponevano il perchè di questo e di altri trend culturali in università. Mi ci sono appassionata e ho fatto tanti esami su queste cose. Mi ero resa conto di un problema che non mi ero mai posta. Mi ero sempre interrogata sulle idee, a partire dalle idee o dalle coseguenze delle idee, ma mai sul perchè delle idee. Che scema vero? Mai mi aveva sfiorato l'idea che il paradigma stesso potesse essere oggetto d'indagine
Comunque, quanto te ne accorgi si apre un mondo e stranamente pur essendo un mondo di decostruzione, non è un mondo di distruzione. In questo caso l'onda lunga dell'impostazione positivista rimanda all'umanesimo e all'empirismo nella meccanicista.
In sintesi: scoperta dell'uomo come soggetto "artefice del proprio destino" + scoperta del cosmo come realtà materiale con proprie leggi di funzionamento, e quindi come materia manipolabile -> L'uomo artefice del proprio destino diventa individuo + abbandono di qualsiasi forma di finalismo, la realtà meccanica viene interpretata come un sistema interconnesso - > re-attribuzione di finalità al sistema meccanico, questa volta umane. Infatti essendo un meccanismo privo di finalità proprie ciò è legittimo. Essendo un sistema l'uomo puà controllarlo -> costruzione dell'idea di obiettività e oggettività in termini di misurabilità matematica ed estensione di tale idea all'uomo stesso -> iper-razionalizazzione dell'esistenza umana ed astrazione dell'uomo da se stesso
È una sintesi feroce e mutilata, ma da un'idea rapida dei fatti.
Emerge dalla storia del pensiero, poi ci sono autori che tengono in considerazione i perchè ersistenziali di questa evoluzione cioè si chiedono quali esigenze umane sostengono questo trend culturale.
In sintesi sarebbe l'esigenza di controllo ad animare questo processo, in modo non diverso da altri precedenti.
L'incroco della variabile esistenziale e di quella culturale è il luogo dove ricercare la spiegazione di questo fenomeno, per me.
Mi intrippa il nulla.... c'è poco da fare
naturalmente, per quanto elementari, i test presuppongono comunque una certa familiarità culturale con le forme nei quali si esprimono
Tornando a valle e abbandonando il monte.... esiste maghetto un'intelligenza che non sia culturale?
Io rispondo di no
lisandro ha scritto:
Ho fatto anche un test...
Dove?
Lo posteresti?